Gentile direttore, avrebbe mai potuto Gesù parlare ai suoi discepoli di mine antiuomo o di proiettili all’uranio impoverito, oppure di contraccettivi artificiali? Mentre però il Vangelo ci fornisce ugualmente norme, che vietano con assoluta certezza anche la fabbricazione dei micidiali strumenti di morte, non ci dà nessuna possibilità di affermare che l’uso del profilattico sia immorale. La Chiesa, non potendo ricorrere al Vangelo, per sostenere l’illiceità dei contraccettivi artificiali, si arrampica sugli specchi con un ragionamento di questo tipo: “Tale dottrina, più volte esposta dal Magistero, è fondata sulla connessione inscindibile, che Dio ha voluto e che l’uomo non può rompere di sua iniziativa, tra i due significati dell’atto coniugale: il significato unitivo e il significato procreativo (Paolo VI, Lettera enciclica Humanae vitae, 12).
In merito, c’è semplicemente da osservare:
– Il fatto che Dio “abbia voluto” la connessione dei due aspetti, non significa per niente che li abbia voluti inscindibili.
– L’affermazione è in contraddizione palese con la liceità, ammessa dalla Chiesa stessa, del ricorso ai periodi infecondi per evitare una gravidanza indesiderata. Infatti i due significati, in tal caso, vengono di fatto scissi.
Rendendosi conto della contraddizione, Paolo VI, nella stessa enciclica, afferma: “In realtà, tra i due casi [ricorso ai periodi infecondi, e ricorso ai contraccettivi] esiste una differenza essenziale: nel primo caso i coniugi usufruiscono legittimamente di una disposizione naturale; nell’altro caso essi impediscono lo svolgimento dei processi naturali”.
Ora, nel caso che i due sposi siano attratti irresistibilmente l’uno verso l’altro, e desiderino ardentemente concepire un figlio, ma reprimano il loro desiderio, non “impediscono processi naturali”? E’ sin troppo chiaro che cambia la forma e non la sostanza.
In ogni modo, l’uso del profilattico non riguarda solo la procreazione; si tratta anche di evitare, con l’uso di un mezzo innocuo, che una tremenda malattia continui a diffondersi, mietendo vittime e producendo sofferenza a non finire. L’indifferenza della Chiesa di fronte a questa tragedia, non solo non si basa sullo spirito del vangelo, ma addirittura contrasta palesemente con esso.
La lettera di Veronica Tussi è stata pubblicata su La Repubblica di oggi
Il problema è che i pontefici hanno in base al diritto canonico il potere di trasformare in legge per la chiesa e dogma per i fedeli qualunque cosa pensino. Questo fa in modo che se ad uno di loro non dovesse andare bene qualcosa (come ad esempio l’uso del preservativo), lo dichiara espressamente scatenando l’effetto di cui sopra, raforzando la propria posizione con il collegamento a morali tratte da passi biblici, le quali sono così generali ed interpretabili da potersi adattare ad una posizione o al suo esatto contrario.
La cosa che mi fa inbestialire di piu’ di questa e altre dottrine della chiesa e’ il continuo ricorso alla parola “naturale”: neppure le automobili, gli interventi chirurgici e le trasfusioni sono “naturali”. E nemmeno, a ben vedere, vestiti, chiese, crocefissi in materiali preziosi e quant’altro. Inoltre la definizione di “naturale” si presta, mi sembra, a molteplici e contraddittorie definizioni.
