Discorso papale: alcune reazioni

Oltre ai veti, gli insulti: si dichiara molto offeso Franco Grillini (Ds), ex presidente dell’Arcigay, perché Papa Benedetto XVI non ha soltanto ribadito il suo no ai Pacs, ma ha anche definito «deboli e deviati» gli amori tra omosessuali. «Ciò – s’indigna Grillini – è gravemente offensivo per milioni di omosessuali e non risponde affatto a verità perché, come dimostra una sterminata letteratura, le coppie omosessuali sono altrettanto stabili quanto quelle eterosessuali, vivono amori della stessa intensità e forza, contribuiscono al bene comune e alla solidarietà familiare come tutti gli altri essere umani e tutte le altre coppie». Fin qui sul fronte privato, ma c’è anche una questione politica che fa andare su tutte le furie Grillini, gli uomini e le donne di «Gayleft» e gli omosessuali in genere: e cioé che nessuno, all’interno dell’Unione, abbia levato la sua voce per difendere i diritti dei gay. In realtà, però – mentre destra e cattolici non hanno esitazioni ad applaudire alla parole del Pontefice, considerandone più che giusto il richiamo ad una «strenua difesa della famiglia naturale, della persona e della vita» – il fronte laico ha reagito, talvolta anche con una certa esasperazione. Per Michele De Lucia (Rnp), «quello sferrato da Papa Benedetto XVI è un attacco, carico di violenza e ipocrisia, contro lo Stato laico e la libertà di scelta individuale». Pino Sgobio (Pdci): rincara la dose: «L’Italia non è ammalata di laicismo e di illuminismo come dice il Papa. Anzi. In Italia, purtroppo, la questione laica, troppe volte, è ridotta ad uno zerbino sul quale in molti politici, soprattutto a destra, ma spesso anche a sinistra, passeggiano». La senatrice Manuela Palermi (Verdi-Pdci) attacca: «Benedetto XVI è libero, come tutti in un paese democratico, di dire le sue idee. È invece intollerabile la corsa di esponenti politici di trasformare le idee del Papa nella loro piattaforma politica. Tutti, a qualsiasi parte appartengano, dovrebbero vigilare sulla laicità dello Stato, che non è, come dice Benedetto XVI, una malattia, ma un fondamento della Repubblica». Anche Luciana Sbarbati (Repubblicani europei) ritiene che «le parole pronunciate da Benedetto XVI sono legittime solo se espressione del pensiero della Chiesa, ma guai se rappresentano il prodromo per altre ingerenze smaccate della Chiesa cattolica nello Stato Italiano». Per la Sbarbati, dunque, «sul tema dell’eutanasia è indispensabile che, a questo punto, tutti gli uomini e le donne della politica di cultura non confessionale prendano posizione con altrettanta chiarezza in difesa dell’autonomia dello Stato laico e dei diritti civili che una società moderna deve poter garantire a tutti». […]

Fonte: Gazzettino Online