Avvenire contro Lecaldano

Il quotidiano dei vescovi italiani “Avvenire” ha pubblicato un articolo di Vittorio Possenti con cui viene condotta una dura critica nei confronti del libro di Eugenio Lecaldano, Un’etica senza dio.

L’etica è possibile solo per coloro che credono in Dio, la promessa della salvezza è esclusiva per i credenti, fuori stiano atei ed agnostici. A quest’idea, malamente attribuita ai credenti che negherebbero agli altri la possibilità stessa di una vita morale, Un’etica senza Dio, polemico pamphlet di Eugenio Lecaldano, contrappone l’assunto che solo mettendo da parte Dio si può condurre autentica vita etica: «Solo colui che è agnostico o ateo può effettivamente porre al centro della sua esistenza le richieste dell’etica». Una posizione dice che solo il credente è morale, l’altra che solo l’ateo è morale: via, con simili schematismi non si va da nessuna parte! Sostenere che Dio sia il legislatore fondamentale del cosmo morale, e che il non credente sia condannato ad essere un individuo immorale, sono cose ben diverse. Ma la religione sarebbe soltanto etica? Questo equivoco è oggi alquanto diffuso. In realtà, tolta la schiera dei santi, non sono lontane le proporzioni di persone ad accettabile moralità sociale tra gli atei e tra i credenti: semmai l’errore dell’ateo è di insipienza intellettuale. Dicit insipiens in corde suo: non est Deus. L’insipiens ha oggi più di un idolo, tra cui emergenti sono l’evoluzionismo e il neodarwinismo intesi non come importanti teorie scientifiche, ma come spiegazione generale dell’universo. Il testo di Lecaldano è una combinazione polemica di Hume e Darwin: come non c’è bisogno di ricorrere a un Creatore della natura per spiegare la vita, così non vi è necessità di scomodare Dio per render conto dell’etica. […] La nuova morale senza Dio non include né il bene né la norma, e perciò abbandona l’assunto etico centrale di individuare ciò che è buono e giusto in sé, mentre appare un rischioso «rompete le righe», poiché ritiene non necessaria e forse nociva la ricerca di valori comuni. Lo sfondo evoluzionistico, mentre riporta il bene e il male a fatto ultimamente biologico, cerca di naturalizzare l’etica e nel contempo di universalizzarla, inconsapevole delle contraddizioni del tentativo. Un’etica evoluzionistica fondata sulla «sim-patia» per l’altro è la risposta del volumetto, che non spiega l’obbligazione morale. Si domanda infatti come possano sorgere obblighi morali universali in un empirismo coerente, per il quale è già difficile spiegare l’universalità sincronica del valore, figuriamoci quella dia cronica. Una parola sull’ateismo. Essere atei è qualcosa di difficile: non tutti coloro che dicono di esserlo, lo sono, perché occorre costantemente allontanare con violenza le vestigia di Dio e sradicarlo dalla propria anima. Ma non voglio negare che esistano veri atei. La loro è una rivolta contro Dio: il risultato è un maremoto micidiale, ossia l’assunto formulato da Dostoevskij che «senza Dio tutto è permesso» e l’ateo diventa lui stesso la sorgente del bene e del male (qui l’autore cita di traverso, attribuendo al russo la sentenza assurda «se Dio è morto tutto è possibile»). È difficile sfuggire a questo rischio, in base a cui l’ateo può diventare un legislatore morale assoluto che stabilisce con durezza la sua legge. Lenin durante un colloquio firmava con noncuranza una quantità di condanne a morte: il successo della rivoluzione era lo scopo, e gli uomini un mero mezzo. Quante volte lo scopo è il successo, e l’uomo è nulla: forse l’etica adattativa dell’evoluzione ci libererà da questo?

Il testo integrale dell’articolo di Vittorio Possenti è stato pubblicato sul sito di Avvenire

14 commenti

RazionalMENTE.net

Veramente folle questo articolo di Avvenire. Lenin ha firmato molte condanne a morte, ma quante ne ha firmate la Chiesa?

E se l’unica vera etica viene da Dio, a quale religione occorre affidarsi? Va bene la religione musulmana dove il Corano prescrive di picchiare le donne che disobbediscono al marito e di lasciarle senza cibo? Giusto per citare una sura, ma ce ne sono tante, una peggio dell’altra.

O forse dobbiamo affidarci all’etica degli dèi dell’Olimpo?

