La Regione Toscana pubblica, prima fra tutte le regioni italiane, i dati circa l’applicazione della legge 40 sulla fecondazione assistita. L’elemento più significativo riguarda la fecondazione in vitro: dalle 803 del 2003, l’ultimo anno in cui non esisteva alcuna regolamentazione, si è passati ai 1.425 del 2004, primo anno di approvazione della legge, fino ai 1.897 del 2005. Dunque un raddoppio, e oltre, degli interventi, e nessun segno di quel crollo del ricorso alla procreazione assistita che era stato annunciato dai detrattori della legge 40, secondo i quali una volta proibiti fecondazione eterologa, congelamento e analisi pre-impianto dell’embrione le coppie italiane sarebbero emigrate massicciamente all’estero per ottenere la gravidanza vietata in patria dalla “legge crudele”. Né pare che la crescita del numero di Fivet sia addebitabile a un moltiplicarsi di interventi, in conseguenza di una minore percentuale di successi ottenuti, se in Toscana anzi questa percentuale è attorno al 30 per cento, contro una media nazionale del 20/25 per cento. Piuttosto, un aumento così evidente potrebbe essere dovuto alla maggiore conoscenza di queste tecniche, dopo la campagna del referendum. […] Ma, e la gran fuga verso Spagna e Gran Bretagna annunciata dal fronte del “sì” del 12 giugno? I dati a livello nazionale riportati all’inizio dell’estate dal ministro Livia Turco dicevano che nel 2004, applicata la legge, erano nati 3.705 bambini contro i 3.676 dell’anno prima nel baccano del vociare contro la “legge crudele” si dimenticava che il ricorso alla fecondazione eterologa, cioè con il seme di un padre estraneo, era già prima della legge una pratica minoritaria, e spesso sostituibile dal ricorso all’Icsi, una tecnica che può consentire gravidanze anche nel caso di gravi infertilità maschili. Quanto all’analisi pre-impianto dell’embrione, nel 2003 era secondo la d ottoressa Porcu praticata solo dall’11% dei centri per la sterilità, a indicare che non si trattava di un intervento così frequentemente richiesto. Dunque il minacciato – dagli abrogazionisti – esodo di massa delle coppie italiane non c’è stato, perché le opzioni vietate dalla legge riguardano un numero molto limitato del totale di quanti non riescono ad avere naturalmente un figlio.[…] Vanno all’estero quelli che non si rassegnano ai limiti etici posti da una legge che funziona. Da una legge che non è “cattolica”, ma che la maggior parte dei cattolici ha accettato come un compromesso, come un male minore che va preferito ad uno ben maggiore rappresentato dagli abrogazionisti. Quanto al gran rumore di un anno fa sulla “legge contro le donne”, e sulle gravidanze assistite che sarebbero crollate, si vede ora – così come a proposito di quelle staminali embrionali che continuano a non dare alcuna applicazione terapeutica – quanto c’era di imbonimento, quanto fasulla era la grancassa della propaganda. Un’operazione ideologica: usare i casi estremi per toccare l’emotività degli elettori, e spostare ancora un po’ più in là i limiti di ciò che è accettabile, e del sentire comune.
La legge 40 funziona. Raddoppiati i risultati
10 commenti
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Non ho mai capito da dove prendano i loro dati. Forse glieli fornisce il padreterno su tavole di pietra…
mah chi sa se questi dati sono attendibili, anche l’analisi degli stessi mi sembra alquanto approssimativa.
Sui dati ho le mie riserve perché chiaramente di parte, ma se anche non c’è stato l’esodo all’estero (dando fra l’altro per scontato che tutti se lo possano permettere…), l’impianto della legge è oscurantista e vergognosamente impostata al credo dei cattolici. Cattolici a cui della salute della donna non importa proprio niente, ma che devono imporre le loro idee a una società che in teoria dovrebbe essere laica e secolarizzata. Non mi vergogno che la crescita in Italia rallenti, che i nostri politici si ricoprino di ridicolo, o che l’amministrazione funzioni male, ma che socialmente non ce la facciamo proprio a crescere, e che il Vaticano ci zavorri sul fondale di un mare di idee ipocrite da cui non riusciamo a risalire.
La dottoressa Porcu (cattolica intransigente), al pari della Binetti, è nota per falsificare con abilità i dati e, soprattutto, la loro lettura.
La Legge rimane ignobile.
Comunque, concordo su di una cosa: lo scopo della legge 40 era rendere difficile e costoso ricorrere alla PMA, soluzione accettabile, non potendo vietarla del tutto, ed avere un punto di partenza per ridiscutere la normativa sull’aborto. In questo senso sta funzionando BENISSIMO.
E’ davvero interessante vedere come l’ideologia sia più forte dei dati di realtà: la legge 40 funziona (ma se lo dice certa gente non ci credo) ma è una legge ignobile (e su questo non ho dubbi). Non mi sembra certo un sistema razionale di guardare come stanno le cose. Potrei capire se si dicesse che i dati di una sola regione sono poca cosa per valutare l’effetto di una legge ma darli per certamente manipolati è veramente voler dare del bugiardo a chi non la pensa come voi e nel voler rimanere per forza attaccati a idee preconcette: io questo lo chiamo fondamentalismo.
