IL CSM boccia Luigi Tosti

l CSM ha dichiarato il giudice Tosti Luigi non idoneo alla qualifica di magistrato di cassazione perché, pur essendo capace, laborioso e diligente sotto il profilo professionale, gli difettano “la correttezza, il riserbo e l’equilibrio”. Questo giudizio negativo è stato tratto sia dalle circostanze che il magistrato, per sua stessa ammissione, è una sorta di “cane sciolto”, che non è stato mai iscritto all’Associazione Nazionale dei Magistrati, non si è mai candidato ad elezioni politiche, che non conosce membri del CSM e non ha mai contatto nessuno per ottenere favori, sia dalla pendenza del procedimento disciplinare relativo alla sua “scelta di non svolgere più attività di udienza fino a quando non vengano rimossi dalle aule di giustizia i crocifissi, e ciò pur avendo avuto la disponibilità di un’aula priva di ogni simbolo religioso”. “Questo provvedimento del CSM – dichiara il diretto interessato Tosti Luigi – si riferisce alla valutazione del triennio 1999-2002 ed è stato significativamente deliberato dopo che sono stato addirittura costretto a proporre e a notificare ben due denunce penali per omissione di atti di ufficio nei confronti dei membri del CSM i quali, a distanza di ben due anni dalla mia domanda, temporeggiavano, non sapendo a quali argomenti appigliarsi per respingerla. E, in effetti, è significativo il fatto che il CSM abbia deliberatamente violato la legge e le sue stesse circolari, decretando la mia idoneità sulla base di episodi che sono avvenuti nel 2005 (quindi inutilizzabili perché successivi al triennio 1999-2002) per quali, oltretutto, manca qualsiasi decisione disciplinare. Altrettanto significativa è la circostanza che il CSM si sia dimenticato di considerare -al pari del Tribunale dell’Aquila e della Procura Generale presso la Cassazione- che io avevo manifestato la piena disponibilità a tenere le udienze in presenza del mio simbolo, la menorà ebraica, e che il mio rifiuto è scaturito pertanto da atti di discriminazione religiosa. Evidentemente per il CSM – e non solo per il CSM – solo i “Cattolici” hanno il diritto di marcare con i loro idoli gli edifici pubblici, cioè di tutti gli italiani, perché appartengono ad una Superiore Razza religiosa. Significativa, infine, è la circostanza che il CSM mi addebiti il fatto di non aver accettato l’offerta di seguitare ad espletare il mio lavoro, sino a pensionamento, nell’aula-ghetto che è stata amorevolmente allestita per me. Spero che queste deliberate violazioni della legge e queste forme di razzismo vengano convalidate dal TAR del Lazio e dal Consiglio di Stato e mi auspico, ovviamente, che lo stillicidio persecutorio nei miei confronti prosegua con costanza e con perfetta consapevolezza di impunità”.

Comunicato stampa del giudice Luigi Tosti

14 commenti

Carlo

Del tutto ignorato dalla stampa questo comunicato dell’agenzia Adnkronos che rilevo dal sito Dagospia:
>>>> 15 – MASTELLA SI RISERVA AZIONE DISCIPLINARE PER IL GIUDICE TOSTI CHE TOLSE IL CROCEFISSO…
(Adnkronos) – ”Il magistrato Luigi Tosti, meglio noto come il giudice anticrocefisso, subira’ un’azione disciplinare disposta dal ministro della Giustizia”. Lo rende noto il senatore Francesco Storace (An), che ha ricevuto la risposta di Mastella all’interrogazione presentata il 3 ottobre. ”Il dottor Tosti aveva chiesto al ministro -aggiunge il senatore- di far rimuovere i simboli religiosi da tutte le aule giudiziarie del Paese o, in alternativa, di esporre accanto al Crocefisso, tutti i simboli delle altre religioni assieme al simbolo dell’unione degli atei e agnostici nazionalistici”. ”Nel suo furore -prosegue l’ex ministro della Salute- Tosti aveva anche scritto il 5 settembre a Mastella la volonta’ di non farsi processare – beato lui – da giudici partigiani e parziali.

