Eutanasia, don Verzé fa arrabbiare il mondo cattolico

Si riaccende la discussione sull’eutanasia e sul testamento biologico dopo la confessione di don Luigi Verzè (nella foto), pubblicata ieri dal Corriere della Sera. Al fondatore del San Raffaele, che ha raccontato di aver «staccato la spina» come «atto d’amore» nei confronti di un amico malato, ha risposto subito la Cei, tramite le parole di monsignor Sergio Pintor. A margine di un simposio dal titolo «Scienza, salute, persona», Pintor ha chiarito che «se una persona è lucida, e pur nella sofferenza vive in modo dignitoso, a mio avviso non si può parlare di accanimento terapeutico». Quanto al testamento biologico, per il responsabile della Cei «non può essere fatto anni prima di un’eventuale malattia, senza tener conto della situazione che sarà e delle opinioni dei medici che cureranno la persona». […] «I contenuti della dichiarazione di Don Verzè sono di una banalità estrema, poichè non abbiamo mai sostenuto l’accanimento terapeutico: è l’immagine della comunicazione di don Verzè che serve agli avversari della vita». Lo afferma il leader del Movimento per la Vita Ambrosiano Paolo Sorbi. «Siamo alle solite: Don Verzè provoca la discussione già chiarita perché gli interessa la propaganda. Per questo è stato strumentalizzato dal professor Veronesi, che ideologicamente sostiene l’eutanasia in tutte le sue versioni». […]

Fonte: l’Arena

Un commento

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Ma questi avversari della vita saremmo noi comunisti atei mangiabambini omosessuali e negri? Ma possibile mai che su questioni così delicate ci sia ancora chi voglia farne una questione politica, la lotta tra il bene e il male, come se i fautori dell’eutanasia fossero degli assassini assetati di sangue? Basterebbe questa considerazione a dare la misura del livello intellettuale di certa gente.

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