Lo scandalo etnico-confessionale

Non mi scandalizza il fatto che in una sala del Viminale, martedì, al termine della riunione del ministro dell’interno con la Consulta islamica, si sia celebrato il Ramadan. Vi siete mai scandalizzati di fronte alla messa che viene celebrata in ogni occasione ufficiale? O al fatto che un funerale di stato in Italia può essere solo religioso e secondo il rito cattolico? Nonostante la religione cattolica non sia più la religione di stato mantiene di fatto una supremazia sulle altre. Ed è partendo da questa «nostra» identità religiosa che il governo propone il riconoscimento degli stranieri non cattolici e degli italiani convertiti sulla base della loro appartenenza etnico-confessionale. Questo sì fa accapponare la pelle e non solo perché ci riporta subito ai drammatici scontri etnico-religiosi che dissanguano l’Iraq e che hanno dilianiato Jugoslavia, Afghanistan, Ruanda e altri paesi, ma anche perché così facendo si distrugge il concetto stesso di cittadinanza. Quando il ministro Amato chiede alla Consulta di sottoscrivere una Carta dei diritti e dei valori – ipotesi contestata dall’Ucoii e poi abbandonata in attesa della elaborazione di una Carta dei valori che dovrà essere accettata da tutte le comunità etniche e religiose — riafferma quei principi di libertà e uguaglianza nati dalla rivoluzione francese, ma dimentica di valorizzare il termine di «cittadino» che ne fu protagonista. Questo appellativo usato indistintamente per tutti gli individui, con la rivoluzione francese diventa simbolo di libertà e di uguaglianza. Il ritorno alla definizione in base all’appartenenza etnico-religiosa è la negazione della libertà: un musulmano che vive in Italia perché non può essere riconosciuto in quanto individuo invece che in quanto credente e appartenente alla comunità islamica? I musulmani hanno diritto alla laicità, come noi. E infatti solo una piccola minoranza dei musulmani in Italia frequenta le moschee, eppure l’Ucoii può vantare tanto potere perché controlla la maggior parte dei luoghi di preghiera. Il riconoscimento religioso aumenta il potere dei gruppi islamisti, soprattutto i più radicali, che hanno maggiori mezzi coercitivi per controllare le loro comunità. È proprio questa la logica da sconfiggere per cominciare a disinnescare i ricatti e le provocazioni dell’Ucoii e dei Fratelli musulmani.

L’articolo di Giuliana Sgrena è stato pubblicato sul Manifesto 

10 commenti

Stefano

Mi ricordo che quando facevo il militare è capitato che ci portassero in marcia alla cappella della caserma per una messa non rendendosi nemmeno conto di commettere un grave reato e cioè quello di violazione della libertà di culto!

robi

L’errore di Amato è stato di moltiplicare l’errore. La messa nei palazzi di Stato c’è sempre: ed è un errore. Adesso avremo anche il muezzin sul torrino del Quirinale. Questo o quello per me pari sono. Dato che il nostro ministro vuol moltiplicare l’errore, mi aspetto, come suo elettore e cittadino, che dia spazio anche a FSM (Flying Spaghetti Momnster) e ai pastafariani.

Daniele Gallesio

«Vi siete mai scandalizzati di fronte alla messa che viene celebrata in ogni occasione ufficiale?»

Veramente sì…

Francesca

“Il riconoscimento religioso aumenta il potere dei gruppi islamisti, soprattutto i più radicali…”

Brava Sgrena!

Marco G.

Colgo l’occasione per menzionare il Lingam del dio Shiva: quello che tirano fuori ogni volta che viene approvata una legge finanziaria…

Andrea

>” Il ritorno alla definizione in base all’appartenenza etnico-religiosa è la negazione della libertà”

Pare proprio che non ci sia niente di peggio che un’individuo che non possa essere marchiato da una religione, per le religioni i credenti vanno sempre meglio, anche gli individui che appartengono a un’altra, basta che non siano atei.

antonella_621

Il governo faccia il proprio lavoro ne ha già abbastanza, anche perchè a livello di economia stiamo proprio messi male (basta vedere la terza settimana del mese come vanno le vendite), mi pare che neppure il “misero Veblen” venga tenuto in una qualche considerazione, e si continua a premiare il capitalismo da “speculazione” anche da una sedicente “sinistra”, che di ideali comunisti e socialisti ne ha assai ben pochi (Bertinotti comunista? Se lo fosse se ne sarebbe già uscito dall’unione, semmai è un blando socialista, ma proprio blando blando).
Ministri, segretari, sottosegretari, ecc. lascino il ramadan, le funzioni religiose, e quanto altro a chi di competenza, e pensino a fare il proprio lavoro in modo migliore nei confronti dell’intero paese (anche se ne dubito visto l’andazzo), le pubbliche relazioni anche religiose lasciano il tempo che trovano.

robi

Dichiarazione del Ministro dell’Interno al Corriere della Sera :

“… Ma l’Ucoii non è un’organizzazione estremista, quasi da mettere fuorilegge?
«Non ci risultano ragioni per metterla fuori legge, ma è certo che tende non all’integrazione, ma alla preservazione di una identità separata che è quella su cui fa leva il fondamentalismo. In ogni caso non coincide con la Consulta islamica e rappresenta in essa una posizione minoritaria. La Consulta, e non l’Ucoii, ha offerto una cena islamica nel corso del Ramadan, sulla base di una decisione presa in passato, che prevede anche l’offerta di una cena cristiana da parte nostra in prossimità del Natale»….”

Ma cos’è un Ristorante ???? Una cena cristiana da parte NOSTRA ???? Ma nostra di chi???? Ma questa gente si rende conto che offre le cene a spese nostre ???? Ma qualcuno gli ha detto che fa il Ministro dell’Interno e non è proprietario di una pizzeria ???? Ma noi avremmo una cena cristiana nostra…. ma lo lasci dire a Ruini , non al ministro degli Interni della Repubblica italiana!!!! incredibile e desolante. Ma dove sono i giornalisti con la schiena dritta?

archibald.tuttle

e che mangiano nella cena cristiana? pane azimo e vino? mah…

Commenti chiusi.