Di qui l’interrogazione per sollecitare provvedimenti disciplinari nei confronti di un cittadino che ricopre incredibilmente la carica di magistrato. Mastella – nella sua risposta – ha fatto sapere di aver ‘immediatamente inoltrato alle competenti articolazioni ministeriali l’esposto’ presentato da Tosti, per ‘svolgere gli opportuni accertamenti, al fine di valutare – come sembra – la violazione dei criteri di equilibrio e di misura, in guisa da compromettere la credibilita’ personale, il prestigio e decoro del magistrato, nonche’ il prestigio dell’istituzione giudiziaria”’. ”Mastella si e’ infine riservato, ‘all’esito di tali accertamenti, il promovimento dell’azione disciplinare nei confronti del magistrato’. Attendero’ qualche settimana -conclude Storace- e poi chiedero’ a Mastella se dara’ seguito a quanto promesso, perche’ e’ vergognoso quanto accaduto”.

Dagospia 03 Novembre 2006

Stefano

Vorrei sapere se questa notizia è stata divulgata nel resto d’europa e quali sono stati i relativi commenti. Mi piacerebbe anche che tutta questione venisse affrontata anche dal tribunale internazione per i diriti dell’uomo.

Christian

Io vorrei invece far riflettere tutti voi della gravità del comportamento di un Magistrato che si rifiuti di compiere il proprio dovere sulla base di pretesti ideologici.
Non voglio riferirmi al caso in esame, voglio invece astrarre da esso e concentrarmi su un caso ideale.
Il lavoro del giudice è diverso da qello del panettiere o dell’operaio, ed è diverso anche di quello dell’avvocato. Il giudice devere iurisdicere, deve DIRE IL DIRITTO, deve in altre parole dare giustizia a chi a lui la chiede.
Non è un semplice lavoro, è uno stile di vita, è una vocazione. La vocazione di un uomo che attraverso il proprio lavoro dà alla società ciò di cui essa ha più bisogno, l’eguaglianza sostanziale, la giustizia.
Detto ciò è gravissimo che un magistrato si rifiuti di fare il proprio lavoro, si rifiuti di fare giustizia, questo è ammesso solo in gravi ipotesi.

Se un giudice si rifiuta di dare giustizia a chi la chiede perchè non si sente libero di decidere per via di un simbolo religioso nell’aula, sicuramente sta esagerando perchè quel simbolo non lo morderà durante la lettura del dispositivo, tale richiesta ha un minimo fondamento, è infatti giusto tutelare la serenità di decisione del giudice.
Diverso è se lo stesso giudice rifiuta di dare giustizia perchè nell’aula accanto c’è un simbolo religioso, o se lo stesso simbolo è al collo di qualche persona presente, o magari nell’ingresso del tribunale, o magari ancora si trova sulla facciata di un edificio visibile dalla camera di consiglio, o di qualche edificio in città, o nella città vicino.
Tali simboli non sono minimamente idonei ad influire sulla serenità del giudice ed il rifiuto di dare giustizia perchè questi esistono è sicuramente pretestuoso e gravissimo.

Mi dispiace darvi torto ma un giudice che dovesse rifiutare di fare udienza per questi motivi commetterebbe un atto gravissimo senza alcuna giustificazione.
Pensate infatti a che assurdo si giungerebbe se ad un giudice fosse permesso di rifiutarsi di esercitare il proprio magistero sulla base di pretesti religiosi (perchè nell’aula accanto c’è un crocifisso), sarebbe a tale stregua possibile per un giudice puritano rifiutarsi di fare udienza in un’aula in cui la testimone si è presentata con una gonna troppo corta (avanzerebbe la tutela del buon costume), ad un giudice animalista sarebbe permesso rifiutarsi nel caso in cui le poltrone del tribunale fossero di pelle, o uno dei presenti avesse una pelliccia, o un avvocato una borsa di pelle (sostenendo la necessità del rispetto della vita, anche se animale), al giudice ambientalista sarebbe permesso fare lo stesso perchè i banchi e le sedie sono di legno o perchè la carta dei verbali e dei fascicoli non è riciclata (per la tutela dell’ambiente ed in particolare degli alberi, contro la deforestazione), al giudice antiabortista sarebbe permesso non dare giustizia ad una donna che abbia abortito (per la tutela della vita), etc.
Avete capito tutti cosa intendo.

