Prodi in Vaticano, “Avvenire” soddisfatto

Uno Stato democratico e autenticamente laico conosce e riconosce lo spazio insopprimibile della libertà di coscienza di cittadini e parlamentari. È un principio che – nonostante qualche ciclico tentativo di scalfirlo via – resta scolpito nella pietra della storia dell’Italia repubblicana. Che rappresenta, insomma, una certezza. E potrebbe sembrare strano che su queste colonne si torni a ragionarci su, riprendendo convinzioni e concetti espressi venerdì scorso, dopo il suo incontro con Papa Benedetto XVI, dal presidente del Consiglio Romano Prodi. Ma strano non sembrerà a chi serba memoria – memoria recente e più remota – dei contenuti e del tenore (a volte incomprensibilmente anti-religioso) del confronto politico e culturale che si è svolto e che continua a svilupparsi anche nel nostro Paese sui temi della vita, della libertà e della responsabilità. […] Il capo del governo e della maggioranza ha così delineato la via di discussioni parlamentari «senza ordini di scuderia», libere e coscienziose. Per poi sottolineare che «i problemi della vita e della morte, dell’etica e delle radici dell’uomo» non m eritano «strumentalizzazioni» ideologiche o elettoralistiche, ma soluzioni «serie». E si è detto sicuro del fatto che più il dibattito si farà «profondo» più quelle soluzioni saranno in «coerenza» con i princìpi dell’umanesimo affermato e difeso anche dalla Chiesa cattolica. Si tratta di indicazioni importanti. Utili, probabilmente, anche per uscir fuori dalla coltre d’ambiguità che, proprio su questi aspetti dell’attività legislativa e di governo, si era addensata nei primi mesi del Prodi II. Pensiamo, ad esempio, alla pretesa per così dire “dirigistica” di alcuni settori dell’Unione di stravolgere gli impegni programmatici del centrosinistra, orientando il dibattito sul riconoscimento di diritti alle persone che vivono in unione di fatto verso la forma simil-matrimoniale dei “pacs”. Ma pensiamo anche, ed è un altro esempio non casuale, a talune iniziative ministeriali sulla legge 40 […] Parole chiare che spingono verso la chiarezza sono state ora dette dal presidente del Consiglio. È un segnale davvero buono. Vale la pena di ragionarci su, e anche di questo serbare memoria.

Il testo integrale dell’articolo di Marco Tarquinio è stato pubblicato sul sito di Avvenire

Un commento

antonella_621

Prodi e Visco inizino anche a rivedere l’equità fiscale nei confronti del Vaticano: un soggetto che possiede un patrimonio di 30 miliardi di euro risulta agevolato fiscalmente come dall’articolo sul Manifesto circa 6 miliardi in meno di imposte ecc. all’anno per lo stato italiano.
Visco si riempie la bocca di lotta all’evasione, elusione ecc. inizi a lavorarci sopra oppure tiene la porta aperta per una sua eventuale “conversione” e avere un “bonus” per la sua “anima”? Virus che si sta diffondendo a partire dal buon Bertinotti in “piena crisi mistica” da “vecchiaia”.
Il Papa dal canto suo restituisca i 20 milioni di euro pagati per l’acquedotto: dia il buon esempio pure lui, inizi coi fatti non con chiacchere da “intromissione”.
Bla Bla Bla solo “chiacchera e distintivo” … fatti pochi o nessuno!
Troppi “vecchi” al governo, sarebbe ora che se ne stessero a casa a ricordare i bei tempi.
Vedendo le loro facce direi che portano pure sfiga …
Di tutto ciò l’Avvenire è soddisfatto.

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