Vaticano: no a declino studi latino e greco

A chi viaggia per lavoro può accadere, in ambito internazionale, di rimanere «male» constatando che l’inglese parlato, per esempio , da tedeschi, è in media largamente migliore del nostro. Per il buon motivo che è materia meglio studiata a scuola. Ma (ancora più umiliante), può accadere anche che perfino la loro conoscenza del latino sia migliore della nostra. Ovvia l’obiezione:pazienza, l’inglese serve, il latino no. Ma non tutti la pensano così, e se in alcuni Stati esteri il valore formativo delle lingue classiche è ancora tenuto in gran conto, nel nostro Paese, che dovrebbe essere la culla naturale perlomeno del latino, è invece in calo. E a preoccuparsene è, ancora, uno Stato estero, cioè Città del Vaticano, che teme che , in generale, il declino dello studio di greco e latino porterà a un impoverimento degli studi non solo storici, ma anche filologici, filosofici e teologici e a un «decadimento della ricerca seria in quei settori». Per arginare questo interesse declinante la Santa Sede vuole porre il problema non solo in ambito accademico e scolastico, anche attraverso i media, «nell’ambito più vasto dell’opinione pubblica» e per «sensibilizzare» le autorità nazionali e «sovranazionali preposte alle scelte educative».A questo scopo il Pontificio comitato di scienze storiche ha deciso di promuovere un «premio giornalistico» per articoli su quotidiani o periodici dedicati a «attualità e significato delle lingue classiche per lo sviluppo scientifico e culturale»; «importanza delle lingue classiche sul piano pedagogico»; «politiche sviluppate dagli Stati al fine di favorire lo studio delle lingue classiche». […] Il premio è alla sua seconda edizione e valuterà articoli dal 31 ottobre 2006 al 30 aprile 2007.  […]

Fonte: Corriere.it 

33 commenti

Pantzini

Ma si attaccano proprio a tutto?! Si oppongono ad ogni minimo passo verso il futuro… continuate così, e la società non farà che secolarizzarsi per reazione 🙂

archibald.tuttle

Quousque tandem abutere, Benedictus XVI, patientia nostra?

pappo

@ archibald: al massimo è “Benedicte” perchè è vocativo…

E poi dov’è il problema? Mi sembra che lquesta Unione si sia spesso battuta perchè ritiene che l’Europa, prima ancora che cristiana, sia figlia della cultura greca e romana.
Non spendo poi parole sull’importanza per la cultura di queste due discipline perchè si sa già molto!
Che problema c’è se viene promosso un premio giornalistico? E’ un’iniziativa culturale, mica un dogma di fede!

archibald.tuttle

ho pure toppato, a conferma che 5 anni di latino con buoni voti non servono a una cippa…

ma parlando sul serio io non sono d’accordo, non sul premio giornalistico, per quello chissenefrega, ma all’importanza che si conferisce allo studio del latino e del greco antico. e’ mio personalissimo parere che siano materie sopravvalutate, che il latino non ci dovrebbe entrare in un liceo scientifico, che in una riforma scolastica seria dovrebbero diventare materie specialistiche da sciegliere esplicitamente. non condivido l’importanza culturale che viene spesso conferita all’apprendimento di queste 2 lingue (che e’ diversa dall’importanza culturale della letteratura associata), ne che per apprendere la cultura greca e romana sia necessario imparare anche la lingua. penso che nella vita vera l’uso del greco e del latino, oltre che agli insegnanti di latino, sia piu o meno limitato ai linguisti e ai traduttori di testi antichi, che non sono cosi tanti da giustificarne l’insegnamento a tabula rasa a tutti i liceali, cosi come non si insegna meccanica quantistica. finita la scuola il 99% dei liceali usa il latino solo molto sporadicamente per fare citazioni di motti latini che potrebbero anche fare in italiano o copiare in lingua originale da un libro di aforismi. penso che nelle scuole o almeno nelle universita italiane ci sia una eccessiva predilezione per discipline umanistiche, a giudicare dalle percentuali di iscrizioni ai corsi di laurea rispetto agli altri paesi europei, stati uniti e giappone.

l’unico esempio di utilizzo pratico del latino al di fuori di questi ambiti che mi viene in mente e’ quello presente nel libro “la tregua”, in cui primo levi usa il latino per chiedere a un prete polacco dove sta la mensa dei poveri, ma oggettivamente sarebbe molto piu utile oggigiorno una buona padronanza dell’inglese (che al liceo incredibilmente ha meno ore di lezione del latino…) o altra lingua.

cartman666

Io non ho fatto studi classici, ma ho sempre pensato, come Archibald, che in effetti siano materie a cui viene data eccessiva importanza, sono pur sempre lingue morte.
Io credo sia meglio magari insegnare meno materie ma insegnarle meglio, e’ inutile ad esempio fare studiare due lingue, con poche ore a disposizione, meglio farne una bene. Onestamente ritengo che sia una grande inutilita’ studiare il francese, quando anche i dirigenti delle multinazionali francesi parlano inglese.

