La legalizzazione dell’eutanasia non ha aperto la porta alla soppressione sistematica dei malati, come sostengono coloro che si oppongono a questa pratica. Secondo Jean-Louis Vincent, autore della ricerca pubblicata sulla rivista “Intensive Care Medicine” (32 [2006]: 1908-1911), ci sono stati 742 casi di eutanasia negli anni 2004-2005, circa 31 casi al mese. Solo lo 0,2% dei decessi nel Paese sono dovuti all’eutanasia. Secondo l’indagine, vi e’ stato un aumento di richieste dal biennio precedente, ma cio’ non e’ dovuto ad un cambiamento di mentalita’, ma al fatto che medici e pazienti terminali sono piu’ consapevoli delle scelte possibili. “I medici non sono divenuti degli assassini di persone anziane”, ha scritto Vincent. […] Questa ricerca dimostra ancora una volta che l’abuso dell’eutanasia puo’ avvenire solo quando e’ relegata alla clandestinita’, un luogo dove non esistono controlli, seconde opinioni mediche, e spesso neanche il consenso del paziente.
L’intervento di Pietro Yates Moretti è stato pubblicato sul notiziario ADUC “Vivere & Morire”
che cosa si aspettavano?
mi sembra normale -.-
Una delle principali scuse dei cattolici, e’ l’evocazione di campi di sterminio di anziani, che dovrebbe generare l’introduzione dell’eutanasia, e guarda caso, anche questa volta si sbagliavano, ora non sarebbe il caso che noi ci facessimo sentire di piu’ per rivendicare un nostro sacrosanto diritto? La vita e’ nostra e siamo noi a poter deciderne, ora visto che non tutti hanno la fortuna di avere un trapasso indolore, non e’ ora che ci diamo una mossa,per cambiare lo status quo?
Toh, hanno legalizzato l’eutanasia e ai malati non è venuta d’improvviso la voglia di crepare. Chissà come mai. Forse la gente sa fare le proprie scelte anche senza divieti cattolici..
E pensare che il Belgio è uno dei paesi più cattolici d’Europa, ma anche tra i più laici.