RU486: nessun farmaco del demonio

Ennesime polemiche riguardo alla RU486, ennesime cattive motivazioni a sostegno della condanna. Il presidente della Regione Roberto Formigoni, intervenendo al convegno Interruzione volontaria di gravidanza farmacologica: realtà e mito, organizzato dalla Scuola di Direzione in Sanità dell’I.Re.f, Regione Lombardia, ha manifestato la sua avversione soffermandosi su due elementi (Aborto: Ru486; Viale, Casi Sperimentazione Bastano, ANSA, 12 ottobre 2006): i problemi medici che può creare l’uso della Ru486 e l’assistenza e l’aiuto alle donne. Discorso che Viale ha liquidato come un “riassunto” del libro di Eugenia Roccella (anche lei presente all’incontro). “Ha fatto un discorso partendo da posizioni contro l’aborto – ha osservato il medico –. Con quelle opinioni lo inviterei a fare figli”. Formigoni a quel punto aveva già lasciato il convegno per andare a Roma all’incontro sulla Finanziaria e quindi non ha replicato.

Resta però la sua difesa del diritto alla vita, e le obiezioni sollevate sull’uso della RU486. Peccato questo mordi e fuggi invece che un confronto serio. Sembra una conversazione tra sordi schizofrenici: si fa la propria affermazione e si lascia la sala alla volta di un’altra affermazione e di un altro appuntamento. E così all’infinito. Che cosa c’entra, poi, la difesa del diritto alla vita con la presunta pericolosità della RU486? […]

Il testo integrale dell’articolo di Chiara Lalli è stato pubblicato sul blog Bioetica

 

Un commento

germano

Il dialogo sulla bioetica è impossibile: la bioetica non esiste come campo autonomo. In ogni situazione o si è da una parte o dall’altra, senza possibilità di incontro. Credo che ormai questi comitati di chiacchieroni possano essere anche sciolti.

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