Cresce a dismisura la pratica della cremazione fra i (defunti) milanesi. La Camera di Commercio conferma che le richieste di cremazione hanno superato quelle di sepoltura. I fattori che spingono in questa direzione sono due: il venir meno del credo religioso e i costi esorbitanti delle tombe. Un monumento marmoreo può costare anche 3500 euro, mentre l’urna cineraria si attesta sui 200, senza contare che la Regione Lombardia permette di tenere in casa il vaso con le spoglie del caro estinto. Questo cambio di indirizzo funerario ha prodotto anche una forte crisi fra i marmisti, che hanno deciso di rilanciare il settore dei monumenti funebri con un corso suddiviso in cinque materie denominato “Stones”, con l’ambizioso scopo di aumentare la professionalità degli addetti e recuperare così i clienti che altrimenti opterebbero per essere “inceneriti”.
Milano, l’aumento delle cremazioni manda in crisi i marmisti
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Che la cremazione sia il metodo con cui sempre un maggior numero di persone affronta l’ultimo viaggio non puo’ che essere positiva, tra l’altro anche una buona occasione per dare una spallata alla lobby del caro estinto, che ultimamente ha raggiunto dei prezzi a livelli veramente vergognosi, quasi che anche morire sia un lusso.
già, e poi e molto meglio farsi cremare, che lasciarsi decomporre in una bara che è costata migliaia di euro, e poi le risse per i loculi ele mazzette pagate agli impiegati comunali per i loculi migliori ei cimiteri che diventano sempre più grandi.
E’ una vergogna che dalle mie parti,(Sicilia) invece non attecchisca,si preferisce spendere un sacco di soldi x farsi la cappella, onestamente non lo capisco tutto questo feticismo per il funerale.
Vedrete che a breve anche i marmisti scenderanno in piazza per protestare contro questa indecente liberalizzazione del mercato delle tumulazioni!