Con questo non voglio dire che sia giusta la presenza dei crocifissi nelle aule di giustizia, ed è sicuramente legittimo chiederne la rimozione.
Ma il crocifisso in aula non è una cosa così terribile.
Nessun giudice può davvero sentirsi limitato nella sua libertà decisionale da esso.
E soprattutto non può sentirsi limitato se il crocifisso si trova nell’aula accanto.
Sono pretesti per non fare il proprio dovere.

Rifiutarsi di fare udienze per motivi ridicoli e senza alcun valore oggettivo è gravissimo, ed è giusto che un giudice che faccia ciò ne subisca le conseguenze.

Come sito UAAR non dovreste appoggiare un comportamento di questo genere.
La protesta contro i simboli religiosi negli edifici pubblici (protesta perfettamente legittima e comprensibile), può benissimo essere portata avanti da chi lavora in questi edifici pubblici facendo il proprio dovere in modo serio.

statolaico

Sono nauseato da questa nostra italietta meschina. Che non ha una sistema di informazione libero come molti altri stati, invece, hanno. Perchè l’informazione deve rispondere a logiche di potere e non può essere libera. Ci sono persone che combattono quotidianamente, ed a proprie spese, una lotta per difendere i diritti di tutti. Perchè si battono per il valore assoluto dello stato moderno: la laicità. E fanno questo sulla propria pelle, e lo fanno per tutti. Ma persone come il giudice Tosti, come Cascioli, come Montagnana non trovano e non hanno trovato spazio nei nostri tg, troppo impegnati nell’informarci sugli gli ascolti di “domenica in” o nel fornirci lo scoop circa la nuova fidanzata di Vieri. Purtroppo, pero’, le vere notizie SONO quelle proprio perchè per molte persone esistono SOLO quelle. E’ un’amara constatazione ma molti italiani, tutt’oggi, non si informano sulla carta stampata (certo spesso faziosa e filtrata anch’essa, tuttavia qualche trafiletto -magari nella penultima pagina in basso a sinistra e scritto al contrario a volte si trova), e non sanno usare internet: in questo quadro desolante la tv può farci, impunita, il lavaggio del cervello semplicemente manipolando l’informazione: ecco allora B16 affacciato alla sua finestrella, di bianco vestito, di fronte ad una folla adorante di mamme di papà e di bambini… peccato però che ci sia un processo a suo carico dove è accusato di avere coperto (quando era ancora prefetto dell’inquisizione), reati di pedofilia e se resta impunito è solo in virtù del fatto che gode dell’immunità riconosciuta ad un capo di stato… Insomma, in un paese normale (non il nostro, ovvio), di questo starebbero parlando continuamente tutti i telegiornali e tutti i giornali, magari spingendo anche il pontefice a parlare dalla sua finestrozza per renderne conto, quantomeno, all’opinione pubblica. Ma se certi argomento sono tabù, invece…

archibald.tuttle

x christian:
Ribadisco che nella mia qualità di magistrato mi rifiuto di violare il mio obbligo giuridico di essere e di APPARIRE imparziale, perché ritengo di dover rispettare sia il comma 2° dell’art. 111 della Costituzione che l’art. 6, 1° comma, della Convenzione sui diritti dell’Uomo e, pertanto, mi rifiuto di calpestare il diritto dei cittadini non cattolici e dei cittadini non credenti di essere giudicati da giudici “visibilmente imparziali”.

