Paura dell’Islam, Maometto non brucia più

Celebrare le vittorie cristiane contro gli invasori arabi ma senza offendere l’islam e il profeta Maometto. E’ questa la nuova preoccupazione degli organizzatori delle Fiestas de Moros y Cristianos, celebrazioni tipiche di varie regioni della Spagna, che risalgono al tempo della Reconquista, ovvero la cacciata dei mori dalla penisola iberica, cominciata nel 700 e culminata nel 1492. Nel corso di queste manifestazioni, durante le quali vengono rievocate le antiche battaglie con parate e sfilate in costume, la parte dei «cattivi» la fanno appunto le armate moresche che per secoli avevano spadroneggiato in Spagna e Portogallo. Le recenti polemiche sulle vignette satiriche contro Maometto e lo scontro diplomatico-religioso scatenato dalle parole di papa Benedetto XVI a Ratisbona hanno però suggerito di adottare toni più soft nella descrizione degli eserciti arabi. […] La paura del radicalismo islamico e il timore di offendere le comunità musulmane che vivono in Spagna hanno certo avuto un ruolo nelle decisioni più recenti. Ma è stato già a partire dal Concilio Vaticano II, che ha lanciato l’ecumenismo e il dialogo tra le religioni, che in diverse città si è incominciato a rinunciare all’uso dell’immagine di Maometto e, comunque, all’atto finale della sua distruzione. Le ultime tensioni hanno convinto al passo indietro anche quelle città che ancora mantenevano in vita il vecchio «copione». «Così come stanno le cose, conviene andare con i piedi di piombo» ha commentato Agustin Belda, ex presidente della giunta delle feste di Bocairent. E il sindaco di Beneixama, Antonio Valdes, ha ammesso che la distruzione della testa di Maometto «non era una parte essenziale» dei festeggiamenti ed è stata eliminata «per non ferire la sensibilità di alcune persone».

Fonte: Corriere.it

4 commenti

Fabio Sacco

Si tratta di tradizioni di pessimo gusto. Si tratta della rievocazione della cacciata di musulmani ed ebrei, dovuta alla loro ricchezza ed intraprendenza. Mentre gli spagnoli si cullavano sulle ricchezze e disprezzavano ogni attività, gli “stranieri” lavoravano.
La Spagna, nonostante la sua civiltà, continua a proporre cultura “incivile” (vedi le corride, le corse dei tori, etc)

ignazio

Tale notizia segue di pochi giorni l’autocensura a Berlino dell’opera di Mozart. Questi fatti sono senza dubbio più devastanti di qualsiasi attacco terroristico, compreso quello alle Torri di New York. Questo non è rispetto: questa è paura. Così si calpestano i diritti acquisti anche col sangue di cui gli Europei devono andare fieri e difenderli da ogni attacco. Stiamo parlando del diritto di espressione, di pensiero, di critica, di dissenso, di stampa, di espressione artistica e più in generale di libertà individuali; … e anche se posso non essere d’accordo con l’accanimento nelle tradizioni, non è per paura che vanno mutate.
Attenzione perché oltre la paura ci può essere (o già c’è) qualcuno a cui le limitazioni delle libertà possono comunque non dispiacere.

Annalisa Santini

Sono d’accordo con quanto affermato da ignazio. La concomitanza delle due situazioni ( a Berlino per Mozart e ora in Spagna) fa pensare seriamente ad un ripiegamento motivato dalla paura e non dalla tolleranza o da una corretta rivisitazione di errori del passato. Quasi fosse doveroso adesso modificare idee o atteggiamenti solo perchè ci viene imposto e non per scelta di pensiero. mala tempora…

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