A questo punto sarebbe meglio che la chiesa dicesse: e’ sbagliato perche’ lo dico io. Autoritario, ma almeno non contraddittorio…
“naturale” come il termometro a mercurio che si usa per prendere la temperatura vaginale tutte le mattine?
senza contare i potenziali “bambini” che non potendosi attaccare all’utero sono condannati a morte certa…
Recentemente ho sentito questa ridefinizione del termine naturale da parte di qualche teologo di cui non ricordo il nome. Praticamente col termine naturale non ci si riferisce alla natura nel senso biologico del termine, ma alla natura umana, cioè ad una presunta natura dell’uomo civilizzato che non contempla ad esempio rapporti sessuali tra due persone dello stesso sesso. Insomma, a parer mio, quando è stato a tutti chiaro che in natura l’omosessualità esiste e che quindi non è una scelta, la Chiesa ha cambiato il significato della parola natura trasformandolo in “natura umana”, “natura dell’uomo nella società”. Ci sarebbe da obiettare che l’omosessualità è sempre esistita anche nella natura dell’uomo sociale, sia nella nostra cultura che in altre. Insomma è il solito mirror climbing che ben conosciamo.
Innaturale è anche provare istinti sessuali (magari a scopo riproduttivo, come dicono i prelati nella loro immaturità in materia di sesso) e pretendono di soffocarli in inutili preghiere. Sappiano, lorsignori, che anche l’astinenza è una forma di depravazione ed è forse l’unica depravazione che può sfociare in orribili atti di violenza, come ad esempio la pedofilia. Quindi esiste un caso (e forse l’unico) in cui l’innaturalità genera mostri ed è proprio l’astinenza sessuale imposta a preti, suore e quant’altro.
La morale sessuale della Chiesa cattolica mi lascia del tutto indifferente….
Ciò che mi dà fastidio è il suo progetto di società fondata su valori desunti dalle sacre sritture che va imposto anche a chi non li condivide….. Il “non negoziabile” con cui Mastella, Pera, Casini, Buttiglione e comp. si riempiono la bocca con orgoglio, è subito nella prassi quotidiana da tante persone e rispecchia un atteggiamento non democratico che disconosce il valore della libertà della persona umana.
Il problema della chiesa è l’ottenimento del piacere, punto.
Difatti, per la chiesa puoi trombare quanto ti pare (scusate) finché fai un figlio; se appena ti azzardi a fare qualsiasi atto sessuale che non termini con la riproduzione, è peccato. Per questo motivo sono contrari ai contraccettivi: significano piacere senza riproduzione. Ma è tutta una scusa: alla chiesa, in realtà, non gliene frega nulla delle vite che non nascono. Infatti, a livello di risultato, il contraccettivo è l’equivalente dell’astinenza: niente riproduzione.
L’unica differenza è che l’astinenza non provoca piacere (anzi), e quindi le loro follie nevrotiche sono soddisfatte. Ecco perché sono tanto fanatici dell’astinenza.
Ma normalmente, i credenti ferventi, o sono troppo stupidi per capire il VERO motivo della politica della chiesa in materia, oppure lo capiscono benissimo ma preferiscono far finta che non esista e che la verità sia rappresentata dalle balle sul valore della vita eccetera.
In pratica, se sei nevrotico e sofferente, puoi essere un cliente pagante della chiesa, se invece ti fai una sana trombata antistress e toccasana contro le nevrosi, la chiesa resta senza clienti e senza soldi.
la morale sessuale della chiesa la si può rettamente comprendere solo in una ottica che mette insieme alla ragione una giusta dose di fede…mi spiego: innanzitutto la morale cattolica cammina e cambia con l’uomo, se rimane o diventa una morale casistica o precettistica (come spesso è fraintesa oppure presentata) diventa fuoriluogo! ammetto che possa apparire contraddittoria ma è una morale che mette in conto la croce! la croce che è scandalo e stoltezza,dice san paolo, per chi non crede, ma salvezza e senso per chi la ammette! certo è che ciò che si guadagna rettamente (anche una scopata…cm grezzamente dice qualcuno) con sacrificio e volontà è certo qualcosa che acquista senso e non è fine a se stessa! il principio morale della Chiesa è di tipo personalistico…cioè in riferimento alla dignità dell’uomo e in rapporto alla apertura ad un tu che mi mette nelle condizioni di non fare della propria sessualità un fai da te…circa il celibato sacerdotale (così si chiama e non depravazione) in sè non ha nulla di immorale! può diventarlo nello stesso istante in cui come per la sessualità “attiva” questo viene mal incanalato, non vive per una alterità, quando questo non si fa dono (e anche croce) per gli altri.
