Sondaggio in Spagna; il 77% della popolazione si dichiara cattolico

Secondo i risultati di un’inchiesta, pubblicata oggi, a cura del Centro de Investigaciones Sociológicas (CIS), il 77% della popolazione spagnola si dichiara cattolico, il 12,9% non credente, il 6% ateo, l’1,7% altrocredente e il 2,4% non ha risposto alla domanda. Il 52,3% ha dichiarato di andare “mai” o “quasi mai” a messa.

Fonte: Ceres Television Digital

 

24 commenti

Maurizio

23 % di non cattolici è un numero considerevole. Supera la soglia critica. Non mi meraviglio che Aznar prima e Zapatero poi possano aver fatto quello che hanno fatto.

Germano

Una mia amica cattolicissima è stata in Spagna un anno, e mi ha detto che la percentuale di cristiani reali per la sua esperienza è bassissima.

Umberto

Un conto è dichiararsi cristiani, un’altro è comportarsi da cristiani, diciamo che in Spagna così come in Italia ed altri paesi europei ognuno fa il cattoloco un po’ a modo suo.

Alessandro Masini

secondo me il 23% è un numero molto basso se dovessimo stare a chi si dichiara secondo me ce ne sarebbero meno pure in italia, il fatto è che la spagna è un paese che per tradizione e cultura tende a identificarsi nel cattolicesimo (in modo diverso dall’italia) ma se vai a vedere poi i praticanti allora si spiega tutto… in spagna anche un transessuale di almodovar si dichiarerebbe cattolico…

netzer

non sono molto ferrato nelle sfumature linguistiche e filosofiche e, quindi, lo chiedo a voi: che differenza c’è tra un non credente e un ateo?

RazionalMENTE.net

Dunque… secondo me un’analisi di questa differenza può essere affrontata in vari modi. Se ci fermiamo alla questione linguistica direi che non credente è uno che non crede (a ciò che altri dicono), l’azione si svolge quindi sul non credente, è lui il soggetto dell’azione espressa dal verbo credere. C’è una netta differenza, ad esempio, tra le due affermazioni:

1) Io non credo a quel che tu dici
2) Tu hai detto una cosa falsa

Nel secondo caso il soggetto è la persona cui si fa riferimento e quindi è molto chiara la differenza tra le due affermazioni.

Ateo, etimologicamente parlando, significa senza dio. L’alfa ablativa indica mancanza. Molti rifiutano la definizione di ateo perché non essendo credenti non amano usare una parola che al suo interno contiene il concetto di Dio.

E’ come se qualcuno ti chiedesse se credi in Dio. E tu rispondessi: “In cosa?”. Se io ti chiedo se credi nello Sgnaus, probabilmente tu per prima cosa vorresti sapere io cosa intendo per Sgnaus e poi risponderesti si o no, a seconda delle tue convinzioni.

L’espressione non credente è piuttosto generica, non si specifica in cosa non si è credenti. In genere si dà per scontato che quel qualcosa sia il dio cattolico o quello musulmano. Ma se io bestemmiassi dicendo “Porco Dio”, forse sarebbe più giusto chiedermi a quale dio mi riferisco, prima di dire che ho bestemmiato. Insomma si danno per scontate molte cose e non mi pare che sia giusto.

Roberto Vacca, non ama definirsi ateo, proprio in virtù di quanto ho espresso prima. Si definisce quindi un gentile, con riferimento alla gens romana, insomma appartenente non alla schiera dei credenti, ma ai restanti individui. L’accezione è la stessa usata nei Vangeli.

Veniamo ora al significato più concreto del termine ateo. Un ateo è uno che non crede in Dio. Può trattarsi di uno che crede nella non esistenza di un determinato dio, oppure sostanzialmente di un agnostico.

L’agnostico, etimologicamente parlando è uno che “non conosce (dio)”, vale sempre quell’alfa ablativa di cui sopra. Per alcuni l’anostico è uno che sospende il giudizio, cioè non si pronuncia sull’esistenza di Dio. Sostanzialmente la sua è la posizione del positivista che dice “crederò quando vedrò”, è d’altra parte una delle componenti de metodo scientifico. Un ente non esiste dal punto di vista scientifico finché non “cade sotto i sensi” dello scienziato, cioè finché non sia provata la sua esistenza. Un monaco del passato, Occam, diceva “entia non sunt multiplicanda sine necessitate”. Ed è quello che fa la scienza, non introduce fattori che non siano funzionali alla ricerca, distingue tra ipotesi e congetture, ecc.