statolaico

Caro Christian, permettimi: il lavoro di un giudice non è diverso dagli altri: è un lavoro. Certo, come dici tu “il giudice deve iurisdicere, deve DIRE IL DIRITTO”. Non lo metto in dubbio. E il panettiere deve panificare, deve FARE IL PANE senza dimenticarci dell’avvocato che deve difendere, deve FARE LA DIFESA. Ora, a parte gli scherzi, il tuo ragionamento è, in realtà, un sofismo. Il giudice Tosti non si rifiuta di celebrare i processi perchè inventa impedimenti pretestuosi ma, di fatto, inesistenti. Il giudice che tu usi nel tuo esempio, quello, cioè che si rifiuta di lavorare perchè è animalista e la sedia della sua aula (o di un’altra vicina), è di pelle animale non avrebbe giustificazioni perchè una sedia di pelle animale in un’aula di tribunale non è contraria ad alcun principio costituzionale (purtoppo aggiungo io). Nel caso in esame, invece, l’esposizione di un simbolo religioso vìola palesemente la costituzione. Il giudice Tosti ne fa una questione di principio, si, ma costituzionale. Il punto, quindi, è questo: per permettere di lavorare a questo giudice e per non violare piu’ la costituzione non dovrebbe essere più semplice, per lo stato, rispettarla e rimuovere quel simbolo piuttosto che lasciarlo e sospendere il giudice( sospendendogli anche lo stipendio, che mi sembra un’intimidazione o comunque una ritorsione)? O sottoporlo ad ispezione? Cosa dovrebbe essere più logico da parte di uno stato onesto ma sopratutto coerente con i propri princìpi? Dovrebbero essere domande retoriche.

Pietro Ancona

Lettera a Tosti
—– Original Message —–
From: pietroancona@tin.it
To: tosti luigi
Sent: Monday, November 06, 2006 10:46 AM
Subject: solidarietà

Caro ed insigne Magistrato.

ho letto ieri su Repubblica lo scandaloso giudizio espresso su di Lei da una Sezione del Consiglio Superiore della Magistratura.

Traggo con amarezza la convinzione che gli equilibri politici e la soggezione verso il Vaticano abbiano influenzato la formazione di una decisione che non tiene conto del Suo valore professionale e della sua Probità di Uomo e di Magistrato.

Continuo a sperare in un futuro migliore ma con sempre minore fiducia.

Spero che le persone civili di questo Paese esprimano la loro condanna per queste inaccettabili manifestazioni di neooscurantismo.
Pietro Ancona da Palermo

RazionalMENTE.net

Cerchiamo di vedere le cose nella giusta luce. Quella di Tosti è una provocazione, non un’obiezione di coscienza. Se Tosti si rifiutasse sempre e comunque di svolgere il suo lavoro allora la provocazione andrebbe oltre i limiti, diverrebbe obiezione di coscienza e forse non sarebbe sbagliato rimuoverlo per garantire il corso della giustizia. Allo stesso modo non è concepibile che un farmacista si rifiuti di vendere anticoncezionali o che in una ASL ci si rifiuti di praticare l’aborto secondo le vigenti normative.

Penso che la protesta di Tosti per poter funzionare dovrebbe essere maggiormente condivisa e supportata. Vorrei vedere insegnanti che si rifiutano di lavorare se nell’aula c’è il crocifisso, ad esempio.

Considerate anche che ci sono aule di tribunale dove il crocifisso fa parte della struttura stessa della parete. Insomma per rimuoverlo occorrerebbe rifare completamente il look dell’aula.

Pensiamo poi alle croci, alle madonne e madonnine presenti per strada. Sarebbe sensato bloccare il traffico rifiutandosi di passare dinanzi ad un obelisco con tanto di statua di santo o di Madonna? insomma, dove finisce la provocazione e inizia l’obiezione di coscienza?

