D’Alema: “Una legge per la libertà religiosa”

Il vicepremier Massimo D’Alema ha chiesto una legge sulla libertà religiosa, una materia ancora regolamentata dalla legge fascista sui culti ammessi risalente al 1929. “Il fatto che non ci sia lo considero vergognoso. Quando ero al governo firmati tutte le intese con le confessioni ma il Parlamento non le ha mai ratificate in sei anni”. Per la cronaca, le intese in questione sono due, quella con i buddhisti e quella con i testimoni di Geova.

Un articolo pubblicato oggi su Repubblica è disponibile in formato *.pdf sul sito della Camera

Il 22 ottobre 2002 una delegazione dell’UAAR è stata ascoltata dalla commissione Affari costituzionali della Camera dei deputati nell’ambito del programma di audizioni sulla libertà religiosa. 

Sul sito UAAR è disponibile il memorandum presentato allora dall’associazione 

3 commenti

archibald.tuttle

non ci sara vera liberta religiosa finche i pastafari e i jedi non avranno il concordato.

raphael

Che io sappia D’Alema è uno dei pochi politici che si siano dichiarati atei senza ripensamenti.
Anche se mi sa di spocchioso, che non riesca in qualcosa di buono per noi?

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