Da qualche minuto un nuovo sondaggio è disponibile sul sito UAAR. Questo l’argomento: “Diversi episodi hanno riproposto il tema degli abbigliamenti religiosamente connotati (croci al collo, veli, kippot)”. Si può esprimere la propria opinione scegliendo tra quattro opzioni: 1) Ognuno deve essere libero di indossare qualunque cosa voglia, in ogni situazione 2) Ogni maggiorenne deve poter indossare ciò che vuole: ma se subisce dei condizionamenti, si deve intervenire senza indugio contro la famiglia 3) L’ostentazione e gli interventi sulle famiglie creano sgradite tensioni sociali, che vanno evitate vietando ogni abbigliamento religiosamente connotato nei luoghi pubblici 4) Vieterei tali abbigliamenti in ogni situazione.
Si può votare per il sondaggio sulla home page del sito UAAR
Si è nel frattempo concluso il precedente sondaggio. Questo era l’argomento: “Il Presidente Napolitano ha invitato il parlamento a discutere di testamento biologico ed eutanasia”. Questi i risultati: Il parlamento ne discuterà, ma non approverà alcuna legge – 43% Il parlamento approverà una legge sul solo testamento biologico – 34% Il parlamento non ne discuterà – 13% Non c’è nulla di cui discutere: l’eutanasia è un crimine – 6% Il parlamento approverà una legge anche sull’eutanasia – 5%
Ognuno sia libero di indossare cosa vuole purchè non in contrasto alla legge.
E’ la prima volta che mi sento imbarazzata nel rispondere a un sondaggio. Trovo orribile vietare qualcosa che abbia a che fare con la libertà di espressione (e l’abbigliamento è anche questo no?) ma d’altro canto quando vedo una donna coperta dal burqa mi vengono i brividi. Ci devo pensare
Beh, se parliamo proprio del legiferare su abbigliamenti legati a tradizioni religiose, direi “libertà totale di indossare quel che si vuole, libertà anche di indossare crocifissi ed altri simboli religiosi, cornetti, ferri di cavallo, cazzettini, zampe di coniglio, scalpi umani, teste mummificate e ridotte piccole piccole.
Insomma non è coi divieti che si diffondono il razionalismo e la laicità dello Stato. Io preferirei dialogare con una donna musulmana convinta della bontà del velo e provare a farle sorgere qualche dubbio.
Viva la libertà, viva il dialogo, viva la democrazia, viva una società multietnica e multiculturale, viva la diversità anche se non esiste, viva i diritti sociali e il rispetto reciproco.
“Ogni maggiorenne deve poter indossare ciò che vuole: ma se subisce dei condizionamenti, si deve intervenire senza indugio contro la famiglia.”
Non è detto che sia sempre la famiglia che obbliga: bisogna intervenire a favore di chi si dichiara costretto.
Certo: può essere “condizionato” e non “costretto” … c’è, però, già la restrizione ai soli maggiorenni.
Se oltre a questo aggiungiamo un educazione volta a combattere (n.b. non annullarli) i condizionamenti, a sviluppare un pensiero logico ed uno spirito critico si mina il problema alla radice.
Uno stato liberale non può che garantire a tutti la libertà di indossare ciò che vogliono (per me anche di andare in giro nudi!).
Il bello viene dall’analisi di tale principio.
Anzitutto se indossi qualcosa (o adotti un particolare comportamento, ecc.) perché sei costretto a farlo non è la stessa cosa … e questo è banale (anche se a volte non sembra).
Poi c’è il piccolo particolare che le persone possono essere indotte a determinate volontà ad es. mediante l’indottrinamento.
E’ qui che si gioca la partita!
Si risolve poco o niente finché sarà possibile impartire alle giovani e future generazioni una metodologia di pensiero chiusa e dogmatica.
Il velo o le croci non sono pericolose quanto la scuola confessionale … anzi: forse ne sono solo una conseguenza!
Certo libertà significa anche non subire indottrinamenti.
In India si è liberi di girare nudi, ma purtroppo è un fatto religioso anche quello.
a barcellona si puo girare nudi, e non e’ un fatto religioso!
Non lo sapevo. Ma è una legge dello Stato o solo della città di Barcellona?
mi sembra solo di barcellona. nel programma “italo-spagnolo” condotto da fabio volo da barcellona intervistavano un tizio che girava sempre nudo in bicicletta per la citta. quando veniva fermato da qualche poliziotto aveva pronta da esibire la documentazione della legge che gli permetteva di andare in giro nudo.
