Non si gioca a dadi con la fede

[…] Mentre indagini e inchieste di ogni tipo ci fanno sapere che gli italiani (ma non solo loro) sono sempre più divorati dalla febbre del gioco (va tutto bene: dal superenalotto al gratta e vinci, dalle scommesse alle slot machine, fino alle semitruffe via internet), le Edizioni Dehoniane di Bologna mandano in libreria un’opera intitolata Il gioco dei dadi (pagg. 148, euro 15), con la quale l’autore – forse un vescovo africano della seconda metà del III secolo, a lungo erroneamente identificato col celebre apologeta cartaginese Cipriano – condanna in modo chiaro e inequivocabile il gioco d’azzardo. […] Dall’insistenza con la quale l’autore richiama le gravi responsabilità dei vescovi riguardo al problema trattato, qualcuno ha dedotto che egli abbia di mira anche qualche prelato caduto preda del demone del gioco. […] Trascorrere il proprio tempo al tavolo ove si gettano i dadi viene considerato un peccato gravissimo, un gesto di autentica ingratitudine nei confronti di Dio,indegno di un buon cristiano. Il gioco d’azzardo è visto come un frutto perverso dell’azione ingannatrice del diavolo che attraverso di esso spinge gli uomini verso l’idolatria […]

L’articolo completo è raggiungibile sul sito del Giornale

7 commenti

raphael

L’atteggiamento negativo catto-comunista nei confronti del gioco in sé ha impedito che si formasse una coscienza evoluta diffusa e che si affermassero alcune figure professionali.
La possibilità di scommettere su tutto (come da tempo in Inghilterra) dà la possibilità di comporre un equilibrato portafoglio di giocate e , quindi, di gestire il rischio .
La coscienza del professionismo ti impedisce di giocarti le mutande…..

RazionalMENTE.net

Certo, i soldi non vanno sperperati coi giochi d’azzardo, meglio darli alla Chiesa!!! Così lo IOR potrà finanziare partiti, guerre, ecc.

Eh, il diavolo è una brutta bestia!! Uno potrebbe chiedersi come mai questo Dio infinitamente buono lo abbia creato. Ma ti rispondono – vedi catechismo – che Dio non ha creato nulla di negativo. Il diavolo era in origine un angelo, un angelo di prima categoria, talmente vicino a Dio che un giorno, per invidia, cominciò a desiderare di essere come Dio e allora questo Dio infinitamente buono lo scaraventò nelle fiamme eterne dell’Inferno (e l’Inferno chi lo ha creato?).

Neppure l’uomo è cattivo. Dio non ha creato nulla di negativo. Se l’uomo si comporta male è perché è dotato di libero arbitrio ed è spinto al male dal diavolo che è sempre pronto a tentarlo.

Conclusione:

1) Dio, essendo infinitamente buono, non ha creato nulla di negativo.
2) L’uomo non è cattivo per natura ma si comporta male perché è dotato di libero arbitrio ed è tentato dal diavolo.
3) Il diavolo era un angelo, quindi creato buono da Dio. E’ diventato cattivo senza bisogno di qualcuno che lo tentasse.

Ma se quell’angelo per diventare cattivo non aveva bisogno di qualcuno che lo tentasse, come mai l’uomo ne ha bisogno?

C’è qualcosa che non quadra. Ma il catechismo ha una risposta e la risposta è: “E’ UN MISTERO”

PERFETTO!!!!!

Insomma se è un mistero, c’era bisogno di tutta ‘sta teoria dell’angelo diventato diavolo e dell’uomo buono ma libero d’agire? Mah!!

Emilio Gargiulo

Perché qualunque cazzata scrive “il giornale” viene ripetuta su questo sito?

antonella_621

Mi pare che vi sia qualche incongruenza tra il catechismo della chiesa cattolica e quanto scritto nell’articolo o nel libro del “tipo”.
Il numero 2413 del catechismo recita: “I giochi d’azzardo (gioco delle carte, ecc.) o le scommesse non sono in se stessi contrari alla giustizia. Diventano moralmente inaccettabili allorché privano la persona di ciò che le è necessario per far fronte ai bisogni propri e altrui. La passione del gioco rischia di diventare una grave schiavitù. Truccare le scommesse o barare nei giochi costituisce una mancanza grave, a meno che il danno causato sia tanto lieve da non poter essere ragionevolmente considerato significativo da parte di chi lo subisce.”.
Si mettano d’accordo: o è un “peccato gravissimo”, oppure è “moralmente accettabile”.
Nel caso mi “converta” vorrei avere le idee chiare prima per evitare “confusioni”.

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