[…] Vika, o Maria, orfana di 10 anni, è decollata da Genova per Minsk venerdì sera, mentre i Giusto chiedevano al direttore dell’aeroporto ligure se il jet era già partito e lui diceva di sì, anche se era fermo sulla pista. Menzogna utile dal suo punto di vista, considerato che il signor Aldo, «nonno» paterno della bimba, ammette: «Eravamo lì in 50, avremmo fatto un blitz». […] Ma i Giusto non si danno pace, vogliono sapere perché Vika è andata via prima che la corte d’Appello comunicasse la sua decisione sul rimpatrio. Parlano di pressioni ricevute, «da martedì scorso», da parte del ministro della Giustizia, Clemente Mastella. Sostengono che è stato protagonista di una trattativa mai andata in porto, condotta a loro nome dal vescovo di Savona, Domenico Calcagno. «Mastella ci proponeva una mediazione verbale senza garanzia da parte bielorussa — dicono —. Gli abbiamo scritto un protocollo, non l’ha presentato all’ambasciatore Skripko per la firma. Ha detto: «Andrà a finire come Dio vorrà». Il ministro replica quasi sconsolato: «Non ho mai parlato con queste persone. Capisco il loro stato d’animo, ma non c’è motivo di alzare il tiro verso di me, visto che mi sono tenuto fuori da questa vicenda. Durante la telefonata ricevuta da una personalità ecclesiastica ho tentato di far capire che la situazione era difficile. Quando non si può mediare non si media». Per i Giusto le telefonate sono molte di più. Ma è importante? Lo è dopo che la corte d’Appello ha scritto «non hanno, sotto il profilo tecnico-giuridico, alcuna veste per impugnare il provvedimento»? E ancora: «Quand’anche i Giusto fossero legittimati al reclamo esso sarebbe pacificamente da respingere». Infatti l’ha respinto: «Così deciso in Genova, il 28/9/2006». Insomma, per la giustizia italiana Vika doveva tornare a casa. Però i giudici scrivono di aver «in corso di stesura del provvedimento informalmente appreso che su iniziativa dell’autorità bielorussa si è provveduto al trasferimento della piccola con modalità diverse da quelle stabilite». Il trasferimento è del 29. Le motivazioni portano la data del 28: quella della camera di consiglio o quella del giorno in cui sono state scritte? […] «Dobbiamo tutelare la bambina, ma il modo non era nasconderla», dice invece Rosy Bindi, ministro delle Politiche della famiglia. Mario Segni raccoglie la sfida partita da Cogoleto, si collega con la piazza al termine di una fiaccolata, sabato sera, e dice: «Non ci fermeremo fino a quando non avremo certezze sul futuro di Maria». Furio Colombo parla di «una vera e pro pria “rendition” realizzata da due governi che hanno voluto ignorare il diritto di una bambina in nome di buone relazioni».[…] Il presidente del tribunale dei Minori di Genova, Adriano Sansa, risponde il 5 al ministero: «Per quanto consapevole delle serie implicazioni prospettate il Tribunale non può disporre il trasferimento di una minore in contrasto con le indicazioni mediche competenti». Il giorno dopo, invece, dispone quel trasferimento, convinto da una lettera, sempre del 5 settembre, con cui Minsk si impegna a non rimandare la bimba a Vileika, a farla visitare da medici italiani e a garantire contatti con i Giusto. Il 6 settembre a Cogoleto viene deciso di far sparire Maria. Da due giorni la bimba è in una casa famiglia vicino a Minsk. I Giusto hanno denunciato l’Italia alla Corte europea umani di Strasburgo per violazioni di diritti fondamentali della piccola. […]
Maria in una casa-famiglia I misteri della trattativa
Un commento
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ah e loro invece, che l’hanno rapita, sono bravi e belli?
io non ho ancora visto referti medici ufficiali (non del medico di famiglia di quei due invasati, che per quel che ne so può benissimo aver scritto solo balle) che attestino le violenze.
ho visto semplicemente due persone che hanno sottratto una bambina straniera nascondendola senza avere il benchè minimo diritto su di lei.