E la ricerca scientifica? Quella come sta?? Non dimentichiamoci che la legge 40 impedisce la ricerca sugli embrioni…
Inoltre, come fanno a stimare l’utilizzo della fecondazione assistita all’estero, poiché, onde evitare di incappare nella perversa legge italia,a chi va all’estero non lo dice?
Ciò che è davvero interessante, in realtà, è vedere come i fondamentalisti, quelli veri però, quelli che vorrebbero porre i precetti della loro religione a fondamento dell’ordinamento sociale di una comunità imponendo a forza agli altri le loro convinzioni, abbiano ormai affinato una metodica propagandistica di bassa lega, di infima moralità ma di discreti risultati, sostanzialmente imperniata sui meccanismi della mistificazione della realtà e della creazione di realtà alternative ex novo, presenti e tangibili solo nell’immaginazione sovraeccitata dei talebani di casa nostra. I tizi che rovesciano immondizia dalle pagine di Avvenire ne costituiscono un istruttivo esempio.
Accompagnato dai soliti toni trionfalistici, gli stessi coi quali, tanto per intendersi, i cattolici proclamarono, all’indomani del referendum sabotato dall’astensione, l’abusivo arruolamento del 75% degli Italiani tra le fila delle truppe cammellate filoclericali, compare su Avvenire un articolo roboante, corredato di cifre e dati, in cui si proclama che la legge 40 “funziona”, il tutto accompagnato dalla solita sequela di considerazioni insultanti riferite a quei cattivoni e bugiardi degli abrogazionisti, individui immorali e senza Dio, rei di aver sostenuto che questa legge, oltre che ignobile, si profilava come un drammatico fallimento in termini di risultati. A sostegno di tale asserzione, vengono sciorinati dati, riferiti alla regione Toscana, teoricamente impressionanti: 803 procedure nel 2003, 1425 nel 2004, 1897 nel 2005 associate, si badi bene, ad un tasso di successo del 30%. La conclusione che se ne trae, secondo i pasdaran di Avvenire, è che il numero di procedure risulta raddoppiato rispetto all’epoca dell’esecrando far-west procreatico, quindi la legge funziona (mistificazione della realtà: i volenterosi rimestatori di fango del quotidiano cattolico avvertono infatti il bisogno di dirci, per cercare un minimo di credibilità, che la quota di successo si attesta al 30%, ma non si danno pena di dirci quante sono le coppie sottoposte ai tentativi, e quindi per ogni coppia quante stimolazioni in più, quanti pick-up in più, quante anestesie epidurali o generali in più, quanta ansia, quanto stress, quante delusioni in più…). Inoltre, se la legge funziona, è conseguentemente ovvio che la fuga all’estero era solo un’invenzione dei suddetti cattivoni già citati (creazione di realtà alternative: i dati esposti, anche a prenderli per buoni, non autorizzerebbero comunque ad affermare che le coppie con problemi di fertilità non si siano anche e soprattutto rivolte altrove, evento che si è puntualmente verificato, con liste d’attesa subitaneamente prolungatesi di mesi e di anni ovunque, a Malaga, Barcellona, Bellinzona, Bruxelles, Krupendorf solo per citare i centri più noti, ma evidentemente si tratta di “quelli che non si rassegnano ai limiti etici posti da una legge che funziona”. E che per questo hanno accettato senza battere ciglio aumenti delle tariffe spesso con incrementi del 40% e oltre…). Ed è solo motivo di un amaro umorismo l’accenno grottesco alle 16 coppie estere trattate in Toscana (dipendenti dello stato vaticano con problemi di fertilità e senza denaro sufficiente per un buon centro estero? Oppure i portatori del verbo che si agitano nella redazione di Avvenire hanno visto Good-bye Lenin?…).
Già in quest’ottica parlare di legge che funziona appare quantomeno eccessivo, e le persone che dubitano di tali affermazioni appaiono più animate da una doverosa prudenza che da un non meglio precisato “fondamentalismo”. Ma non finisce qui.
Ricordandoci del fatto che, comunque, Avvenire è una fonte leggermente schierata, diviene legittimo chiedersi da dove abbiano tirato fuori questa notizia e cercare dei riscontri, impresa nella quale non si viene certo facilitati dai solerti scribacchini del quotidiano cattolico, molto generosi nel loro fanatismo integralista in quanto a cifre e considerazioni di parte ma decisamente avari nella citazione delle fonti, a parte un generico riferimento alla Regione Toscana.
