Il tribunale del Riesame dovrà riconsiderare la scarcerazione di Padre Fedele Bisceglia, il frate francescano 69enne indagato per violenza sessuale ai danni di una suora. Lo ha deciso la terza sezione penale della Cassazione, annullando con rinvio l’ordinanza del tribunale del Riesame di Catanzaro con cui il religioso era tornato in libertà. Il collegio della Suprema Corte, presieduto da Pierluigi Onorato, ha così accolto il ricorso presentato dal pubblico ministero di Cosenza Claudio Currelli, anche per quanto riguarda la scarcerazione del segretario del frate, Antonio Gaudio, accusato anch’egli di violenza sulla suora. In attesa della nuova decisione Padre Fedele e il suo segretario rimarranno in stato di libertà: ciò varrà fino alla conclusione definitiva del procedimento relativo alla fondatezza o meno della misura cautelare adottata. […] Contro padre Fedele, come detto, ci sono le dichiarazioni di una suora che denunciò di aver subito violenza da parte di don Bisceglia e del suo collaboratore, e in alcuni casi anche con altre persone, da febbraio a giugno 2005. Il Riesame di Catanzaro aveva rilevato nel racconto della religiosa diverse contraddizioni e dunque lo aveva ritenuto inattendibile, versione evidentemente non accolta dalla Cassazione.
Cassazione: Padre Fedele, nuovo processo
3 commenti
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Non dimentichiamoci le parole del “padre”: se entro dentro esco subito.
Speriamo che questa volta sia fatta giustizia.
Mentre scrivo mi tornano alla mente le “sparate mediatiche” di Padre Fedele (prima dei noti fatti). Poi siamo venuti a conoscenza di tutto il resto, intercettazioni telefoniche comprese, cmq ordinate da qualcuno e ad alto contenuto “trombatorio”.
Padre Fedele dice: “Possono processarmi all’infinito, ma io sono innocente: mi auguro che la suora che mi ha denunciato si faccia un esame di coscienza e chieda perdono. Io prego per lei e la perdono”.
Se io fossi la suora mi interesserebbe poco della preghiera e del perdono, chiederei le “palle” di Padre Fedele, alla fine è lei che ha subito violenza, e che ha diritto al giusto “risarcimento”. E quale risarcimento sarebbe più adeguato alle “palle” del frate?
Qualcuno non la racconta giusta: o la suora mente, o ha ragione Padre Fedele e le intercettazioni telefoniche per il resto sono false. Diciamo che se le itnercettazione sono vere, il frate non è molto “attendibile”, nonostante le sue sparate televisive di un tempo.
In politica si parla anche di “negazione plausibile”, ma non possiamo applicare tale concetto nelc aso in questione perchè il “Leader Maximo” B16 ci ha detto che la Chiesa Cattolica non fa politica (non abbiamo nessun motivo di dubitare delle sue parole).
Della suora mi pare che sia stato scritto anche che non era “tutta a casa” in testa.
Io proporrei la castrazione “fisica del frate”, e poi di “discutere” del resto.
La giustizia ha tempi biblici. Sull’immediato risolviamo il problema: castriamo il frate, e mandiamo le sue “palle” alla suora a titolo di risarcimento.
No, no… le palle del frate mandiamole a Ruini 😉