Il “pluralismo” secondo Vespa

Gentile direttore, nella trasmissione Porta a Porta di Bruno Vespa, del 23 ottobre, c’era una splendida novità, alla quale nessuno ha fatto caso, neppure coloro che di televisione s’intendono e ne scrivono. La puntata era dedicata al velo islamico, e Vespa, facendo il suo dovere di giornalista imparziale, ha invitato, tra gli altri, persone appartenenti alla stessa religione, ma di parere diverso o addirittura contrario. C’era, ad esempio, una ragazza musulmana contraria al velo, ed una invece che il velo lo portava. Non è mai accaduto che in una trasmissione dedicata a temi che toccano la religione cristiana, sia stata presente una voce cattolica di parere contrario a quello dell’ecclesiastico di turno. Un paio di esempi, per essere più chiari: si parla di eutanasia? Mai presente un cattolico che possa contestare in base alla fede, ed alla ragione ovviamente, la posizione della Chiesa. Si parla di miracoli di guarigione? Mai presente un cattolico che possa dimostrarne l’inconsistenza teologica. Però Vespa può essere perdonato, giacché il fenomeno si ripete su tutti i canali della televisione pubblica e di quelle private. Quel che non capisco è perché il bravo conduttore abbia fatto un’eccezione per la religione islamica. Forse perché non c’era il rischio di recare fastidio al Vaticano?

La lettera di Renato Pierri è stata pubblicata oggi su Liberazione

4 commenti

Francesca

Adesso non esageriamo, pretendere pluralismo da Vespa è come pretendere razionalità dal Papa…

forzalube

E’ anche vero che la religione cattolica può per sua natura avere una sola posizione ufficiale (poi è chiaro che ci sono singole persone che si dichiarano cattoliche pur avendo idee diverse), mentre l’Islam non ha unico rappresentante riconosciuto. Insomma non mi sembra il modo migliore per criticare Vespa.

Umberto

Infatti, l’insetto non va criticato ma solo boicottato, appena appare sullo schermo, spegnere o cambiare canale.

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