Un ateo positivista, a mio parere non è molto diverso dall’agnostico positivista. Il positivista sa che non è possibile dimostrare la non esistenza di un certo ente, quindi neppure di Dio. Fondamentalmente la sua posizione è simile a quella dell’agnostico. Attende cioè di vedere per credere.

Come abbiamo già detto c’è anche l’ateo che rifiuta il concetto stesso di dio, l’ateo che non si interessa neppure del problema o non si pone il problema.

Concludendo non credo che esista una sola definizione per ateo, non credente, agnostico. Anche del termine cattolico (universale) esistono molti significati diversi e c’è chi si dice cattolico pur rifiutando alcune parti della dottrina della Chiesa Cattolica.

netzer

A RazionalMENTE: parto dalla tua ultima considerazione per dire che sono convinto che, in relazione alla religione, non ci siano differenze tra non credente e ateo. Sono due facce della stessa medaglia perchè, se non si crede nell’ esistenza di un qualche dio, è implicito che si è senza dio.
Noto che molte persone, specie in ambito pubblico e/o politico, preferiscono dichiararsi non credenti semplicemente perchè espressione più accettabile, più “diplomatica”.
Quando Bertinotti, intervistato alcuni mesi fa, si dichiarò “non credente ma non mi definerei ateo” dimostrò, a mio avviso, di temere questa parola e le conseguenze scandalistiche che essa può portare in un paese “culturalmente invalido” da questo punto di vista.

RazionalMENTE.net

Netzer, concordo con quanto affermi. Ad esempio il buon vecchio Augias (per il quale ho grande stima) a domanda risponde di non essere cattolico. Insomma ho anch’io l’impressione che si cerchi un po’ di non turbare lo spettatore con parole forti quali “ateo” o “agnostico”. Come quando si usa non vedente per dire cieco, non udente per dire sordo, diversamente abile per dire disabile, anziano per dire vecchio, nero per dire negro (questa poi è stupidissima), ecc.

Tuttavia credo che ormai sia chiaro un po’ a tutti che non credente sta per ateo.

Ci sarebbe da considerare che essendo l’esistenza di Dio una fantasia umana tutta da dimostrare, lo stato naturale dell’uomo dovrebbe essere l’ateismo. Quindi non dovrei essere io a definirmi non credente, ma i credenti a definirsi non atei 🙂 Purtroppo tutta la nostra cultura si basa sul postulato dell’esistenza di un dio e quindi anche il nostro linguaggio ne risente. Pensa che un tempo per dire “essere umano” si diceva “cristiano”.

Francesca

@netzer

Per me la cosa è un pò diversa, ma dovresti leggere prima questo pezzo:

http://occasione.splinder.com/archive/2006-01 alla voce Renato (martedì, 24 gennaio 2006)

Quindi, la differenza tra le tre categorie (credenti, non credenti/agnostici, atei) diventa questa:

1) i credenti sono quelli che baciano uno o più culi, non importa se il proprietario dello stesso esista oppure no.

2) i non credenti aspettano di avere le prove dell’esistenza del proprietario per baciargli o meno il culo.

3) gli atei (senza dio) non baciano culi, per principio.

netzer

L’esistenza di Dio è una teoria che non soltanto non è stata dimostrata ma che, contrariamente a quanto molti affermano, si è dimostrata falsa. Ricordo che il DIO cristiano è ben definito ed è creatore dell’universo secondo tempi e modi scritti nella Bibbia. La scienza, quella onesta e non asservita a Chiese di sorta (Zichichi e compagnia bella), ha letteralmente demolito tutto ciò che viene riportato nella Bibbia per quanto riguarda la creazione. La Bibbia è la parola di DIO e la sua unica presunta manifestazione: confutata la parola, confutato il suo autore.

netzer

buongiorno Francesca!
Intanto sono felice di scoprire che non bacio culi per principio. Non ho mai provato ma non dev’essere così piacevole..

