Sempre più quarantenni congelano gli ovuli

Resta un ultima inquietante domanda: con gli ovuli congelati chi ha più bisogno dell’uomo perfetto?
Le donne single sulla soglia dei quaranta stanno correndo ai ripari; hanno deciso di preservare la loro fertilità mettendola al sicuro in celle frigorifere. Congelano gli ovuli tutelandosi da possibili fallimenti e delusioni della vita sentimentale. Nell’attesa di tempi migliori, vogliono essere sicure che il diritto di maternità a loro non verrà mai tolto. Sono le donne di una generazione ultra moderna, quelle che pensano alla maternità come a una responsabilità del tutto femminile, quelle che non si lasciano spaventare dal peso della solitudine, dalla difficoltà di crescere – se necessario – un figlio da sole, quelle che sanno già che un giorno, al momento giusto, saranno madri, senza guardare in faccia a nessuno, sorpassando, se serve, ogni limite: anche quello della famiglia. […] Una ricerca negli Stati Uniti lo ha spiegato chiaramente: uno studio sulle pazienti che congelano i propri ovuli in una clinica di New York rivela che l’80 per cento di loro sarebbe disposto a ricorrere a un donatore se la ricerca di un partner adatto per un figlio dovesse fallire. […] I dati sono impressionanti: il 40 per cento di loro sono già preparate psicologicamente a diventare mamme single utilizzando proprio la riserva di ovuli, un altro 40 per cento risponde che ci sta ancora riflettendo ma che non esclude l’ipotesi, e solo il 20 per cento di loro dice che non è disposto ad avere un bambino senza un compagno. La maggior parte delle future mamme single hanno le idee chiare e parlano anche di tempi ben precisi. Quarantatré anni è il limite massimo […] La ricerca, diretta da Alan Copperman, del reparto di Medicina riproduttiva di New York, è la prima in assoluto che esamina le motivazioni psicologiche delle donne che decidono di congelare gli ovuli. Solo una parte di loro lo fa per specifici problemi di fertilità, magari determinati da cure contro il cancro. Una grossa parte invece è spinta da motivi di tipo sociale.

Fonte: IlGiornale.it 

4 commenti

Daniela

o che cosa immonda e inconcepibile, ma dove siamo arrivati, si è addirittura superato il limite della famiglia, non sapevo che la famiglia fosse un limite di tipo etico, non sapevo che la famigòia fosse un limite, questi usano la famiglia come vessiillo tradizionalista per ogni cosa, agitandolo come si fa con le croci per scacciare il male, sono proprio ridicoli.

kimba

una donna se la può cavare benissimo da sola, può avere da sola un bambino, lo può crescere, può avere una casa tutta sua, può gestirsi il tempo come vuole, ma è una cosa bellissima non credete? padrona della propria vita! finalmente 🙂

LAMIA

penso che sia veramente un progresso culturale, è la fine dell’idea che l’amore per un uomo e la maternità sono due cose inscindibili, che la famiglia così come configurata dalla cultura borghese ottocentesca sia una necessità insuperabile,si fa strada l’idea che fare un figlio è una scelta di vita dotata di un significato autonomo, che si fonda soltanto sulla vocazione genitoriale e che quindi non ha niente a che vedere con l’eros che si prova per una persona adulta e che risponde senz’altro ad esigenze molto diverse. Significa che la sessualità non è più assoggettata allo scopo riproduttivo e che la riproduzione non dipende più dalla sessualità, ognuno di questi aspetti ha un suo peculiare significato,irriducibile all’altro e checché ne dicano i conservatori è un segno per niente deprecabile di una nuova era per l’umanità.

Giacomo

“penso che sia veramente un progresso culturale”

concordo con te!

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