I cosiddetti ‘atei devoti’ rappresentano, insieme ai punkabestia e ai tatuati, uno dei più singolari fenomeni antropologici della nostra epoca. Tanto che il marketing sta studiando, come per i gay, una serie di proposte commerciali apposite. Si va dalle vacanze a Lourdes e Fatima, ma con accompagnatrici ninfomani, a cappelle laterali riservate, nelle chiese, per seguire la Messa fumando sigari cubani sdraiati su comodi canapé e leggendo ‘Newsweek’. Invitante anche la proposta di percorrere il pellegrinaggio di Santiago di Compostela portati sulle spalle da un terziario francescano. Quasi pronto il Nuovo Messale per atei, identico a quello usato dai preti ma con la parola ‘Dio’ sbianchettata in tutte le pagine e sostituita da piccole pubblicità di Prada. In realtà, secondo alcuni studiosi, gli atei devoti non sarebbero che una variante più trendy di un gruppo sociale numerosissimo in Occidente, quello dei cristiani che se ne fottono. Non rappresenterebbero dunque una vera e propria devianza (come ha sostenuto il pool di psicologi che ha avuto in cura Marcello Pera), ma l’evoluzione naturale di una cultura religiosa, quella occidentale, poco portata alla riflessione spirituale e molto a birra e salsicce. Ma quali sono le radici storiche e culturali degli atei devoti? Quali i padri fondatori? […]
Il testo integrale dell’articolo di Michele Serra è stato pubblicato sul sito dell’Espresso
Michele Serra … “santo subito”!
HEHE, Serra ha proprio ragione, gli atei devoti sono vagamente simili ai cattolici agnostici scaramantici.
Grande Serra! Ma la Bibbia degli atei devoti l’ha scritta Baricco?
eh sì, grande davvero…
Per Razionalmente….ho visto il tuo sito e l’ho linkato sul mio blog .-)
Ciao
R
Ti ringrazio Rosalba, ogni tanto un complimento mi tira su in questo mondo così arido dove ci si azzanna come lupi. Un bacione.
La cultura europea poco riflessiva spiritualmente? Ch la conclusione sia atea o credente i fatti smentiscono Serra. A me sembra che ci abbia dato col vino prima di scrivere queste righe. Oppure deve ripassare il programma delle elementari.
Non so a voi, ma a me sto germano m’ha rotto i coglioni.
X Germano
La riflessione spirituale non è riempirsi la bocca di dio, mandare a memoria la bibbia, fare quello che dicono i vescovi. Se pensi che sia questo, hai un’idea bassissima della spiritualità. Per farti un’idea di spiritualità, pensa alle religioni orientali. Quando Michele Serra parla di Occidente poco portato alla riflessione spirituale, dice una cosa simile alla celeberrima affermazione di Friedrich Nietzsche (fine dell’800): “Dio è morto”.
il problema è che ogni seria riflessioni su dio non porti a nulla.
chi vuol far quadrare il conti lo fà in lapalissiana malafede.a meno che tale gente sia più attendibile di chi non abbia fede…sbattendosi di ogni fatto razionalmente elogicamente valutabile senza salto carpiato triplo.
scusate per la grammatica,ma ho scritto di fretta,mene scuso. 🙂
Ma anche l’affermazione “Dio è morto” viene da un filosofo europeo…alla faccia della povertà di riflessione spirituale. Ripeto, per me ha bevuto.
non credo che il popolino germano rifletta su certe questioni,e poi dio per essere morto mi sembra che stia facendo ancora troppi danni…
e poi le ossequiosità dei politici italiani a che punto della riflessione le metti?prima o dopo la patristica?
Quella di Nietzsche è spiritualità profondissima (parte dalla grecità antica e da Schopenhauer che si ispira alle filosofie orientali). Guarda un po’ il mondo: io non parlo di religione, ma di spiritualità: la vedi?
Appunto: non parlo di religione ma di spiritualità. Nietzsche e tu siete parte della spiritualità europea. Alla faccia di Serra che dice che l’Europa è poco riflessiva spiritualmente.