L’abbigliamento dev’essere libero, ma nel rispetto della legge per cui deve essere accertabile l’identità. Se io mi presento col passamontagna in Banca, non mi fanno entrare e chiamano i CC. Lo stesso avviene se mi presento ad un esame scolastico o lavorativo o, comunque per la strada in cui si deve poter accertare l’identità della persona perchè potrebbe essere un rapinatore o solo un testimone di un fatto. La persona ha , infatti, anche obblighi nei confronti della società a cui deve assolvere. Per cui mettersi il passamontagna sempre, velarsi sempre o celare la propria identità in pubblico viola gli obblighi verso la comunità . Questo principio , secondo me, deve valere sia per gli “occultamenti” religiosi che per ogni forma di “occultamento” dell’identità.
Dal momento che il discorso si restringe necessariamente all’abbigliamente musulmano, penso che non disciplinarlo rigidamente possa dar luogo ad un precedente che diventi la testa di ponte per soddisfare altre richieste, che la consulta islamica ha peraltro già fissate. E, se le si legge, si capisce come a quelle ne seguiranno altre, soprattutto quando il voto dei musulmani diventerà incisivo. E’ inutile gongolarsi con l’idea di una società perfetta in cui tutti sono felici purchè diversi. Ci sono diversità non conciliabili. Le religioni debbono adeguarsi al diritto e non viceversa, anche se ciò significa modificare l’abbigliamento rituale. Purtroppo in italia ci difendiamo male, a causa degli indecenti privilegi di cui gode la chiesa cattolica.
Fortunatamente non siamo più al tempo del fascismo, quando spesso la gente veniva fermata e gli venivano chiesti i documenti. Io sono libero di girare con cappello, occhiali scuri, bavero alzato che non è molto diverso dal’indossare un passamontagna. Ovviamente debbo essere riconoscibile quando occorre.
Una donna musulmana avrà una carta d’identità sulla quale il viso è chiaramente visibile.
Ci sono degli uomini indiani la cui religione impone di portare sempre il turbante, non possono mostrare i capelli e pertanto non possono usare una motocicletta perché il turbante non è compatibile col casco.
D’altra parte certe donne musulmane non si recheranno in una piscina pubblica perché non possono mostrarsi in costume da bagno davanti a degli uomini estranei.
Certamente di problemi le religioni ne creano molti. Sarebbe tanto di guadagnato poter indossare quel che si vuole senza obblighi religiosi.
Tuttavia nei limiti del rispetto delle attuali leggi italiane occorre consentire a tutti di vestirsi secondo i propri usi e costumi.
Per certe donne musulmane una legge che vietasse il velo sarebbe come per una donna occidentale una legge che le vietasse di coprirsi il seno.
A me non piacerebbe essere obbligato a girare col pipo di fuori 🙂
Infatti il problema sussiste per le richieste che possono essere ambigue secondo l’attuale normativa, ovvero per la tipologia di velo, visto che le varie sette islamiche sono discordi su che cosa debba mettersi in testa una donna. Se si concede spazio alle ambiguità si cede terreno a rivendicazioni che possono essere deleterie.
Il fascismo non c’entra nulla, il problema è che l’immigrato islamico è di difficile integrazione.
Nei confronti dell’islam non ci si può porre come nei confronti degli altri immigrati, che, pur mantenendo le loro culture, si adeguano alle normative che trovano. L’islamico non distingue tra sfera pubblica e privata, e questo lo rende a priori un cattivo cittadino. Mi sembra che non manchino esempi della indecente prepotenza degli islamici nei confronti dei paesi occidentali nei quali si trovano a risiedere. Pretendere rispetto dalla Chiesa Cattolica ed essere lassisti nei confronti dell’Islam, in nome di un malinterpretato multiculturalismo, non è nè accettabile, nè politicamente premiante.
Sarò antica ma per me non ci sono due pesi e due misure, e non mi sento, nè sono, fascista per questo.
