Terrorismo, rimane lo stato d’allerta a Roma

Roma mantiene alto lo stato di attenzione per prevenire eventuali attacchi del terrorismo internazionale. Dopo il rilancio del dialogo e l’incontro di lunedì tra Benedetto XVI, i 22 ambasciatori dei Paesi a maggioranza musulmana accreditati presso la Santa Sede e i membri della Consulta Islamica, il mondo musulmano torna a dividersi. Sebbene da Castelgandolfo siano partite reazioni positive, un’interpretazione non altrettanto entusiasta delle parole del Papa è stata diffusa dalle tv arabe che hanno trasmesso in diretta il discorso tenuto dal Santo Padre nella Sala degli Svizzeri. Forse anche per questo che la sicurezza della Capitale non ha abbassato la guardia. Si allunga dunque la lista degli obiettivi sensibili, ognuno dei quali associato ad un piano di evacuazione in caso di attentato contro la città. La sede Rai di Saxa Rubra, le scuole ebraiche sul Lungotevere, il palazzo di Giustizia di Piazza Cavour e la Stazione Termini: sono questi i nuovi obiettivi inseriti nel piano di difesa civile della Capitale decisi dal Comitato periodico che ieri mattina si è riunito in prefettura per valutare ed approfondire eventuali scenari di attacchi terroristici. I quattro obiettivi, è stato spiegato, sono stati inseriti nell’elenco già stilato dopo l’11 settembre del 2001 all’indomani dell’attacco alle Torri Gemelle a New York, anche se non vi sono «reali e concrete preoccupazioni o situazioni allarmanti». Ma l’esigenza di ampliare gli obiettivi ritenuti più sensibili e valutati di volta in volta dal Comitato di attuazione di difesa civile è quella di «ipotizzare» scenari di evacuazione e piani «ad hoc» per ogni tipo di situazione. […]

Il testo integrale dell’articolo di Elena Panarella è stato pubblicato sul sito del Messaggero