ASCOLI PICENO

L’ignoranza che c’è in questo sito non si riscontra neanche nel forum superbigotto della Diocesi di Pingopallino dove scrivono le vecchiette del 1925.
Ma come si fa a considerare materie inutili il latino e il greco solo perchè dopo i 5 anni di Liceo non le usi più… QUESTI SONO RAGIONAMENTI DA PERSONE IGNORANTI CON LE CESTE! UN’IGNORANZA GRASSA E SUPINA CHE SI TOCCA CON MANO! Neanche un bagno nell’acido muriatico ve la leva di dosso.
Lo sviluppo mentale che ti dà il latino nei primi anni di liceo è paragonabile solo a quello che ti dà la matematica. Logico che è una lingua morta ma l’esercizio del latino ti fa acquisire una FORMA MENTIS davvero notevole…
… e invece mi tocca sentire che sono materie inutili e sopravvalutate! Ma andate a raccogliere noci di cocco in Honduras o in alternativa qualche castagna, ammesso che la sappiate cuocere poi.
RAZZA DI IGNORANTI SENZA RITEGNO ALCUNO!

archibald.tuttle

sulla base della mia personalissima e limitatissima esperienza contesto l’affermazione che tradurre molte versioni di latino faccia acquisire una forma mentis che aiuti significativamente in qualcosa di diverso dal tradurre altre versioni di latino. me l’hanno ripetuto un sacco di volte, ma per quanto mi riguarda e’ stata quasi da subito una balla paragonabile al sostenere che imparando a memoria un paio di poesie di foscolo si potenzia la memoria. poi ognuno la pensa come vuole.

Tiziana

Io sono molto contenta di aver studiato il latino e il greco. Credo che questa conoscenza mi ha facilitato molto lo studio delle lingue che conosco (ne parlo bene 4, ma sono in grado di leggere e capine anche altre). Traggo grande consolazione dalla lettura di Catullo o Platone.
Primo Levi è riuscito ad uscire dai campi di concentramento sicuramente per la sua comprensione del tedesco (che forse gli sarà derivato anche dalla conoscenza del latino e delle sue declinazioni) e la sua sopravvivenza sarà stata assicurata anche dalla buona conoscenza della fisica. Poco? Forse no , anche perchè i tempi che si preparano con questi fondamentalismi provenienti anche da parti insospettabili (dalla lettura attenta di questo sito anche da atei temo) ci stanno preparando la strada per altri campi. Per quanto riguarda il francese, ma lo avete letto Proust nella sua lingua? O roth in inglese? O Oz in ebraico?
Il premio giornalistico mi sembra una bella iniziativa, peccato che non ci abbia pensato il ministro della ricerca scientifica insieme all’accademia della crusca.

netzer

non conosco nè greco nè latino ma credo che sia un peccato che vadano dimenticati. io, però, voglio far notare che su Repubblica viene trattato lo stesso argomento ma, poche pagine prima, c’è un articolo ben più importante sulla fame nel mondo.
la cosa dovrebbe far pensare perchè sembra proprio che il vaticano dedichi tutta la sua attenzione a latino e greco….

RazionalMENTE.net

La lingua italiana deriva dal latino e contiene molte parole di origine greca. Penso sia utile conoscere queste lingue, anche per avere più chiara l’etimologia delle parole.

Io penso che la cultura non sia mai troppa. Anzi, è sempre poca.

ProfumoDiLavanda

Che non bisogna trascurare gli studi classici del greco e del latino,trovo sia un buon suggerimento…comincerò a trovare sconveniente l’uso dell’aramaico o di queste altre due per costituire un nuovo passato!…e per la persona che ci ha dato dell’ignorante così a buon mercato,potrebbe cercare di capire cosa c’è dietro ogni “NO” della chiesa e accomunarlo allo scetticismo di molti utenti,piuttosto che vomitare le proprie frustrazioni.Forse se ci rifletti,una ribellione ai troppi veti del Vaticano oggi ti sembrano nulla,ma un domani piotrebbero dare il loro peso ed anche se questo del latino e del greco non sono di certo i “no” più castranti di Santa Romana Chiesa(ce ne sono di peggiori),sono comunque da chiarire e sistemare.Ricordiamoci che furono piccoli consensi a fare grande Hitler…quindi calma e gesso e cerchiamo di pensare di più in entrambe i casi,tra oppositori e sostenitori!

