Il suicidio, in maniera particolare delle donne, è divenuto la seconda causa di morte in Iran. Ogni giorno, l’ospedale Loqman della capitale ricovera decine di pazienti che hanno cercato di togliersi la vita in vari modi, ma questo ed altre strutture sanitarie cercano di tenere nascosta la cosa. Questo modo di comportarsi è frutto della pressione del governo islamico ma anche di una autonoma decisione dei medici, che temono un ulteriore aumento dei suicidi. […] Una macabra conferma viene dalla Scuola di medicina Mazandaran, che ha analizzato 318 cadaveri carbonizzati negli ultimi due anni: di questi, l’83 % era di donna. Il suicidio per auto-combustione rappresenta il 50 % dei casi totali. […]
Il testo integrale dell’articolo è stato pubblicato sul sito cattolico AsiaNews
Per come sono trattate le donne nei paesi musulmani non c’e’ da stupirsi. Bisognerebbe muoversi a livello mondiale tramite associazioni no profit e portare nei paesi in questione un po’ di cultura al femminile.
@leonardo carnesecchi
Sono almeno vent’anni che le associazioni di promozione dei diritti umani segnalano l’alto numero di suicidi nelle teocrazie islamiche.
Purtroppo si tratta di stati, molto spesso, che non consentono alle ONG di operare nei loro territori, inoltre la stessa popolazione rifiuta per tradizione di relazionarsi con donne, soprattutto se provenienti da un paese straniero.
Oppure si tratta di zone ad alta instabilità politica, dove non è possibile fornire neppure i servizi elementari, figurarsi parlare di diritti.
Gli unici che potrebbero farlo, in alcune situazioni (peraltro molto limitate) sono i missionari cattolici, che sono presenti da molto tempo nel territorio, ma non mi sembrano i più indicati ad agire nel campo dei diritti.