Tra cattolici e laici il grande baratto d’inizio millennio

Il passaggio del millennio ha segnato anche un curioso scambio nel nostro Paese. I cattolici italiani hanno perso, con la fine della Dc, la centralità del potere che avevano conquistato per quasi tutta la seconda metà del secolo scorso. I laici hanno visto finire l’incubo di «morire democristiani», ma si sono lasciati sfuggire, proprio in favore dei cattolici, quella egemonia culturale che aveva caratterizzato la spartizione della società italiana all’avvio della Repubblica. Su questo intrigante «baratto» si appunta l’attenzione di un interessante libro di Marco Damilano, intitolato Il partito di Dio, che, per le edizioni Einaudi, è da oggi in libreria. Si tratta di una approfondita radiografia del cattolicesimo italiano, alla vigilia di quel convegno ecclesiale, quest’anno previsto a Verona dal 16 ottobre, destinato, come accade sempre ogni dieci anni, a segnare una svolta nella storia della Chiesa di casa nostra. […] Tutte le indagini sociologiche più recenti dimostrano, l’ha riconosciuto lo stesso Benedetto XVI, come in Francia, in Olanda, in Belgio, le Chiese siano «morenti» e come, perfino nella (ex) cattolicissima Spagna, i vescovi siano costretti a scendere in piazza pur di difendere gli spazi di autonomia e di azione del clero. In Italia, invece, «la Chiesa sembra restare l’unico potere forte in circolazione», osserva giustamente Damilano. La vittoria nel referendum sulla fecondazione assistita del giugno 2005, l’apogeo della parabola ruiniana a capo della Cei, certo è stata interpretata troppo trionfalisticamente dai cattolici. Con una appropriazione esclusiva e indebita di quel 74 per cento di cittadini italiani che non ha votato «sì». Un’operazione politico-comunicativa brillantemente riuscita, ma che potrebbe ritorcersi come un boomerang nel prossimi anni. […] Con gli occhi del passato non si vedono i problemi del futuro. Una legge che riguarda tutti, non solo i cattolici italiani. Dovrebbero rispettarla anche i laici di casa nostra e chiedersi perchè la loro voce sembri così sommessa, rinunciataria e sostanzialmente inascoltata nella società italiana di questo secolo. Forse anche loro soffrono un po’di nostalgia. Malattia insidiosa e, comunque, che non si possono permettere.

Il testo integrale dell’articolo di Luigi La Spina è stato pubblicato sul sito della Stampa

4 commenti

Paolo Profita

In Italia c’è stata anche l’adozione del maggioritario che è stato applicato in maniera anomala. I cattolici si sono divisi sia a destra che a sinista e quì ricattano i progressisti che,essendo a loro volta divisi in tanti cespugli ( a causa della quota proporzionale del 25%), hanno bisogno dei voti cattolici per affermarsi. Uno Zapatero in Italia non potrà mai emergere finchè ci sarà il Concordato a tarpare le ali della laicità! E ad aggravare la situazione c’è la religione ideologica marxista che, oltre ad avere nostalgie anacronistiche, non difende la laicità, ma fa pure da spauracchio ai laici credenti faidatè o meno che diventano atei devoti e la frittata italiana è fatta! La riforma elettorale proporzionale imperfetta , ibridatasi nel maggioritario preesistente, ha peggiorato tutto, specialmente al Senato.

Marco G.

Damilano ha ragione soprattutto quando dice che la Chiesa cattolica “sembra” restare l’unico potere forte ecc. In realtà è difficile stabilire fino a che punto questo sia frutto di un matrimonio di convenienza con i media commerciali con i quali ha sempre più in comune l’utenza, e più in generale con l’andamento demografico di una popolazione che continua ad invecchiare, e quali sviluppi potranno derivarne in un futuro anche prossimo. Mi sembra evidente però che la sconfitta all’ultimo referendum (ultimo in più di un senso, almeno tra quelli col quorum…) ha evidenziato tutte le carenze della cultura politica laica: si è insistito sconsideratamente nell’utilizzare uno strumento che così com’era non poteva più funzionare, che doveva e poteva già da tempo essere riformato. I laici hanno avuto occhi solo per la materia della consultazione, la questione particolare, e hanno perso di vista il quadro generale, lo stato delle istituzioni democratiche nel paese. Il fatto che molti di loro siano uomini di apparato non ha sicuramente giovato, si sa come la partitocrazia abbia sempre visto il referendum come il fumo negli occhi, per dargli il colpo di grazia anche Ruini andava bene. Il pragmatismo riformista di Zapatero è veramente lontano anni luce.

Sergio

In realtà, io credo che il potere della Chiesa Cattolica sia ampiamente sopravvalutato, vedi quello che è successo in Spagna: ma, a differenza di quanto succede in quel Paese, pochi hanno il coraggio di andare a vedere il bluff e, di quei pochi, pochissimi stanno nella posizione di decidere per tutti.

Andrea A

Intanto c’è da considerare che il Vaticano è nel bel mezzo del territorio italiano, e
l’influenza storica che ha esercitato nel nostro paese, è stata maggiore che in altri;
la DC in realtà più che essere finita è stata ridotta e divisa dal bipolarismo, non poteva sparire del tutto perchè troppo era il potere che deteneva nella nostra società, i due poli quindi hanno cercato di farla sopravvivere per evitare cambiamenti che dopo il crollo della diccì, potevano prendere strade imprevedibili, ed eventualmente traumatiche.
La chiesa (o DC), quindi si è divisa (per fortuna), sopravvivendo privata del monopolio, ma con ancora in mano un grosso potere, e ora funge da arbitro tra i due poli, che a loro volta la ospitano frammentata, sia per calcoli elettorali, sia per disporre della collaborazione di uomini DC sopravvissuti in posizioni chiave. In più, la chiesa ha conservato una buona parte dell’influenza sul controllo dei media tradizionali, e naturalmente è ancora molto viva la cultura cattolica stampo DC in quelle fasce d’età che vanno dai 40/45 anni in sù, dove i nostalgici della vecchia DC non mancano.
Inevitabilmente la chiesa italiana non potrà che adeguarsi ed “europeizzarsi” nel lungo periodo se il nosto paese vorrà rimanere in Europa, e B16 non mi sembra l’uomo più adatto verso questa necessaria evoluzione; a parer mio c’è però un’incognita da considerare, che è rappresentata dall’evolversi dei rapporti con il mondo islamico: io credo che se le tensioni aumenteranno così come le guerre ed eventualmente gli atti terroristici, e il fenomeno dell’immigrazione vedrà l’arrivo di sempre maggiori masse di islamici, allora la chiesa guadagnerà qualche punto, e almeno per un certo periodo, le posizioni più conservatrici godranno ancora di qualche credito.

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