La sala del commiato al cimitero di San Cataldo, che viene inaugurata oggi [ieri, NDR], è stata progettata dai tecnici comunali avviando il recupero di un edificio esistente che veniva utilizzato come ricovero attrezzi. L’intervento ha comportato un investimento di circa 200 mila euro. Il 51per cento della cifra è stata messa a disposizione da Attima, la società cooperativa che ha in gestione i servizi cimiteriali del comune di Modena all’interno della proposta di appalto di gestione. Le soluzioni tecniche adottate dai progettisti hanno previsto interventi sobri per cui la sala risulta discreta ed accogliente al tempo stesso. […] La capienza è di una novantina di persone di cui una settantina possono trovare posto a sedere. Sono stati realizzati due ingressi con porte a vetri e gli accessi non presentano barriere architettoniche. La sala è dotata di impianto di raffrescamento e impianto audio. A disposizione del pubblico servizi igienici anche per portatori di handicap. I cortei funebri potranno raggiungere la nuova sala del commiato attraverso la porta carraia di via San Cataldo. Per i parenti più stretti del defunto saranno a disposizione alcuni posti auto a ridosso della sala. […]
Modena: una sala del commiato per i funerali laici
7 commenti
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Qui non ci sono commenti, perché malgrado il razionalismo ateo, appena leggi il titolo dell’articolo ti gratti.
Ciao prendo spunto da quest’articolo per una mia curiosità personale senza altre intenzioni, ma solo, ribadisco, a titolo personale. Vorrei sapere come vedono gli atei la morte. grazie
Potrei rispondere, citando Epicuro, che gli atei la morte non la vedono: “Quando ci siamo noi, non c’è lei: quando c’è lei, non ci siamo noi”. In realtà il problema (per credenti e non credenti) non è la morte, ma il processo del morire.
Raffaele
è vero il rpblema più che sulla morte va centrato sul processo di morire ripropongo quindi la domanda puntualizzandola con la tua osservazionee. Grazie
bene
La morte non esiste, così come non esiste il freddo, non esiste il vuoto, il nero, il nulla. Io che sono ateo non ho paura della morte, ma della sofferenza. Penso che i credenti abbiano qualche paura in più di noi atei, non in meno. Per i credenti c’è un aldilà, e hanno paura anche di quello.
Per quanto mi riguarda lo attendo con serenità vivendo però il presente.