[…] Una missiva in latino, datata 18 maggio 2001, con la quale l’allora Prefetto per la congregazione della fede impartiva a tutti i vescovi cattolici del mondo – pena la scomunica – il “segreto pontificio” sui “reati penali gravi, come per esempio l’abuso sessuale di bambini” eventualmente commessi da membri della sua congregazione. La missiva stabiliva che “solo i tribunali speciali ecclesiastici” avrebbero potuto inquisire gli uomini di chiesa che si fossero macchiati di tali crimini. Questa lettera, già di per sé, costituiva reato di favoreggiamento della pedofilia e favoriva quell’insano clima di omertà ecclesiale davanti al peccato mortale più terribile di tutti: la violenza contro i bambini. Adesso la BBC ha scoperto un nuovo documento, sempre partorito dalla mente di Ratzinger, che fa retrodatare il terribile kommand al 1962. Si tratta del Crimen Sollicitationis, un atto che doveva rimanere “riservato e segretissimo” a tutti i vescovi cattolici e in particolare a quelli nord americani, ordinando loro di non denunciare alle autorità locali i casi di pedofilia di cui fossero venuti a conoscenza all’interno della Chiesa. La Chiesa – poi, secondo Ratzinger – avrebbe provveduto a spostare (non certo a radiare dalle sua fila) in un’altra diocesi il prete o il cardinale vizioso di turno; fatto di recente accaduto per il cardinale di Boston, spostato a Roma in seguito a un ignominioso processo per pedofilia. Ricordo che lo spostamento vicino San Pietro, in ambito di Chiesa, equivale a una promozione. Su questa tristissima vicenda, s’inserisce poi il ruolo di Ratzinger relativo a Juan Carlos Patino-Arango un prete della parrocchia di Houston che, grazie alle pressioni personali dell’odierno pontefice, venne fatto fuggire nell’agosto del 2000 dagli USA, dove era stato accusato di essersi – perdonate il termine tecnico – inculato tre chierichetti della parrocchia di San Francesco di Sales di Houston. Il Tribunale della contea di Harris (Houston) aveva inquisito il prete e ha accusato Ratzinger, l’arcivescovo Joseph Fiorenza e il reverendo William Pickhard di “copertura e favoreggiamento della pedofilia relativamente al caso del seminarista Patino-Arango”, chiamandoli alla sbarra per discolparsi. Siamo al settembre del 2000. Il Vaticano, nel 2005 – per mano del nuovo pontefice, ossia lo stesso Ratzinger – ha fatto pressioni sul governo americano al fine di insabbiare il processo. Il ministro della Giustizia statunitense ha dunque ordinato al Tribunale di Houston di “lasciar perdere”, in quanto la questione “era contraria agli interessi di politica estera degli Stati Uniti d’America”. Ovviamente, tutto ciò ha occupato i servizi principali e le prime pagine dei giornali anglosassoni delle due coste dell’Atlantico. In Italia, un trafiletto su Liberazione, un altro sul Manifesto, uno ancora su Repubblica a pagina 36, uno su Indymedia e un servizio di qualche pagina su AUT MAGAZINE, a mia firma. Adesso la BBC viene fuori con nuove accuse e nuove prove. Se il sovrano di Città del Vaticano non fosse assoluto, ma fosse un monarca costituzionale, davanti a un simile scandalo (altro che Watergate, qui) sarebbe costretto alle dimissioni. Essendo lui un re non deponibile dai suoi sudditi, se ne fregherà. Ma che almeno in Italia si sappia di che pasta è fatto l’uomo.
Il testo integrale dell’articolo di Sciltian Gastaldi è stato pubblicato sul blog Anelli di Fumo
Che la vergogna si abbatta sul fregnacciaro Razzinga, e sulla stampa italiana, omertosa come non mai, e bravi anche i telegiornali, a non parlare del caso, viva la repubblica delle banane!
Ma se Dio esiste come si spiega Ratzinger?? Ergo Dio non esiste
Dio esiste, ma non vuole che lo si sappia in giro 🙂