Vika affidata a una famiglia bielorussa

Si spengono i riflettori su Maria. Si abbassano anche le luci più fioche su una vicenda che ha diviso le coscienze di tutto il mondo. Con una decisone a sorpresa il governo di Minsk chiude definitivamente il caso: la bambina bielorussa che in patria è tornata a chiamarsi con il suo vero nome, Vika, da ieri sera è affidata ai coniugi Vasilevski, alla famiglia che sta per adottare Sasha, il fratellino di 13 anni. È la fine delle tragedia. “Non c’è dubbio che sia la migliore delle soluzioni, nessuno di noi pensa che sarebbe stato meglio lasciare la piccola in un istituto – spiega Diego Perugini, il legale della Bielorussia – peraltro, ha espresso la volontà di stare insieme a Sasha e abbiamo dato corso a questo desiderio”. […] Per il presidente Alexander Lukashenko e per la giustizia bielorussa si è trattato di un sequestro di persona; anche se per la Procura della Repubblica di Genova è un reato meno grave, “sottrazione di minore”. In ogni modo, il sostituto procuratore Paola Calleri ha indagato i coniugi Giusto-Bornacin e le due “nonne”, Maria Elena Dagnino e Marietta Bordi, che durante il periodo di “latitanza” hanno custodito la piccola. In concorso sono stati denunciati il parroco di Cogoleto, don Danilo Grillo, che in auto ha accompagnato la piccola in Val d’Aosta, e il priore del convento, padre Francis Darbellay. […]

Il testo integrale dell’articolo di Giuseppe Filetto è stato pubblicato sul sito di Repubblica

2 commenti

Umberto

Spero che così si chiuda la vicenda, ma temo che i Giusto saranno ancora sotto i riflettori, a quando la prossima puntata dall’insetto di porta a porta?

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