Davide

Mi pare di ricordare che i primi apologi cristiani erano particolarmente soliti inveire contro i valori della civiltà greco-romana (basta leggere scritti di Tertulliano o di s paolo per rendersene conto). Quindi visto che soprattutto in Grecia la natura umana era promossa in tutte le sue componenti cosa c’è di male a fondarsi sulla cultura ellenica per costruire una civiltà che sappia realmente basarsi sull’uomo libero e non sullo schiavo di dogmi o di morali castranti?

raphael

Ho molti amici ad Ascoli
Non vorrei che la città venisse additata come un covo di Troll. Vi assicuro che non è così

raphael

Viva il greco ed il latino per carità…. Non si può però fare una sola ora di matematica a settimana in una quinta classe di liceo scientifico.

RazionalMENTE.net

Piccoli consensi fecero grande Hitler, ma non è un buon motivo per essere bastian contrari e dire sempre bianco quando la Chiesa dice nero.

La cultura è importante e serve a tutti… anche per difendersi dalle scemenze delle religioni.

netzer

RazionalMENTE ha assolutamente ragione: gli storici che hanno confutato il cristianesimo lo hanno fatto conoscendo greco, latino e aramaico e, certamente, evitando di fare affidamento sulle traduzione ufficiali della Chiesa…
La cultura non fa mai male.

Pessimista Cosmica

Ho studiato il greco ed il latino e mi fa piuttosto orrore l’idea di una scuola sempre piu’ tecnica e pragmatica. Gia’ abbiamo generazioni che si esprimono ad sms, iniziamo pure ad eliminare tutto quanto non abbia un immediato riscontro pratico nel post-liceo e siamo a posto.
Neppure la filosofia serve a molto. Qualcuno mi dica che utilita’ ha amai avuto Socrate o Schopenhauer nella sua esistenza? Che facciamo, eliminiamo pure quella? Ed oltre al latino ed al greco suppongo che anche la letteratura greca e latina andrebbe eliminata: a che serve nel mondo del lavoro conoscere le tragedie di Sofocle? Gia’ che ci siamo io proporrei di buttare nel cesso pure storia dell’arte, tanto nessuno la studia gia’.
Il latino ed il greco fanno parte della mia cultura, sono le lingue madri di quella che parliamo oggi, le civilita’ che le hanno partorite sono le civilita’ che hanno gettatole radici del nostro pensiero, non vorrei mai vederle sparire dai programmi scolastici.
Ma per favore! Da oppositori della chiesa non trasformiamoci in ridicoli bastian contrari per principio!

L'Agnostico

Luigi Cascioli terrà un convegno il 5 novembre a Preganziol (TV), all’Hotel Cristal, ore 14:30 in via Baratta Nuova n.1, INGRESSO GRATUITO. Segue dibattito.

Pessimista Cosmica

Ma cosa c’entrano i piccolo consensi ed Hitler? La chiesa nel nostro paese mette bocca praticamente su tutto, non e’ il discernimento che rischia di di portarle consensi, caso mai e’ il dissenso di default e la mancanza di obbiettivita’ che rischia di far perdere a noi credibilita’ in suo vantaggio. Inoltre il greco ed il latino sono lingue nostre, nostre! Le culture antiche sono la culla dell’Europa, non il cristianesimo, percio’ cerchiamo di tenercele strette.

mez

Ho studiato greco e latino al liceo e resto a domandarmi se tutto quel tempo passato a fare traduzioni non sarebbe stato meglio dedicarlo a lingue vive. Lo studio del tedesco o del francese per esempio è meno strutturante di quello del latino e del greco (posto che l’inglese andrebbe studiato massicciamente a prescindere)? Non credo, quindi l’argomento della palestra logica non tiene. Anche gli scacchi sono una palestra di logica e di strategia.

