Credere o non credere? Questa è la domanda, il dubbio amletico che s’insinua serpentino nelle coscienze delle persone, oggi quanto mai più evidente grazie (o a causa, chi lo sa..) del progresso che la “civiltà” ha compiuto, in special modo nell’ultimo secolo. Dio esiste o no? E, ammessa una delle ipotesi, chi o cosa è/sarebbe se ci fosse? La domanda che, personalmente, mi sono posta, trovandomi inizialmente nella posizione di fiduciosa credente, è stata: perché io credo? Suppongo sia normale, da parte di una persona dotata di un minimo di intelligenza o almeno senso critico, chiedersi le ragioni della propria fede. E da credente, le risposte, più o meno facilmente, si trovano nella fede stessa. […] che ci sia o no un’innata tendenza alla trascendenza insita nella natura dell’uomo, ogni volta che questi ha tentato di dare una spiegazione soprannaturale a degli eventi momentaneamente inspiegabili (dico momentaneamente perché, spesso e volentieri in epoche posteriori, col progredire della scienza e della tecnica, una spiegazione razionale ce la siamo data) questa si è rivelata del tutto infondata ed arbitraria. […] Da ciò, in parole povere, posso affermare, forte di migliaia di anni di speculazioni filosofiche, che l’unico sapere affidabile ed esatto è quello osservabile o comunque giustificabile razionalmente. Il resto viene chiamato “superstizione”. E Dio? Dove sta in tutta questa visione materialistica dell¿esistenza? Anch’egli viene relegato tra i fenomeni, insieme ai puffi e alle bambole woo doo. Non è dimostrabile la sua esistenza, la Bibbia, i miracoli, Gesù Cristo, non bastano per affermarla, poiché tutto questo trova una spiegazione nella ragione, senza alcun bisogno di inneggiare al divino e fondare una religione. Da materialista, “fede” è una parola che non concepisco. Vedo, infatti, il susseguirsi delle religioni nel corso della storia come manifestazione di quell’innato bisogno di trascendenza, di credere in un essere superiore alle leggi naturali ed umane, cui ho accennato prima. Ma questa tendenza al divino altro non è che il patetico tentativo del genere umano di trovare uno scopo, un fine ultimo alla sua altrimenti inutile esistenza. E’ dura vivere sapendo che in realtà la vita è vana. Ecco il perché di Dio. Riprendo la mia domanda iniziale: esiste o no? Non sta a me dirlo. Alla fine, nella nostra vita è tutta questione di scelte: scegliamo di credere in qualcosa? Ebbene questa comincerà ad esistere. Parimenti vale anche il contrario. Ma che autorità ha un uomo per affermare una “verità” e venderla per “assoluta”? L’oggettività non esiste se non in matematica. Ogni cosa è vera ed è falsa, basta spostare il punto di vista. La relatività: ecco la mia vita, ecco il mio tormento.
L’Uomo e Dio
5 commenti
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che poi la verità assoluta non esiste neppure in matematica, perchè ogni teorema sussiste solo se si verificano certe ipotesi, figuriamoci poi nelle cose riguardanti la vita individuale
Io non credo che non esista una realtà oggettiva una volta dati deipostulati e comunque è certo che è tutta questione di scielte. Io però ho scielto di non credere in Dio perche tutto quello che è inutile va eliminato e anche perchè non ne è mai stata trovata una traccia evidente in tutti i 15 miliardi di anni luce dell’Universo visibile. L’Universo non ha bisogno di Dio quindi l’ho eliminato dal mio pensiero.
Un altro fattore che ha influenzato la mia scelta è l’uso che gli uomini hanno fatto di Dio. L’hanno sempre messo in mezzo in ogni contesto provinciale e becero finendo per fare più male che bene.
In nome di Dio sono state commesse tali atrocità da far rizzare i capelli in testa a un Nazista, sono stati abbrustoliti in massa interi gruppi religiosi, sono andati sprecati quattrini e vite umane nell’edificazione di chiese e palazzi del Clero (Per una religione poi che predica la povertà e condanna la superbia poi).
Il motivo per cui ci sono ancora le religioni è molto semplice: si abbarbicano ad ogni ignoranza e ad ogni ingenuità fino ad entrare nella tradizione ed nella vita quotidiana. Sono parassiti della società. Dio è la più grande bugia racconta agli uomini e guarda caso anche la più redditizia.
E comunque mi chiedo perchè anche ammettendo l’esistenza di un Dio o di un Demiurgo esso dovrebbe preoccuparsi di noi. Non vedo come un Dio possa preoccuparsi della nascita della vita su di un pianeta orbitante intorno ad una stella di media grandezza orbitante a sua volta intorno una galassia medio-grande di un piccolo ammasso di quella che a ben vedere potrebbe essere solo una fluttuazione del vuoto. (l’Universo)
Questa è la mia opinione.
Non solo non c’è prova dell’esistenza di un dio ma non c’è nemmeno il bisogno di una spiegazione del genere. Guardo il mondo e non vedo niente che mi induca a pensare a un divino creatore del tutto. C’è chi si chiede come ha potuto avere inizio il mondo senza un creatore ma l’attuale conoscenza tecnica ci insegna che probabilmente non c’è neppure un inizio..
Se non ci fosse chi si ostina a propinarci un dio, non ci preoccuperemmo neppure di capire se esiste o meno.
Per quanto riguarda il tema della non esistenza di dio consiglio un buon sito, http://www.alexamenos.com, sulla storia del cristianesimo e sull’ateismo, in particolare la sezione “fondamenti”
Io dico che non esiste la Verità (con la v maiuscola, come usano molti credenti), ma esiste la realtà, o meglio esistono molte realtà che possono oggettivamente essere valutate nel particolare contesto in cui ci si vuol mettere. Ad esempio 2+2=4? Non sempre. Ad esempio in un sistema di numerazione in base 3, 2+2=11. Ogni volta che facciamo dei calcoli matematici dobbiamo per prima cosa metterci in un’algebra, dobbiamo quindi definire un insieme e degli operatori che agiscano sugli elementi di tale insieme. Consideriamo poi che esistono vari sistemi di numerazione, in quello romano i cui elementi sono le lettere dell’alfabeto non esiste lo zero.
Insomma Cristina in parte ha ragione, molto dipende dal contesto, ma non commettiamo l’errore di pensare che tutto possa essere sempre sia vero che falso e che tutto sia sempre e solo una questione di opinioni.
La scienza si basa sul metodo scientifico, sull’empirismo, sull’oggettività dell’osservazione, sulla riproducibilità dell’esperimento. Insomma quel che vede nel microscopio uno scienziato francese viene visto allo stesso modo da uno scienziato olandese.