Anche la stessa etica dell’Antico Testamento è mostruosa. Leggete qui, ad esempio, come vanno educati i figli:

http://www.razionalmente.net/html/bibbia_pedagogia.html

Lecaldano ha perfettamente ragione quando dice che l’altruismo è connaturato nell’uomo e in molti altri animali, è insomma funzionale alla sopravvivenza della specie. Ed ha perfettamente ragione quando dice che l’etica religiosa è un ostacolo all’etica laica. Infatti l’etica religiosa altro non è che umanissima etica laica in un determinato momento storico e luogo geografico. L’etica religiosa, come tutti possono constatare, non è immutabile come dovrebbe essere se realmente venisse da un dio, ma si adegua al mutare della società. Però si adegua con notevole ritardo e costituisce quindi un freno al progresso sociale e al senso etico più autentico e genuino.

Francesca

Posso suggerire all’estensore di codesto “articolo” di rileggere i “Fratelli Karamazov”, perchè forse non lo ha ben capito. O forse di leggerlo proprio perchè cita la frase che citano tutti quelli che fingono di conoscere Dostoevskij senza averlo letto.

E’ poi curioso che, quando si parla di ateismo, si citi sempre e comunque il comunismo sovietico. Come se il pensiero forte dell’ateismo lo si dovesse a Lenin o a Marx e non piuttosto all’UMANESIMO illumista.

Mi consolo pensando che Avvenire non lo leggono in molti. Già la cultura letteraria in Italia è scarsa, se poi Dostoevskij viene ridotto così.

Mauro Ghislandi

Purtroppo non sono proprio sicuro che Avvenire non lo leggano in molti. I dati parlano di una tiratura di 153.000 copie, una diffusione di 100.000 copie e 290.000 lettori. Forse paiono pochi, ma nella realtà italiana, in cui i giornali sono assai poco comprati e letti, non sono certo numeri trascurabili.
Magari ci fosse un quotidiano dichiaratamente ateo (ma esiste?) con una tiratura anche solo della metà!
Ma certo noi non abbiamo l’8 per mille e i potenti mezzi della CEI.

RazionalMENTE.net

Malgrado tutto, io ho la sensazione, guardando la TV, navigando su internet e parlando con la gente che il messaggio ateo si stia facendo strada. Sempre più spesso mi capita di sentire gente che cita concetti tipici di noi razionalisti. Anche una certa terminologia religiosa che un tempo era per addetti ai lavori, oggi è sempre più d’uso comune. Dovete sapere che Internet è una fucina di idee per chi fa televisione, attingono molto per discussioni, umorismo, trasmissioni varie. Quindi anche se non siamo realmente rappresentati dalla TV di Stato, ugualmente riusciamo a far passare delle idee. Insomma sono ottimista e penso che si debba continuare ed anzi cercare anche nuove strade di diffusione. Quello che mi incoraggia è il fatto che la gente, pur se ignorante, non è affatto scema e non ha quindi difficoltà ad assimilare ciò che è razionale. Insomma se tu fornisci ad una persona su un piatto la fede e sull’altro la logica, se non ci sono condizionamenti, sceglierà la logica.

Giacomo

alla fine dell’articolo l’autore ha delirato.. forse era in preda ai fumi dell’incenso.. voorei sottolineare:

“se a cui l’ateo può diventare un legislatore morale assoluto che stabilisce con durezza la sua legge. Lenin durante un colloquio firmava con noncuranza una quantità di condanne a morte: il successo della rivoluzione era lo scopo, e gli uomini un mero mezzo. Quante volte lo scopo è il successo, e l’uomo è nulla: forse l’etica adattativa dell’evoluzione ci libererà da questo?”

dipinge gli atei come dei tiranni malvagi.. :I come delle bestie dittatrici… questo è impazzito… O.o …

Christian

Però l’autore dell’articolo ha ragione quando dice che il non credente è libero.
E’ verissimo chi non crede è libero…. libero di scegliere se fare il bene o il male, libero di non credere, ed è anche libero di cominciare a credere. Insomma chi non crede è uomo, perchè può scegliere cosa fare della propria vita, e se davvero esiste l’aldilà l’uomo non credente può andarci dicendo: ” è vero ho fatto queste cose, ma almeno sono stato io a scegliere di farle, nel bene e nel male”. Il credente indottrinato può dire lo stesso ?
Io ero un non credente, e ad un certo punto ho scelto di credere (non per interesse o bisogno, ma perchè ho sentito che era giusto).
Un credente che è tale solo perchè indottrinato fin da bambino, può scegliere la fede ? Un uomo che crede perchè senza religione sarebbe ossessionato dalla morte, è libero di scegliere di credere ? O sono forse entrambi schiavi della loro situazione ? Come può un uomo scegliere la fede se prima non si libera da essa ?