Tiene invece l’argomento della conoscenza del pensiero classico, delle nostre origini (anche se non so quanto sia essenziale lo studio delle lingue relative). E non credo proprio che una maggiore conoscenza delle origini greche faccia il gioco della chiesa cattolica. Tutt’altro. La genealogia del cristianesimo, che rubacchia all’ontologia greca e all’etica ellenistica e che si appoggia all’edificiio maestoso del diritto romano … demistifica la piattezza astorica delle religioni. Ed è una straordinaria smentita del refrain sulle radici giudaico-cristiane. Alle nostre radici c’è il logos greco, che resta ancora oggi la forza dell’occidente e che si è ormai planetarizzato attraverso il pensiero scientifico. E’ molto interessante per esempio vedere come sono proprio certi costrutti della lingua greca, come la presenza dell’articolo, a rendere possibile l’astrazione filosofica e scientifica (che era invece molto più difficile per il latino). Perchè la lingua segna in effetti le possibilità del pensare.

bye

RazionalMENTE.net

Lingue vive? Molte derivano da greco e latino. Il russo ad esempio. Riesco un po’ a leggerlo perché conosco l’alfabeto greco. In italiamo usiamo molte parole che crediamo americane mentre sono in realtà latine. Molte parole spagnole derivano dal latino. Io semmai vorrei conoscere più lingue ed essere in grado di capirle e di parlarle. Purtroppo conosco solo italiano e romanesco, a bit of english, à petit peu de francais… ma quello che mi manca è il LUMBARD!!! Quello della polenta e osei, quello della cassela, quello del senatur!!! 🙂 🙂

Poi è bello conoscere i numeri romani, basati sulle lettere dell’alfabeto, dove manca lo zero… mi affascinano.

Così invece di scrivere B16 che sembra un bombardiere (e forse lo è perché spara cazzate a raffica) scrivo Benedetto XVI… oppure in tedesco: PENETETTO SETICESIMO!!!!

Carissimi frateli und sorellen… solo un cosa io folere dire voi… TOFE ESSERE MIEI TOPERMANN???? CHI PRESO MIEI PICOLI CUCILOTTI TENERI???? PER OGNI MIO PICOLO TOPERMAN IO PRUCIARE SU DI ROGO 100 OMOSEXUALEN!!! JA??? 🙂 🙂 🙂

RazionalMENTE.net

Mi dissocio da quanto ho appena scritto. Le mie parole non esprimono il mio reale pensiero. Prossimamente posterò una versione riveduta e corretta che prenderà il posto del mio vecchio messaggio dal quale risulterà evidente che ho detto esattamente il contrario. Anche se continuo a pensare il contrario del contrario. APPIATE FETE FRATELI UND SORELLEN, NON PRESTATE ASCOLTO A FALSI PROFETI COME ME, SONO STATO MISUNDERSTOOD, MALE INTERPRETATO, JA? IO NON FOLERE FARE INCAZZARE ISLAM, IO FOLERE FARE INCAZZARE ISLAMICI!!!! 🙂 🙂

E ATESSO IO PARTIRE PER TURCHIA, FACCIO FUCA TI MEZZOCIORNO!!!

Carlo

Contesto che in germania (ci vivo) ci sia piu’ conoscenza delle lingue classiche che in italia: parlano meglio di noi l’inglese (in media) e soprattutto parlano anche altre lingue, per esempio il francese o addirittura l’italiano. Alcuni hanno studiato il latino a scuola, ma non tutti. Contesto anche che il latino abbia questo grande valore formativo, tuttavia sono d’accordo che piu’ cultura esiste in un paese meglio e’, quindi non sosterrei una riforma scolastica che abolisca il latino nei licei.
La cultura classica e’ importante, ma in quanto e’ una radice del nostro pensiero, non perche’ chi sa il latino o il greco ragiona meglio di chi non lo sa (e’ spesso vero il contrario, con l’aggravante che pensano di pensare meglio).

Comunque in italia sarebbe molto piu’ fondamentale accrescere l’importanza delle materie scientifiche, che rimangono delle cenerentole rispetto agli studi classici.