Sono specialisti nell’arte di appropriarsi della terminologia (“Naturale”, “Ordine” ecc…) stravolgendone il significato affinchè il senso generale del discorso “sembri” allo stesso tempo logico ed in sintonia con i loro dogmi. Questa credo sia la vera attività del “Teologo”.
se lo dici tu damiano…io che sono teologo mi faccio da parte 🙂
“…cioè in riferimento alla dignità dell’uomo e in rapporto alla apertura ad un tu…”
Ciao Francesco, scusami tanto ma non riesco proprio a vedere dove stia la dignita’ di reprimere un istinto. Inoltre qui si parla di uso del preservativo, non di rapporti sessuali senza impegno emotivo. Se questo impegno emotivo c’e’ e si vuole costruire una famiglia, non vedo perche’ non si dovrebbe fare fare uso del preservativo. Sfruttare i periodi infecondi o anche astenersi dal fare sesso sono metodi che sul piano morale e logico, come altri hanno argomentato, sono equivalenti a usare il preservativo.
Mi sembra che la chiesa metta la dignita’ dell’uomo nei posti sbagliati, tra le lenzuola e non nelle corsie ospedaliere, dove molti malati terminali soffrono senza poter ricorrere all’eutanasia.
Con rispetto
Carlo
La morale cammina e cambia con l’uomo grazie al modernismo che vuoi o non vuoi sposta i paletti sempre più in là. Ed è’ lo stesso papa a presentare una morale casistica o precettistica quando inveisce contro il relativismo ed a tirare il freno della conservazione ….
Una scopata non è mai fine a se stessa è sempre un darsi, un svelarsi, il soddisfacimento di un bisogno assolutamente naturale sia dell’uomo che della donna, un regalo ecc ecc. Mi sentirei umanamente indegno se non lo facessi….
“la morale sessuale della chiesa la si può rettamente comprendere solo in una ottica che mette insieme alla ragione una giusta dose di fede…”
Traduco: Se non sei almeno un po’ rincoglionito da credenze irrazionali o da condizionamenti dall’età di pochi anni, difficilmente potrai prendere sul serio simili cose.
“mi spiego: innanzitutto la morale cattolica cammina e cambia con l’uomo, se rimane o diventa una morale casistica o precettistica (come spesso è fraintesa oppure presentata) diventa fuoriluogo! ammetto che possa apparire contraddittoria ma è una morale che mette in conto la croce! la croce che è scandalo e stoltezza,dice san paolo, per chi non crede, ma salvezza e senso per chi la ammette!”
Traduco: Non c’è nulla di razionale in ciò. Devi cercare il senso in qualcosa di irrazionale, come il simbolo che utilizziamo per ottundere la razionalità e spostare tutto nel simbolismo.
“certo è che ciò che si guadagna rettamente (anche una scopata…cm grezzamente dice qualcuno) con sacrificio e volontà è certo qualcosa che acquista senso e non è fine a se stessa! il principio morale della Chiesa è di tipo personalistico…cioè in riferimento alla dignità dell’uomo e in rapporto alla apertura ad un tu che mi mette nelle condizioni di non fare della propria sessualità un fai da te…circa il celibato sacerdotale (così si chiama e non depravazione) in sè non ha nulla di immorale! può diventarlo nello stesso istante in cui come per la sessualità “attiva” questo viene mal incanalato, non vive per una alterità, quando questo non si fa dono (e anche croce) per gli altri”
Traduco: Si cerca di insinuare che c’è più dignità nella sofferenza che nel seguire il proprio istinto.
