Condanne e morte e sacralità della vita

Gentile direttore, si condanna a morte un uomo e, diciamo la verità, sebbene le persone buone ed intelligenti si dichiarino contrarie alla pena di morte, in fondo nessuno si straccia le vesti e grida allo scandalo; anche, forse, al pensiero degli efferati indiscutibili crimini commessi da Saddam (il condannato) e delle innumerevoli vittime. Si fa l’abitudine a tutto, compresa l’uccisione fredda e programmata di esseri umani. Hitler aveva creato strutture idonee per uccidere moltitudini d’innocenti. Gli stati in cui vige la pena di morte, hanno creato strutture idonee per uccidere persone colpevoli, ed ogni tanto, magari per errore, qualche innocente. C’è un’enorme differenza; però ci sono anche innegabili analogie. Ciò che sconcerta in coloro che sostengono ancora oggi la pena di morte, è la confusione tra sentimenti e ragione, nonché la rinuncia totale a quest’ultima. Chiedono, per mettere in imbarazzo chi non è d’accordo: «Saresti dello stesso parere, se avessero ucciso un tuo familiare?». E cadono così nella confusione tra sentimento e ragione. Calpestano quest’ultima, invece, quando di un principio assoluto – la sacralità della vita – fanno un principio relativo: inviolabile la vita dell’innocente; violabile la vita del colpevole. Il colmo della stoltezza è quando tale assurdo concetto del valore della vita viene tranquillamente attribuito al dio in cui si crede.

La lettera di Veronica Tussi è stata pubblicata oggi su L’Unità

9 commenti

statolaico

Pienamente daccordo, anche se io vedo il valore assoluto nella vita e non in un principio che riconduce alla sacralità della vita. La vita è, essa stessa, il valore assoluto per eccellenza in quanto vita, senza rimandare ad altro.

tipaccio tremani

Ha senso parlare di diritti umani solo all’interno di uno Stato che li tutela in questo modo: se tu ledi volontariamente i diritti umani altrui, perdi i tuoi, anche quello della vita, se privi un’ altra vita di se stessa: si chiama giustizia, ma ve lo siete scordato tutti. Dov’è la VITTIMA nel nostro codice penale? Ve lo dico io: nella cassa da morto. L’assassino invece, dopo i domiciliari, si farà una vacanza premio a Ibiza. Questa è la giustizia italiana. Ma sono sicuro che tutti gli innocenti morti ammazzati da luridi maiali schifosi che oggi gozzovigliano a mie e vostre spese non sarebbero d’accordo.
“Non c’è giustizia senza UNA PARTE di male”, dice Ceronetti. Uno Stato deve scegliere da che parte stare. Io sto dalla parte delle vittime.

Gio

Più che di un generico e fuorviante “valore della vita” credo che si dovrebbe parlare di valore delle Persone in quanto dotate di autocoscienza…
Ma siamo su un livello filosofico.

statolaico

No, mi sembra giusto quello che dici. I cattolici considerano persone pure tre cellule…

statolaico

Sono contrario alla pena di morte per molti motivi. Ti elenco i principali: 1-La, quando anche remotissima, possibilità di errore giudiziario; il fatto quindi che non si possa matematicamente avere la certezza di escludere ogni qualsiasi possibilità di comminare la pena di morte ad un innocente la dovrebbe far rigettare a priori da tutti gli stati. 2-Lo stato deve fare giustizia, non deve vendicare. Uno stato vendicatore si macchia dello stesso crimine e diventa un assassino. Lo stato siamo noi, ricordiamocelo. Personalmente ritengo che una vita in carcere sia per certi versi anche piu’ terribile della pena di morte stessa. Per rispetto delle vittime credo che sia piu’ importante la certezza della pena. 30 anni? che siano trenta, non un minuto di meno. Sono inadeguati 30 anni? Discutiamone, indubbiamente. Ma non ammazziamo nessuno, combattiamo gli assassini, senza crearne altri.

daniele

dico la mia:

a cosa serve la pena di morte? come massimo deterrente? allora com’è che in america non funziona? no, la pena giudiziaria serve per proteggere la società da elementi dannosi (assassini, stupratori, ecc ecc) e quindi una simpatica vita a spaccare le pietre o pulire i cessi mi sembra più che utile per rimediare ai danni della società. Anzi, magari in una cella senza sbarre, ma di plexiglass antisfondamento davanti ad una sauna turca piena di gnocche svedesi. che è peggio?

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