Un primo riscontro è rintracciabile su Toscanaoggi.it, sito schierato su posizioni clericali (come si può notare da una semplice occhiata all’argomento e ai toni delle altre notizie presentate) che in un articolo pubblicato tre giorni prima, il 20 Settembre, riporta delle cifre, attribuite alla Direzione generale al diritto alla salute della regione Toscana, differenti da quelle di Avvenire in quanto vengono mescolate insieme inseminazioni intrauterine e Fivet, ma comunque significative nelle intenzioni dell’autore del pezzo, che titola orgogliosamente “La legge 40 funziona, in Toscana fecondazioni raddoppiate”. Fermo restando che anche in questo caso si parla di procedure e non si cita il numero delle coppie interessate e il numero di gravidanze a termine ottenute, si notano altre sottili differenze rispetto all’articolo di Avvenire: non c’è alcun accenno al dato regionale del 30% di risultati positivi in Toscana, viene ricordato in compenso il record di efficienza del Centro della Versilia, che vanta un 33% di gravidanze a termine, secondo l’autore dell’articolo, e compaiono due interessanti interventi, riportati come dei commenti alla notizia effettuati da Carlo Casini, individuo che non necessita certo di presentazioni, e da un certo Carraresi, esponente locale dell’UDC alla perenne ricerca di voti cattolici, come tutti gli altri compagni di merende di questa formazione politica di opportunisti del voto cattolico, che ne approfitta anche per alcune considerazioni personali abbastanza idiote sull’aborto.
Di riscontri diretti, dopo avere rovistato nel sito ufficiale della regione Toscana, rivoltato da cima a fondo come un calzino, neanche l’ombra, a parte il rilievo di un breve articolo comparso su Prima Pagina, quotidiano telematico della Regione Toscana, quindi voce non schierata, e datato 22-9-2006, in cui vengono riportate le esatte cifre pubblicate da Avvenire, con una nota però, di una certa importanza, che informa trattarsi di cifre fornite proprio da Casini e Carraresi che “oggi hanno reso noti i dati sulla procreazione medicalmente assistita (Pma) in Toscana nel 2005”. Cioè la regione Toscana avrebbe detto e fatto, ma le cifre le riportano gli ultras cattolici, vengono fatte rimbalzare sulla stampa cattolica, la notizia viene così costruita a bella posta, opportunamente gonfiata ed il gioco è fatto. Lo stesso, miserabile gioco di sempre, lo stesso tentativo da parte della propaganda cattolica di trascinarci nel loro basso universo di menzogne e mezze verità. La propaganda astensionista referendaria ci ha dato esempi numerosissimi, al riguardo.
Ancora: sempre su Prima Pagina, giusto per limitarsi alle fonti sopra le parti, si può reperire un articolo estremamente interessante, datato 17-1-2004, quindi risalente all’epoca immediatamente precedente il varo della legge 40, in cui “il direttore generale della Ausl 12 di Viareggio Giancarlo Sassoli e il direttore del Centro professor Ettore Barale” presentavano “i significativi risultati ottenuti” nella fecondazione assistita nel Centro in questione, che è poi proprio il Centro della Versilia citato dai cattolici come centro record per la lusinghiera percentuale del 33% di successi riportati. Peccato però che i due medici, nella loro relazione pre-legge, presentino invece una percentuale di successi del centro del 54,7% (cinquantaquattrovirgolasette percento), il che ci spingerebbe a parlare piuttosto di un tracollo apocalittico nell’efficacia delle tecniche di PMA susseguente all’introduzione della legge 40, altro che lusinghiero 33%… Inoltre, sempre dalla loro relazione, si evince che le procedure annuali in Toscana all’epoca, da riferirsi quindi al 2003, erano già nell’ordine di 1500-2000 per anno, per cui il dato di 803 tentativi riportati dalla banda del buco cattolica in questi giorni in riferimento al 2003 non coincide. Ognuno, a questo punto, potrà trarre le proprie conclusioni e scegliere a chi credere, se alla propaganda delle quinte colonne vaticane o agli addetti del settore.
E, soprattutto, potrà decidere dove stiano, in realtà, i veri fondamentalisti.
Che la legge funzioni è dunque, a nostro modesto avviso, ancora da dimostrare. E’ comunque nostra opinione che quand’anche questa legge avesse dimostrato inequivocabilmente di funzionare, resterebbe comunque una legge che discrimina i cittadini consentendo l’accesso alle tecniche di PMA ad alcuni e negandolo ad altri, violando l’autonomia professionale del medico nelle sue scelte terapeutiche e ledendo il diritto dei cittadini, sancito dalla Costituzione, a non essere discriminati ed a ricevere le migliori cure possibili. Per questi motivi, ed in ogni caso, a prescindere da qualunque altra possibile considerazione, questa resta comunque una legge ignobile, una vergogna miserabile ed indicibile da cancellare completamente e senza esitazioni. E senza lasciarsi circuire dalla suprema ipocrisia di chi dichiara a parole di difendere la vita ma che quella stessa vita finisce per negarla nei fatti, frustrando le aspettative di genitorialità delle coppie sterili, le speranze di cura dei malati attualmente incurabili, le possibilità di mettere al mondo una progenie sana per le coppie affette da patologie a trasmissione ereditaria.