Verona, riflessioni post-papali

Il Vescovo Carraro è a capo di una grande organizzazione economico-politica e come tale parla. Di fronte al flop di popolarità del Papa, che cosa doveva dire? I giornalisti chiedono e lui risponde: “Grazie Verona e grazie a tutti voi veronesi, perché ancora una volta la città ha dimostrato di essere aperta, accogliente, disponibile”(Il Verona 27/10). Siccome non è un pirla, sa benissimo che il ringraziamento va a Comune, Fiera, Fondazione Arena, Banche e Fondazioni bancarie per aver fornito strutture e servizi gratuitamente per il convegno ecclesiale cattolico, sottraendo risorse ai servizi per le fasce più deboli della società. Ringraziare, poi, tutti i veronesi perché sono rimasti a casa invece di accalcarsi lungo le strade della papamobile con bandierine ed applausi, appare ipocritamente pietoso. Moltissimi veronesi erano incazzati, facendo registrare uno dei tassi più alti di bestemmie degli ultimi tempi. Ma Carraro: “Grazie, per la serenità con la quale si sono vissuti gli inevitabili disagi che tale evento ha portato.” Inevitabili, eminenza? Se le vostre pretese non fossero state così abnormi, parecchi disagi sarebbero stati evitati. Il giornale registra che non si può “dire che l’accoglienza dei veronesi sia stata calorosa almeno lungo i 22 chilometri di percorso con la papamobile”.

Fonte: Newsletter del circolo UAAR di Verona (verona@uaar.it)

Un commento

netzer

Però i veronesi dovrebbero incazzarsi con l’amministrazione cittadina (e non col papa) perchè copre le spese di queste ridicole manifestazioni. C’è un ladro (il Vaticano) ma c’è anche chi si gode a lasciarlo rubare..

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