Hanno deportato la madre ad Auschwitz. Internato il marito nel campo di concentramento di Urbisaglia. Cacciato i figli da scuola. E tutto questo perché madre, marito e figli erano, come lei, di “razza ebraica”. Ma Lili Ascoli Magrini, di Ferrara, cent’anni il prossimo 31 dicembre, non solo non ha diritto all’assegno vitalizio di benemerenza, ma dovrà anche restituire la pensione che le era stata elargita nel 2004. La sentenza choc è della sezione d’appello della Corte dei Conti, secondo cui il riconoscimento non le spetta perché non si è trattato di “atti di violenza fisica o morale contro di lei”. La quasi centenaria aveva iniziato la pratica amministrativa per ottenere la pensione il 10 novembre del 1997 quando la “commissione per le provvidenze ai perseguitati politici antifascisti o razziali” istituita nel 1955 (e voluta da Umberto Terracini), per la prima volta prese in considerazione, fra i perseguitati del fascismo, anche gli ebrei in qualità di vittime di violenza morale. Ad assisterla in questa sua battaglia legale scandita da ricorsi e controricorsi era stato uno dei suoi due figli che da bambino fu cacciato dalle scuole in seguito alle leggi razziali del 7 agosto del 1938, Geri Bonfiglioli, ex vicepresidente della comunità ebraica ferrarese (ed ex presidente della corale “Vittore Veneziani”), morto lo scorso agosto all’età di 71 anni. La pensione rifiutata a Lili Ascoli Magrini è passata attraverso tre gradi di giudizio. La commissione ministeriale le aveva dato torto. Dalla sezione Emilia Romagna della Corte dei Conti a cui s’era rivolta aveva ottenuto ragione. I giudici contabili di secondo grado, ai quali s’era appellato il ministero delle Finanze le ha dato di nuovo torto. E ora è stata invitata a restituire le “somme non dovute”, altrimenti scatterà il pignoramento dei suoi beni. […]
Ebrea perseguitata e centenaria. E lo Stato rivuole il vitalizio
8 commenti
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che schifo… che lasciassero in pace quella vecchietta e smettessero di rompere le scatole!
vergogna!
In certi casi mi vergogno veramente di essere italiano.
Sono curioso di leggere per esteso le motivazioni di tale decisione. Sembra una cazzata colossale, letta così. Voglio capire che logica c’è dietro quella sentenza, non mi accontento di >, sono ancora incuriosito. Però non ho nè il tempo né i mezzi per conderre l’analisi. Come al solito.
Cmq, per inciso, poveretta! 🙁
Forse i componenti la commisione contabile di secondo grado sono simpatizanti fascisti o nazisti o negazionisti.
Forse solo così, a mio parere, si può spiegare una simile decisione.
non si è trattato di “atti di violenza fisica o morale contro di lei”. allora cos’altro è togliere ad una donna il marito e impedire che i suoi figli non possano avere rapporti con i coetanei e un’istruzione?
io essere taratto…non so ,non capiscio nientu….
Sono d’accordo con Sandro Masini. Il revisionismo, praticato quasi sempre da persone che non conoscono la storia, porta a ridicole quanto pericolose risoluzioni.