La Palestina restituita dalle più recenti testimonianze archeologiche è un coacervo dove convivevano numerose culture e religioni, prima dell’affermarsi del culto monoteistico e aniconico. Ida Oggiano, ricercatrice dell’Iscima-Cnr, se ne è servita per riproporre la storia di questo territorio in modo autonomo rispetto alla Bibbia “La storia della Palestina di I millennio non può più proporsi, come ancora viene fatto troppo spesso, solo nei termini della storia della religione del ‘popolo di Yahweh’, ma deve essere la storia di ‘tutti i popoli e di tutti gli dèi’ che abitavano questa regione”. E’ questa la conclusione cui perviene Ida Oggiano, ricercatrice dell’Istituto per lo studio delle civiltà italiche e del Mediterraneo antico (Iscima) del Cnr, nel volume Dal terreno al divino. Archeologia del culto nella Palestina del primo Millennio, edito da Carocci e presentato al Cnr. A rivelare quel coacervo di popoli e religioni che fu la Palestina in modo autonomo rispetto alla Bibbia è l’archeologia, mediante l’interpretazione di testi materiali delle antiche pratiche di culto. “Il Libro – sottolinea Oggiano – ha rappresentato per lungo tempo l’unica fonte per la ricostruzione della storia e della cultura di questo territorio, al punto che in alcuni casi l’archeologia è stata piegata alla sua testimonianza. Invece questa disciplina può aiutarci a rivelare una realtà più compiuta rispetto a quella tramandata dalle Scritture. Ad esempio, l’affermazione del monoteismo e dell’aniconismo – cioè il divieto di rappresentare la divinità con immagini – è collocabile solo a partire dal VII secolo ante era volgare e ancor più dopo l’esilio babilonese del VI secolo, quando di ritorno da Babilonia, grazie all’editto del re persiano Ciro il Grande, dopo la scomparsa delle strutture politiche, la comunità trovò nella fede religiosa il suo principale elemento di coesione nazionale”. Durante l’età del Ferro, spiega l’autrice, nell’area palestinese convivevano invece numerose espressioni delle divinità: dalle straordinarie statue ammonite, alle più umili ma assai espressive terracotte di En Hazeva e Horvat Qimit, fino alle rappresentazioni divine in forma di simboli della glittica sia locale che d’importazione. Testimonianze attestate in varie aree e contesti. […]
Il monoteismo? E’ nato nel VII secolo a.e.v.
3 commenti
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qualcuno mi spiega cosa vuol dire a.e.v.??????????????????????
ante era volgare, c’è scritto anche nell’articolo. Non ha senso dire, per noi atei, prima/dopo cristo ma è comodo fare riferimento a una “data zero” per capirsi.
Avete mai letto una storia dei calendari, cioè delle datazioni ? Una delle cose più confuse e ballerine della storia….questi dei sono proprio dei pasticcioni, manco la vera data di nascita sanno dire. O sono i loro scrivani a essere un po’ scarsini in dettato.
A tal proposito vorrei ricordare ad Augias che non è esistito alcun anno zero. Il concetto di zero non era conosciuto nell’antichità e gli antichi storici, che io sappia, non hanno mai parlato di qualche anno zero. Gesù, secondo quanto si pensava in passato, è nato nell’anno 1 a.C., infatti l’anno 1 d.C. è il primo anno dell’era cristiana.
Si discusse di questo fatto alcuni anni fa, quando Zichichi sosteneva che il terzo millennio iniziava nel 2000, mentre come tutti sanno inizia nel 2001 e finisce nel 3000.
Il primo millennio va dall’anno 1 d.C. all’anno 1000.