Tunisia, la battaglia contro il velo del regime di Ben Ali

Arresti, manifestazioni di protesta, durissimi interventi del governo e ancora più duri appelli dell’opposizione islamica (illegale) a reagire, sostenuta da grandi personalità religiose del mondo arabo ma anche da qualche avvocato e attivista per i diritti umani. Il tutto riportato con attenzione dai media arabi, da Al Jazeera ai maggiori quotidiani dell’immensa regione islamica. La battaglia contro il velo lanciata dal governo di Zine Al Abidine Ben Ali in Tunisia non ha precedenti in terra d’Islam, almeno in tempi recenti. Lui stesso, il presidente che dal 1987 governa con il pugno di ferro e scarso rispetto delle llbertà personali, si è pronunciato pochi giorni fa contro «quell’abbigliamento settario, straniero e non benvenuto». I suoi ministri l’hanno seguito: «L’hijab è lo slogan politico di un gruppuscolo che si cela dietro la religione», ha tuonato il capo degli Esteri Abdelwaheb Abdallah. «E un invito alla fitna, la sedizione nella comunità islamica», ha aggiunto il responsabile degli Affari religiosi, Abubakr Al Akhzouri. «Il simbolo di una frangia estrema che vuol togliere alla donna diritti e conquiste», ha detto Rafik Kacem, degli Interni. E insieme alle dichiarazioni sono arrivati gli arresti di molte donne per strada, negli uffici, nelle scuole. Le ingiunzioni a firmare impegni «che non si veleranno mai più». […] Habib Bourguiba, longevo primo presidente dell’era post-coloniale che guardava più alla laica Francia che al mondo islamico, aveva abolito la poligamia, concesso il divorzio alle donne, fissato un’età minima per sposarsi. E vietato il velo nei luoghi pubblici. Divieto che la modernizzazione del Paese aveva reso inutile: fino a un paio di anni fa, pochissime si coprivano la testa, nessuna il viso. Oggi anche qui l’hijab e tornato: l’indossa una donna su quattro nella capitale, la proporzione inversa nei villaggi. Per motivi religiosi, dicono molte di loro, spesso convinte dai tele-predicatori delle tv islamiche via satellite che durante il Ramadan (in corso) diventano più attivi. Certo qualcuna anche per motivi politici. Il problema, ancora una volta e non solo qui, è che lo scontro avviene tra un regime ben poco democratico e un’opposizione islamica che se pur ha deposto le armi resta asserragliata su posizioni estreme. La società civile, censurata e oppressa da anni, rimane quasi silenziosa. […]

Il testo integrale dell’articolo di Cecilia Zecchinelli è stato pubblicato oggi sul Corriere della Sera

Un commento

RazionalMENTE.net

Poi ci si stupisce che gli extraterrestri non ci vengono a trovare. Per forza! Stiamo a litigare per decidere la gente come si deve vestire, velo sì, velo no, minigonna sì, minigonna no, nudi, vestiti… E CHE CRIBBIO, MI CONSENTA!!!!! MA CHE TERRESTRI IDIOTI CHE SIAMO!!!!

Nei Viaggi di Gulliver, i lillipuziani si facevano la guerra per decidere da che parte si dovessero aprire le uova.

Commenti chiusi.