Sul sito dell’UAAR leggo “Scrocifiggiamo l’Italia”… una parola!!! Dovremmo demolirla e costruirla daccapo. Certamente la si può scrocifiggere in parte, ma… ho grandi perplessità.

Pietro Ancona

mi risponde Nessuno organizza una campagna email verso il CSM?

La ringrazio per la solidarietà, anche se non nutro alcuna aspettativa per un cambiamento di questo Paese. Non le nascondo che questa battaglia, che sto conducendo con gravoso impegno di energie personali e sperpero di danaro, mi ha creato e mi crea stress e momenti di profonda depressione e rabbia. Spero che la salute mi assista sino alla fine e che i cattolici possano ancora godere e soddisfare i loro truci istinti di sadismo nel prosieguo del rito di crocefissione che è stato così amorevolmente iniziato nei miei confronti.
Scusi lo sfogo.
Luigi Tosti
—– Original Message —–
From: pietroancona@tin.it
To: tosti luigi
Sent: Monday, November 06, 2006 10:46 AM
Subject: solidarietà

Caro ed insigne Magistrato.

ho letto ieri su Repubblica lo scandaloso giudizio espresso su di Lei da una Sezione del Consiglio Superiore della Magistratura.

Traggo con amarezza la convinzione che gli equilibri politici e la soggezione verso il Vaticano abbiano influenzato la formazione di una decisione che non tiene conto del Suo valore professionale e della sua Probità di Uomo e di Magistrato.

Continuo a sperare in un futuro migliore ma con sempre minore fiducia.

Spero che le persone civili di questo Paese esprimano la loro condanna per queste inaccettabili manifestazioni di neooscurantismo.
Pietro Ancona da Palermo

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Pietro Ancona

lettera a Napolitano ed al CSM
(Al Presidente della Republica
al Vice Presidente CSM

Illustre Presidente,

protesto per il grave giudizio espresso dal CSM reso pubblico ieri da Repubblica sul giudice Luigi Tosti ritenuto indegno di una promozione che gli spetta per diritti maturati nella sua lunga e onorata carriera a causa della sua ferma presa di posizione contro lo Stato clericale al servizio del Vaticano.

Altrettanta solerzia nell’esprimere giudizi cosi’ puntuti ” il giudice laborioso ma scorretto” non sono stati espressi a suo tempo tempestivamente in occasione di promozione di personaggi chiacchierati dalla pubblica opinione.

Voglio auspicare che il CSM ritrovi se stesso nella sua alta vocazione di difeda dei valori della Costituzione e delle libertà civiche da Essa garantite e voglia aprire un dialogo positivo e fecondo con uno dei suoi migliori esponenti che combatte da solitario perchè è stato da VOI lasciato solo una battaglia per l’indipendenza del Magistero della Magistratura da condizionamenti religiosi.
Pietro Ancona da Palermo

Marja

Forse la questione per cui si batte il giudice Tosti può sembrare frivola, ci sono tanti problemi in questa società, che fastidio ci può dare un crocefisso, anche molti politici laici e di sinistra magari la pensano in questo modo, e invece Tosti è un eroe, perché bisogna ricordare che il crocefisso esposto in un edificio pubblico non è più una semplice icona religiosa, ma è il SIMBOLO dello STATO CONFESSIONALE,sta a significare che lo STATO ITALIANO è UNO STATO CATTOLICO, come in effetti era ai tempi in cui è stata emanata la norma che prevede la presenza dei simboli religiosi cattolici in tutti gli edifici pubblici. Il fatto che un magistrato venga penalizzato per questo motivo è l’indice di quale sia il grado di laicità dello stato italiano…il problema è che la nostra costituzione non contiene una clausola che dichiari espressamente il principio della laicità dello stato e non è un caso se non la contiene…

Dio e Stato

Rinchiudetelo!

mi rifiuto di pensare che la giustizia italiana sia in mano a soggetti come questo

archibald.tuttle

immagino che tu stia parlando di mastella, che ha in mano la giustizia italiana.

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