LAMIA

Per una volta che il Vaticano dice qualcosa di sensato, si può pure essere d’accordo,in fondo alla Chiesa Cattolica si può e si deve riconoscere-secondo me-questo unico grande merito e cioè di aver preservato,durante il periodo della crisi medievale,i testi degli autori latini e greci, senza i quali non ci sarebbe mai stato l’umanesimo e il rinascimento, senza i quali l’uomo moderno e contemporaneo non si sarebbe emancipato dalla stessa visione ebraico-cristiana del mondo.
Il latino e il greco sono fondamentali per chi intende dedicarsi agli studi umanistici,non solo a quelli strettamente filologici, ma anche agli studi storici e giuridici,del resto,è sufficiente tenere conto del fatto che è quasi impossibile intendere pienamente i testi degli scrittori italiani del periodo pre-unitario senza conoscere il latino, perché quegli autori dal latino traevano sia la maggior parte dei vocaboli che le regole della sintassi. Accedere agli studi umanistici senza conoscere il latino e il greco sarebbe un po’ come pretendere di studiare la fisica o la chimica senza sapere nulla di matematica. Io queste lingue le ho studiate molto e le studio ancora(sebbene non sia filologo, ma iuris studiosus), non penso affatto che siano morte, il greco che si parla oggi non è poi molto diverso da quello antico(cambia solo la pronuncia,certo ci sono vocaboli nuovi, la sintassi addirittura è più semplice), e in inglese per esempio ci sono tantissimi vocaboli e strutture sintattiche mutuate dal latino. Del resto anche nell’intendere le nomenclature e i termini usati dalle discipline scientifiche è favorito chi ha studiato il latino e il greco. Non sono lingue morte, sono il fondamento della nostra civiltà, è giusto che mantengano un posto centrale nella formazione di base, anzi per me il latino si dovrebbe studiare anche nelle scuole medie inferiori.

RazionaMENTE.net

@Carlo: Scusa eh, ma Michele Mirabella, giusto per citare uno che fa continuo sfoggio di cultura mediante dotte citazioni greche e latine, evidentemente ha una cultura decisamente superiore alla media. Certamente superiore alla media superiore!!! 🙂

Perdonatemi, sono un tossico in crisi mistica.

Eliana Vianello

Ma per favore! In quale altro paese al mondo si fanno più ore di latino che di matematica nella scuola ad indirizzo scientifico? Mi si dica in quale! Nella Repubblica delle Banane?

Se poi il Liceo Classico si è ormai ridotto ad un Liceo delle Banane, questo è tutto un altro problema…

RazionalMENTE.net

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Teo

Quello sul fatto che il valore formativo delle lingue classiche sarebbe
in calo nel nostro paese è il solito, consueto, luogo comune
giornalistico, che si è sentito migliaia di volte, ma che è del tutto
destituito di fondamento: anche perché non si basa su nessun dato
concreto, ma solo su qualche notizia ad effetto (del tipo: “in
Finlandia c’è un bollettino radiofonico in latino; in Inghilterra c’è
una nuova offerta di corsi di latino in un liceo prestigioso; in
Germania lo studio delle lingue classiche è in ripresa”). La realtà
è ben diversa, come ha ben sottolineato il latinista Mario Citroni in
un convegno sulla ricerca nell’ambito delle scienze umane all’Accademia
dei Lincei tenutosi la settimana scorsa: l’Italia è l’unico (e sottolineo, l’unico) paese al mondo
dove il greco sia materia insegnata come obbligatoria in un corso di studi secondario (il liceo classico) e non come offerta opzionale; anche il latino,
tuttavia, ormai all’estero (con l’eccezione di alcuni Länder tedeschi)
è offerto come una materia facoltativa, al posto, spesso, delle lingue
straniere moderne (tra l’altro collane economiche come la BUR Classici
greci e latini con testo a fronte esistono solo in Italia, sebbene il
testo a fronte sia quello di prestigiose edizioni straniere come la
Oxford e la Teubner). Quindi, sostenere che “in alcuni Stati esteri il
valore formativo delle lingue classiche è ancora tenuto in gran conto”
mentre “nel nostro Paese, che dovrebbe essere la culla naturale
perlomeno del latino, è invece in calo” è la solita stupidaggine
di sapore apocalittico che solo dilettanti mal informati possono
sostenere. Semmai è vero che il latino in Italia viene insegnato male
e, forse, a troppe persone che sono del tutto refrattarie al suo
apprendimento (perché esso viene insegnato in circa il 40% degli
istituti superiori, licei classici, scientifici, linguistici,
socio-psico-pedagogici); ma se all’estero il suo insegnamento ottiene,
come in effetti è vero, migliori risultati, ciò non dipende affatto
dal fatto che “il valore formativo delle lingue classiche” sia “ancora
tenuto in gran conto”, bensì da motivi, se non proprio opposti, in
gran parte diversi: il latino viene imparato solo da persone che
l’hanno scelto con una forte motivazione, cosicché è facile pensare
che l’apprendano con interesse e passione (spesso sono l’1 o il 2 % di
tutti gli studenti delle superiori); ma questo vuol dire che ne sono
esclusi moltissimi altri potenziali discenti che lo imparerebbero
comunque con un minimo di interesse, ossia non sarebbero né totalmente
refrattari, né provetti filologi classici. Va anche detto che le
metodologie d’apprendimento, basate sulla lettura diretta dei testi e
su metodi come quello di Ørberg, sono più efficaci dello sterile
grammaticalismo invalso nelle scuole italiane. E comunque, tutto
sommato, mi sembra che il modello italiano, con qualche correttivo
(metodi di insegnamento più efficaci, selezione in ingresso al biennio
delle superiori con test finalizzati ad appurare se le competenze
linguistiche dell’italiano sono adeguate anche per affrontare il
latino, selezione ragionevole dal biennio al triennio), possa ancora
essere quello che più permette di trasmettere le lingue antiche a un
congruo numero di discenti. Quanto al Vaticano, ricordo che il sito
ufficiale internet (http://www.vatican.va ) ha l’interfaccia in
italiano, inglese, tedesco, francese, spagnolo e portoghese, ma non in
latino. Come giustificano tale mancanza?