Questo ovviamente i preti non se lo chiedono nemmeno.

Quando uno di questi credenti per forza fa del bene, lo fa perchè davvero sente che è giusto farlo o lo fa solo per fare bella figura davanti a Dio ? Perchè spera così di comprarsi il paradiso ?
Se un ateo mi fa del bene io SO che quel gesto è autentico, se lo stesso gesto lo fa un credente io non so mai se viene dal cuore o se è fatto contro voglia (sceglierò di credere che venga dal cuore, ma mi sono accorto che tante volte è fatto mal volentieri).

Giuseppe

Tra l’altro l’articolista si contraddice. Dapprima respinge le accuse alla religione di monopolizzare l’etica e di delegittimare moralmente i non credenti.

Per poi alla fine ribadire lo stesso identico concetto: senza fede non ci può essere vera etica e gli atei promuovono il disordine morale.

Francesca

@Christian

Sai che la tua ultima frase l’ho sentita dire anche da molti ex-testimoni di Geova che ritenevano l’obbligatorietà dell’atto solidale (tra Testimoni, in quel caso) imposto dalla loro dottrina una delle cose che davano loro più fastidio?

RazionalMENTE.net

Per inciso, quando Lecaldano dice che l’etica laica è superiore a quella religiosa, si riferisce unicamente al fatto che è appunto libera e quindi genuina. Quindi la conclusione dell’articolista su Lenin e sull’evoluzione è totalmente sballata.

Oltretutto mi chiedo se un’etica realmente laica esista davvero. In qualunque Paese sei nato e cresciuto hai certamente avuto influenze di carattere religioso. Quindi ci sarebbe da puntualizzare che l’etica laica di cui spesso parliamo è l’etica del non credente, non l’etica dell’uomo nato e vissuto lontano dalle religioni. Altro discorso è quello che contempla le questioni biologiche ed evoluzionistiche.

Francesca

@razionalmente

Qui si sta facendo un pò di confusione tra laicità, che può benissimo appartenere anche ai credenti (anzi, dovrebbe appartenere anche ai credenti), ed etica senza Dio, cioè atea.

L’etica atea esiste eccome ed è quella illuminista, definita tra gli altri da Adam Smith nella sua opera: “teoria dei sentimenti morali”, la cui pubblicazione fu per lungo tempo osteggiata dai religiosi di ogni credo che la consideravano “troppo alternativa” alla morale religiosa, e pubblicata in Italia soltanto dieci anni fa con la curatela di Paolo Sylos Labini.

Anzi, credo che sarebbe doveroso, da parte dell’UAAR, proporne una recensione.

Se ti sembra un’etica da poco non so cosa tu possa pretendere di meglio.

Umberto

Ma perchè ci perdiamo dietro alle cavolate che scrivono su avvenire.

RazionalMENTE.net

@Francesca: sto cominciando seriamente a pensare che tu non riesca a capire ciò che io scrivo. Forse non mi esprimo troppo chiaramente e in tal caso me ne scuso. Comunque c’è un oculista proprio vicino casa tua, subito dietro l’angolo. Misurano la vista anche alle iene mestruate, hanno un contratto col WWF. Per ulteriori informazioni, chiedi a Fulco Pratesi.

cartman666

Altro articolo di avvenire, altra valanga di minkiate, devo dire che quando uno si vuole fare quattro risate, non sono male!
Certo, ritenere che l’ateismo possa rimuovere i freni inibitori e far si che l’uomo possa scatenare i suoi istinti peggiori, mi sembra fuori luogo che a dirlo siano dei cattolici, la cui religione, ha fatto fare ai propri seguaci cose indicibili,giustificate dalla convinzione di essere protetti da Dio, la notte di s.Bartolomeo, solo per fare un esempio,ma si potrebbe continuare per ore!!
Da che pulpito viene la predica…

michy

chi ha comprato il libro di lecaldano un’etica senza Dio ha già avuto la sua punizione buttando via i soldi e doppia punizione se per caso l’avesse letto.

manca della logica minima per capire che se tutti gli esseri sono razionali e hanno accesso alla razionalità etica è difficile fare distinzioni tra cerdenti e non credenti come fa lui,

ma certo se le sciocchezze le dice un cattedratico come lui, allora tanto di cappello dallo stuolo di atei con ricca capacità critica

ciao

michy

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