Francesca

@netzer

Quello che voglio dire è che mentre l’agnosticismo è una sospensione del giudizio in attesa di prove nell’esistenza di un qualsiasi dio/dei o essere/i trascendenti(dalla Trimurti al Tethan di Scientology agli extraterrestri dei Raeliani)e non solo di quello definito nelle religioni del Libro, l’ateismo è il rifiuto di Dio/Dei in nome di un etica forte e di un sistema filosofico di tutto rispetto. L’ateo non si sente nè in uno stadio di ricerca della verità, nè spiritualmente menomato rispetto al credente, anche se il credente dovesse avere ragione. Almeno a mio parere.

raphael

Devo dire con rammarico che con la morte di gp2 è cambiato il mio modo di relazionarmi….
Prima ero più possibilista, avevo meno preconcetti, forse ero anche più sereno
Ora ho accentuato il mio radicalismo e individuo il cattolico come il nemico in primo luogo e poi… si vedrà
Credo che la tv con i suoi personaggi così dichiaratamente ed a volte insospettabilmente devoti abbiano contribuito non poco al cambiamento…per non dire delle cazzate sparate a raffica dal paparaz
Un esempio ulteriore di come la religione divida e non unisca le persone

Francesca

@netzer

Il mio post delle 12:36 non era polemico ma solo a esplicazione del mio pensiero, non avevo ancora visto il tuo ultimo.

Antibaciaculo di tutto il mondo, unitevi!

raphael

Concordo con Francesca
L’ateo non si sente nè in uno stadio di ricerca della verità, nè spiritualmente menomato rispetto al credente, ANCHE SE IL CREDENTE DOVESSE AVER RAGIONE.
Se un Dio dovesse un giorno manifestarsi cosa potrei dire o fare nella mia infinita piccolezza?

netzer

rientro ora dalla pausa pranzo…
Francesca, sono piuttosto critico verso chi si dichiara non credente. Non che mi piaccia il termine ateo, negativo e dispregiativo, ma almeno esprime con chiarezza una posizione di dissenso rispetto al ridicolo “teatrino religioso”.
A volte mi sembra che il non credente, che ha già scelto di non credere a certe favole, usi un modo diplomatico di pronunciarsi, quasi col timore di offendere qualcuno o, più probabilmente, di prendere qualche calcio nel fondoschiena (per tornare a monte).
Mettiamola così:
– i credenti baciano volentieri il divin fondoschiena;
– gli atei detestano baciare dondoschiena, divini o meno;
– i non credenti stanno attenti che qualcuno non si avvicini troppo al loro….

netzer

P.S.
sono stato troppo duro e mi spiego meglio. A tutti gli atei: un po’ più coraggio e dicamolo che non crediamo a certe balle!!!

roberto

baciacheeee?
ma dai che siete i più ridicoli baciaculo del pensiero comune e di massa.

kimba

Spesso la gente si definisce cattolica perchè non sa come altro definirsi: credono in dio, ma non lo pregano, sono anticlericali, ma non lo ammettono, non sono atei, non sono agnostici, non sono cattolici praticanti, non sono mussulmani insomma non hanno nemmeno voglia di darsi un nome ed è molto più semplice e comodo dire di essere cattolici. E così vengono fuori questi sondaggi!

ASCOLI PICENO

RazionalMENTE.net scrive:
26 Ottobre 2006 alle 00:02
I cattolici che conosco io sono tutti agnostici.
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Io invece conosco un signore che ha circa 25 pecore e che cerca qualcuno che gliele porta al pascolo… Tu mi sembri la persona giusta! Ti faccio contattare…
Saluti 😉

RazionalMENTE.net

@raphael:

Io al contrario, pur essendo ateo e anticlericale da una vita e costantemente critico nei confronti della Chiesa, mi sento estremamente sereno. Insomma riesco a tener distinta la passione diciamo “politica” dalla vita quotidiana.

Secondo me bisogna abituarsi ad essere così. Mica vogliamo farci il sangue acido per le cazzate di un Papa e di qualche prete? Diamoci da fare, ovviamente, con tutto l’impegno possibile, ma, nei limiti del possibile, cerchiamo di essere sereni.

@Ascoli: una camomilla al tavolo 7!!!! E sbrigati. Non ti pago per oziare dietro un bancone io.

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