Vanni

Che gli studi classici siano in crisi non è un luogo comune, ma una triste realtà. Personalmente ho avuto la fortuna di frequentare un ottimo liceo e ora studio con grande passione Lettere classiche, tuttavia guardandomi attorno non posso che essere pessimista. Un problema fra i tanti: nella mia facoltà siamo iscritti in due per ogni anno, cosa anche buona per la preparazione e il rapporto con i docenti, ma disastrosa per la ripartizione dei finanziamenti ai vari corsi di laurea, come potete ben immaginare. La colpa di tutto ciò? Non credo sia da ricercare nelle scuole superiori che insegnano male le lingue classiche, bensì in un fatto molto più semplice: il mondo, la società, i mezzi di comunicazione si evolvono verso modelli di conoscenza ed espressione in cui a prevalere sono le discipline scientifiche, non certo quelle umanistiche e classiche in particolare. Preso atto di questo, non dobbiamo però permetterci di eliminare o di confinare a pochissimi specialisti lo studio di materie fondamentali come il latino e il greco che, al di là delle facili ironie di coloro che la pensano diversamente e parlano di “luoghi comuni”, sono alla base della cultura e della civiltà occidentale. L’appello del Vaticano è dunque sacrosanto e dovrebbe essere tenuto in gran conto dai nostri politici “riformatori”: peccato che, quando interviene la Chiesa, sono tutti pronti a parlare di “ingerenza”…

Teo

Rispondo brevemente a Vanni: forse anche a causa di uno stile un po’ ellittico, sono stato frainteso. Non ho sostenuto che la crisi degli studi classici in Italia sia un luogo comune in assoluto, bensì che lo sia se si paragona la nostra situazione a una presunta floridezza di altri paesi stranieri, del tutto fittizia.
A conferma di quanto ho scritto, rimando al seguente sito:
http://www.circe.be/content/view/47/279/
Si tratta del sito del progetto CIRCE (Classics and ICT Resource Course
for Europe), finalizzato all’integrazione dell’insegnamento delle
discipline classiche (Latino, Greco, Civiltà Classiche)  con le
tecnologie informatiche nell’Europa attuale. Vi si trova una
panoramica dell’insegnamento delle lingue classiche in vari paesi
europei (Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Grecia, Italia,
Portogallo, Repubblica Ceca, Spagna, Regno Unito; peccato che manchino
ancora paesi come la Germania o l’Olanda), da cui si desume che ormai
in molte nazioni il greco a livello di scuola secondaria viene studiato
da poche centinaia di persone ogni anno (in pratica, gli studenti di un
solo liceo classico di Roma…).

d64

sono uno studente di un liceo classico, e frequento il 4° ginnasio. stando a quello che molti ragazzi dicono sull’uso del latino e del greco, e che hanno frequentato il liceo classico, la maggioranza ritiene che queste due lingue non siano tanto importanti quanto invece lo sono numerose lingue ancora vive, come il francese, lo spagnolo e l’inglese! allora perchè tutti noi giovani di oggi decidiamo di prendere un’indirizzo umanistico credendo nelle opinioni degli adulti i quali ci dicono che lo studio del latino e del greco ci apra la mente e invece chi ha studiato il latino ed il greco non fa altro che giudicarli negativamente?
PRESIDI DI TUTTI I LICEI CLASSICI sono i magistri che trattano male i volenterosi discipuli impedendo loro di avere una visione positiva delle lingue di due civiltà alla base della storia!!

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