La dignità invece è qualcosa di molto diverso. Sicuramente per me dignità è essere coerenti tra il proprio essere e le proprie azioni.
francesco:
Non è forse vero che il castello di dogmi della chiesa trova sostegno (per modo di dire) sull’operato dei “gran dottori” i quali sono maestri solo nell’addomesticare e nell’interpretare “in funzione di” ? E’ tutto perfettamente circolare, e il fatto che tu sia teologo non mi impressiona minimamente (non puoi certo essere certo più esperto di me su ciò che entrambi “non sappiamo”).
Scusa francesco, ma ribadisco il mio pensiero, precisandolo. L’astinenza, se causata da condizioni oggettive (assenza di relazioni umane ed affettive, malattie ecc..) è sicuramente una maledetta sfortuna e chi la vive non è un depravato e ci mancherebbe altro! Ma quando un’organizzazione (quella clericale ovviamente) decide e senza possibilità d’appello che per leggere quattro sermoni, dire una parola di conforto (se vuoi, ma non sei obbligato) ecc.. devi astenerti da rapporti sessuali, questa io la definisco una violenza psicofisica su chi l’accetta, il quale, per il solo fatto che accetta un sopruso, indipendentemente dalle proprie convinzioni in materia, non è oggettivamente in grado di intendere e divolere. Desiderare (perchè si desidera, eccome!) rapporti sessuali è umano, sciegliere il come ed il quando rientra negli schemi mentali e culturali di ognuno di noi, ma pretendere che ci si possa spingere fino alla castità è qualcosa di innaturale e disumano. I trattati di psicologia descrivono una gran quantità di casi interessanti quando si parla dei preti e delle suore. I loro sogni ad esempio sono mediamente più spinti rispetto a quelli di tutti gli altri. E non è difficile poi trovare storie di abusi sessuali su minori perpetrati da religiosi e coperte dalla sanata sede. Quindi, smettila di dire un gran numero di scemenze sublimi. Prova a vivere in modo più sereno e più gioviale la tua sessualità, sia essa etero od omo, e ti accorgerai quanta falsità c’è nelle parole della chiesa. Buon esercizio
caro micki innanzitutto io non ho chiamato scemenza il tuo pensiero! poi chi ti dice che la mia vita non sia gioviale e serena quindi le tue provocazioni mi toccano poco…io poi ho solo detto la mia in questione senza minimamente banalizzare la tua! CARO DAMIANO…certo non mi aspettavo che tu ti impressionassi dal fatto che io possa essere teologo, papa, prete o vesvovo…il fatto che lo sottolini non capisco a cosa serva! poi se mi spighi cosa vuol dire per intero il tuo commento (gran dottori…in funzione di…-ma di cosa parli???)mi fai un favore!
CARO CARLO:il tuo discorso mi suona decisamente più umano e con i piedi per terra! non hai tutti i torti in quello che dici, specie circa in caso di malattia…ma in questo punto i teologi non sono tutti concordi! io non mi sono fatto una idea precisa circa la questione del profilattico in caso di malattia, ma in determinati casi e circostanze cm queste io credo che bisognerebbe cambiare! ma questo non tocca a me deciderlo! ti ringrazio
Il tabù sessuale della chiesa non ha una grande influenza nel nostro paese, a mio parere la maggior parte della popolazione (credente e non) se ne infischia; il problema sorge in quei paesi meno sviluppati dove sta causando un problema di portata planetaria, la cosiddetta “bomba demografica”, qui l’assenza nell’uso del preservativo induce un abnorme aumento dei nati e quindi, causa l’aids, un enorme numero di morti in giovane età.
Francesco dovrebbe spiegare brevemente, con parole semplici e chiare, ai suoi interlocutori, cosa c’entri il divieto di usare i contraccettivi con la fede… Cosa c’entri con la fede negare l’eutanasia ad un neonato malato terninale in preda ad atroci dolori… Cosa c’entri con la fede l’affermazione che la masturbazione è atto “intrinsecamente e gravemente disordinato” (cf n. 2352 Catechismo), il che significa grave peccato…
Potrei continuare per un pezzo!
@francesco
teologo? fino a due post fa eri seminarista…