Il sindaco decide: “Suonino le campane”

Fosse accaduto in un giorno in cui gli uffici comunali erano aperti, tutto si sarebbe risolto nel giro di qualche ora, senza tanto clamore. Sono bastate infatti poche righe indirizzate al parroco di Besenello (TN), don Gino Flaim, a firma del sindaco Carmen Manfrini per dare nuovamente voce alle campane del paese che ieri mattina hanno ripreso a suonare. Lo «sciopero» del campanile, com’è stato ribattezzato, era iniziato sabato mattina quando, in seguito ad una telefonata arrivata in parrocchia dalla locale stazione dei carabinieri, il parroco era stato avvertito che una famiglia venuta ad abitare in paese da poco si era lamentata per il fastidio causato dal suono delle campane. Si era parlato di «inquinamento acustico» ed il sacerdote, preoccupato, ha deciso assieme ad alcuni rappresentanti della comunità di sospendere i rintocchi in attesa di avere indicazioni precise per dirimere la questione. Il primo cittadino ieri ha preso in mano la situazione, autorizzando il parroco a «ripristinare il suono della campane», come si legge nell’oggetto della lettera, «al fine di mantenere le tradizoni consolidate da lungo tempo nel nostro paese». «Glielo chiedo a nome della maggioranza della comunità – scrive Carmen Manfrini – e mio personale, in quanto attraverso il suono della campane si identificano momenti spirituali di gioia e di dolore». […] Il caso di Besenello ha rispolverato un fatto simile accaduto ad Avio, del quale avevamo riferito qualche settimana fa. A lamentarsi del suono delle campane allora era stata Elena Simonazzi, romagnola trapiantata in terra lagarina. «Dopo la prima notte trascorsa nella casa di Avio, a cento metri dalla chiesa – racconta – mi sono rivolta alla Curia per chiedere se era possibile intervenire in qualche modo per ridurre il suono delle campane che scandiscono ogni quarto d’ora anche di notte ed al mattino presto suonano per quattro o cinque minuti». Il parroco allora aveva spostato l’Ave Maria mattutina dalle sei alle sette del mattino, rientrando così nei limiti previsti dalla legge come spiegano i tecnici dell’Apat, l’agenzia provinciale dell’ambiente e per i servizi tecnici. La materia è complicata. Bisogna distinguere innanzitutto i rintocchi che scandiscono le ore da quelli che annunciano una celebrazione religiosa, ad esempio, anche se il suono è lo stesso. […] Elana Simonazzi in ogni caso tiene a precisare che la sua posizione non è contro le tradizioni del paese: «Credo che la mia richiesta non sia esagerata, anche perché probabilmente c’è altra gente che vorrebbe far presente questo fatto ma non ha gli strumenti per farlo, come gli anziani malati o gli extracomunitari di altre religioni che abitano vicino a casa mia. Il problema dell’inquinamento acustico delle campane esiste seriamente e non è stato adeguatamente preso in considerazione, non può essere chiuso sotto la parola tradizione».

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2 commenti

RazionalMENTE.net

Ma se uno è non credente e vorrebbe riposare un po’? Niente? Dobbiamo metterci i tappi nelle orecchie? Allora io proporrei una controffensiva (che certamente è illegale visto che siamo in uno Stato teocratico). Non appena finiscono di suonare le campane prendete un po’ di trombe da stadio e… 🙂

Voi suonate le vostre campane, noi suoneremo le nostre trombe 🙂 🙂

raphael

E’ un altro di quei problemi che sembrano marginali ma che vi assicuro sono invece fondamentali (provate a non dormire per più notti di fila con dei bambini piccoli da calmare per lo spavento): più la reazione dei cattolici rompicoglioni è decisa e più si va al fondo della questione laicità.
Un solo aspetto positivo: mia figlia ha paura delle campane e si tiene a distanza dai campanili. “E’ colpa loro se non si dorme papà?” “Si”

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