“Ha ragione il ministro Mussi. Quei fondi già c’erano. Il vero problema è un altro: come far funzionare tutto con un taglio del 20 per cento”. La posizione del rettore dell’Università Roma Tre Guido Fabiani e del presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare Roberto Petronzio è identica: i 177 milioni stanziati per le nuove assunzioni di ricercatori a favore di università e istituti di ricerca non risolvono i problemi creati dai tagli. Certo, sono apprezzabili. Ma quel 20 per cento di tagli ai ‘consumi intermedi’, in pratica alle spese di gestione ritenute assolutamente necessarie rappresentano un problema enorme, che rischia di paralizzare il funzionamento di università ed enti di ricerca. “Ho appena dato la disposizione più amara di tutta la mia carriera, che è piuttosto lunga – confessa il presidente del CNR Fabio Pistella – bloccando qualunque tipo di spesa che non sia indifferibile. Però dovremo ricorrere ai finanziamenti delle banche per pagare gli stipendi: non mi sembra un buon affare”. “Ma la cosa più grave – continua Pistella – è che quest’anno si conclude il Settimo Programma Quadro di Ricerca dell’Unione Europea. In ballo ci sono 50 miliardi di finanziamenti. A noi ne potrebbero toccare circa cinque, ma dovremmo spendere altrettanto, perchè si tratta di progetti cofinanziati. Dopo anni di preparazione, rimarremo fuori, con grande gioia degli altri Paesi. Questo anzi era l’anno nel quale bisognava osare, spendere di più. E poi io capisco che bisogna risparmiare, ma allora perchè si taglia la ricerca e si finanzia l’acquisto di televisori digitali di 22 pollici, che non vengono neanche prodotti in Italia?“. […] “Scuole e Asl sono esonerate da questi tagli – conclude Fabiani – Mi domando perché le scuole siano esonerate e le università no. Noi non facciamo parte del sistema dell’istruzione in questo Paese?”. Contro i tagli si scagliano anche oggi organizzazioni sindacali e degli studenti. “La Finanziaria non dà risposte alla stragrande maggioranza dei precari”, accusa la RdB-Cub in un comunicato, aggiungendo che invece la manovra prevede “centinaia di milioni di euro destinati alla ricerca privata”.
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