Qui nel seminterrato dell’Air Palace, albergo a quattro stelle di Leinì, prima cintura torinese, si studiano le nuove strategie per realizzare, in concreto, l’eutanasia anche in Italia. Ieri si sono celebrati i dieci anni di Exit-Italia, l’associazione – nata in Piemonte – che teorizza il ricorso al suicidio assistito e il valore assoluto del testamento biologico. Tutti i sondaggi demoscopici commissionati negli ultimi anni rivelano tra l’altro che una larga maggioranza degli italiani sarebbe favorevole alla «dolce morte». E il caso Welby, capitato in queste ore, sembra quasi un segno del destino. Il presidente, Emilio Coveri, è «solidale, vicino a chi vuole spegnere le macchine che alimentano una vita insostenibile». Punta ancora alla battaglia parlamentare per ottenere «almeno» il riconoscimento del testamento biologico, ma i sostenitori di Exit sono ormai stanchi di aspettare. Le schermaglie procedurali, le divisioni all’interno dei Poli, rischiano di rendere eterna l’attesa di una legge eguale o simile a quelle già approvate in altre nazioni. Coveri: «Il nostro è uno Stato profondamente condizionato dalla componente cattolica della società. I passi avanti ci sono, troppo lenti però». E allora? «Cominciamo a muoverci, sempre nel solco della legge, per aiutare gli italiani ad esercitare un loro diritto, quello di morire con dignità. L’appello di Welby, la risposta del presidente Napolitano, possono costituire un momento importante ma intanto, noi di Exit, andremo in Svizzera, a Zurigo, nelle cliniche di Dignitas, dove si pratica da anni il suicidio assistito». Perchè? «Semplice. Saranno con me Silvio Viale (il medico torinese che fa parte della direzione nazionale Rnp, ndr) e altri soci. Assisteremo in diretta alle tecniche e alle procedure che precedono l’eutanasia, sino al gesto finale. Dobbiamo essere pronti, imparare, documentarci a fondo. E poi cercheremo la strada per aiutare gli italiani che vogliono esercitare il proprio diritto, negato in patria». […]
«Vi portiamo all’estero a cercare la dolce morte»
13 commenti
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Fin quando avremo il Vaticano sul nostro territorio saremo sempre il fanalino di coda dei diritti umani. I politici baciapantofole si guardano bene dallo scontentare Sua Santità. Quindi i gay andranno a sposarsi in Spagna, la fecondazione assistita la si va a fare in Turchia, l’eutanasia l’andremo a fare in Svizzera e così via. Qui permarrà un perenne medioevo.
D’altra parte se nel dizionario di Marini la parola eutanasia non c’è, cosa ci possiamo fare? Al massimo possiamo consigliargli di acquistare un dizionario più aggiornato!
e Rutelli che dici che il problema è dei medici e delle famiglie e non della politica, un bel modo di lavarsene le mani, fate tutto di nascosto e in silenzio e se venite scoperti sono fatti vostri. Grande persona e grande politico, ecco perchè l’Italia è un grande Paese abbiamo dei politici che sann cosa vuol dire fare politica.
E’ una vergogna, e poi i clericali ci vengono a dire che il libero arbitrio e’ la caratteristica fondamentale dell’uomo. Forse, ma non dell’uomo italiano…
E’ offensivo soprattutto il rifiuto perfino di discuterne.
Se ti va, leggi questo mio post
bella roba. Andateci voi alla “dolce” morte.
Bei argomenti, solari e divertenti.
Ragazzi, mettete tristezza solo a leggervi.
Tornate da Sauron, và….
nessuno è obbligato a scegliere l’eutanasia.
deve appunto essere una scelta.
Molto solare e divertente invece morire tra atroci sofferenze quando non ci sono più speranze, ah già, mai poi saremo compensati nell’aldilà per aver espiato i nosti peccati trapassando nel dolore purificatore
… quale immensa gioia…
Non capisco perche’ i cattolici debbano imporre le proprie scelte anche agli altri, e poi sia ben chiara una cosa, se loro vogliono morire tra atroci sofferenze, chi vuole impedirglielo, e’ la loro scelta e io la rispetto. Come loro devono rispettare la nostra scelta di avere una morte dignitosa!
non date cibo ai troll…..
già, chissà perchè i cattolici devono imprre le proprie scelte a tutti !
Forse perchè non credono granchè, neanche loro, ai loro dogmi, e pensano di renderli più credibili obbligando tutti ad adottarli.
La nostra libertà, insomma, mina pericolosamete le loro certezze.
Un pericolo che è meglio evitare.
>Non capisco perche’ i cattolici debbano imporre le proprie scelte anche agli altri”
E proprio questo il succo della faccenda, la religione intesa come istituzione o organizzazione non è altro che una forma di potere, ed è insito nella natura del potere imporre le proprie scelte.
Purtroppo credo che ci vorranno ancora molti anni perchè l’eutanasia diventi legale in Italia, così come molte altre leggi civili di ispirazione laica, siamo ancora troppo dipendenti dall’influenza cattolica e dalla sua cultura, e i politici accondiscendono perchè sanno bene che senza il voto dei cattolici in questo paese non si và da nessuna parte.
“Non capisco perche’ i cattolici debbano imporre le proprie scelte anche agli altri”
Me lo son chiesto spesso: la risposta che ritengo più realistica è nella insicurezza.
I cattolici desiderano vivere in un mondo in cui tutti vivono secondo le loro regole (ti dicono che non è così però poi si appellano all’etica per fare leggi valide per tutti), e questo per un motivo molto semplice secondo me, vivere assieme a persone che mostrano disinteressate e non impaurite dalla salvezza/dannazione post-mortem li spaventa e indebolisce le loro convinzioni. Hanno bisogno di privarsi dei piaceri della vita come “pegno” per la vita eterna, e per questo non sopportano che al mondo ci siano persone che vivono felici senza pagare quel pegno (mal comune mezzo gaudio).
Per giustificare questo loro atteggiamento invadente e prepotente si sono pure inventati degli espedienti “teologici”: colui che non si impegna per “salvare” il “prossimo” dalla “dannazione” si rende in qualche modo corresponsabile, questo ovviemente cozza contro il “libero arbitrio” ma il mirror climbing è il loro forte (anche se i risultati sono scarsetti).
Ecco quindi che l’espressione “io non farei” diventa “tu non devi fare”.
I cattolici (ma i fedeli di tutte le altre non fanno poi eccezione) impongono le proprie scelte perchè “Io sono la via, la verità e la vita”. le loro convinzioni discendono direttamente dal Creatore attraverso le sacre scritture da Lui stesso ispirate. Imporre a sè ed agli altri i precetti scritti fa del cattolico una persona grata e salva e dell’altro una persona salvata anche contro la sua volontà ma nel suo interesse perchè sbaglierebbe e vivrebbe nel peccato.