Certamente uno può girare con bavero rialzato e occhialoni scuri, sciarpa e berretto , ma se si reca in Banca non so se lo fanno entrare. Comunque a richiesta di chiunque abbia necessità di accertarne l’identità uno può togliersi berretto e occhialoni. Diverso è il caso di chi si rifiuta , per qualsiasi motivo, di mostrare la propria identità nei luoghi pubblici, sempre e sistematicamente. Io credo che questo non sia accettabile dalla comunità . Il confine tra l’occhialone e il velo è labile , ma era fondato su una logica comune che non prevedeva l’esistenza di una ragione fondata per celare la propria identità sempre e comunque in tutti i luoghi pubblici . Adesso questa logica è saltata. Non è detto che la nostra consuetudine di svelare o poter svelare il viso fosse e sia la migliore, ma io penso che sia la più logica per la nostra cultura di paese ospitante a cui gli ospiti si devono adeguare. Se io vado a ubriacarmi di wisky in arabia , mi appendono per i pollici. Dal loro punto di vista hanno ragione e io dovrò cercare di non bere quando sono a Riad. Infine è assolutamente inutile avere una carta d’identità con un viso che non è praticamente riscontrabile nella realtà, tanto varrebbe fare una foto a una macchia nera.
In quanto al pipino , non penso che nessuno obblighi a tenerlo fuori, ma se una popolazione di qualche Paese avesse questo aspetto culturale, sarebbe giusto risparmiare sulle mutande se si vuole visitarli. Sennò si rimane a casa.
Ok, da oggi… GIURO… starò sempre col pipo da fuori, per la gioia mia e di tutte le pulzelle di destra e di sinistra 🙂
Anche dal pipo puoi risalire all’identità di una persona. Ad esempio a me e a Rocco Siffredi ci confondono sempre 🙂
Come portavoce delle pulzelle di destra, ti autorizzo a tenerlo dentro i pantaloni 😉
L’ Islam è il più grande problema che il mondo occidentale abbia da fronteggiare dai tempi del fascismo . Purtroppo e lo lego anche da questi interventi, la società italiana non essendo stata ancora confrontata con i musulmani come lo sono altri paesi europei, non è in grado di capire ancora cosa rappresenta questo pericolo .
Francesca sembra avvertirlo meglio degli altri però ha complessi di pensarlo cosi perché scrive ” sarò antica… ” ” non sono fascista ” etc …
RazionalMente menta oppure scherza…oppure non sa di che cosa parla . Vale la pena leggere il corano ( anche se la lettura in una lingua diversa di quella originale, l’arabo , ne è molto pesante ) Dopo non vi viene più la voglia di scherzare .
Inoltre ho fatto molti viaggi in paesi integralisti musulmani ( per motivi professionali ) e la mia opinione non si basa soltanto su quello che posso leggere sui giornali…
@ Gérard: ho letto la versione italiana, va bene lo stesso?
http://www.corano.it
@ Francesca: ti ringrazio, comincia a fare fresco la mattina ed è meglio tenerlo al riparo 🙂
@ RazionalMente
Lei è più in grado di me per poter dirlo ..
Credo aver sbagliato pensando che Lei era interessato a discutere seriamente dell’argomento oggetto di questo dibattito
Credo non è parola da usarsi su questo blog, s’informi!!!
Scherzi a parte, egregio signor Gerardo, il Corano lo conosco. Vuole sentire dalla mia viva voce che è pieno di scemenze e di violenza? Soddisfatto ora? Si sente più tranquillo o il fatto che io sia un KOMUNISTA continua a roderle le dark side of the cool?
La bibbia cristiana non è migliore del corano in fatto ad esortazioni allo sterminio, all’omicidio ed altre allegre pratiche.
L’unica ragione per cui in occidente non siamo più come l’arabia saudita è per il razionalismo, che ha generato benessere economico, che ha generato altro razionalismo, ed ha innescato il circolo virtuoso.
L’unica cosa negativa dell’occidente riguardo il razionalismo, è che non abbiamo imparato ancora ad usarlo per tutti gli argomenti. Un cristiano è una persona razionalissima quando parla di soldi o di questioni non attinenti alla sua religione, ma perde completamente la ragione quando parla di argomenti coperti dai suoi dogmi.
Un musulmano da questo punto di vista non è diverso.
La differenza è il numero di dogmi e con quanta energia irrazionale vengono difesi.
L’unica arma che abbiamo contro ogni fondamentalismo religioso (sia quello islamico che quello cattolico, risvegliato ad arte per ragioni politiche) è la ragione.
Pecunia non olet. Più che razionalismo secondo me è il benessere. Il senso del sacro è inversamente proporzionale al benessere sociale. Ci sono paesini in Italia dove ancora si fanno processioni e strani riti. Mentre nelle grandi metropoli è il dio denaro a farla da padrone. La religione continua ad essere usata dove c’è ricchezza a scopi politici.
L’unica arma che abbiamo contro i musulmani è GIOVANNI RANA.