Avvenire attacca Giorello

Riesce quasi simpatico Giulio Giorello quando, come ieri sul Corriere della Sera, si dà da fare per stendere una sorta di manifesto dei “relativisti”.
Destreggiandosi con abilità, e con qualche inesattezza, tra le più disparate citazioni, dalla Bibbia ai poeti, uno dei filosofi più à la page ci spiega, in sintesi, che il relativista è in fondo una persona seria. Lo preoccupa, evidentemente, di essere in regola pur volendo essere “irregolare”. Vuole essere accettato dal consesso pubblico, che però ha la pretesa di “scandalizzare” di continuo. Viene da chiedersi che cosa abbia in realtà di così poco ortodosso rispetto al pensiero dominante un filosofo che è massimamente ospitato nei santuari di tale pensiero (università, mass-media, editoria). Per far la parte che ha deciso di recitare, dunque, il filosofo ha bisogno di sentirsi “sotto tiro”. Ma da parte di chi ? Giorello lo dice: i suoi avversari sarebbero da un lato coloro che credono che la verità è una radice, un fondamento solido. Ad esempio, coloro che sostengono le radici giudaico-cristiane della nostra civiltà. Dall’altra, nella sua difesa del relativismo, se la prende con coloro che accusano chi non crede a nessuna verità di favorire la disgregazione e lo scetticismo. Secondo Giorello, proprio perché continuamente non ortodosso e continuamente in ricerca di alleanze, il relativista è motore della conoscenza e paladino della vita associata. Ed è anche colui che assegna al Tempo il suo massimo diritto: svelare la verità delle cose. Già questo fiducia nel Tempo sa un po’ di fideismo, ma va beh, una qualche fede non saremo noi a toglierla al relativista. Il punto però è un altro. Per sostenere il suo ragionamento, infatti, il filosofo è costretto da principio a barare: infatti la verità che a lui non interessa viene da lui stesso raffigurata come una sorta di tradizione fissa e immutabile (usa l’immagine delle radici) che il suo essere eretico non può accettare. Una volta stabilito, da lui, che la verità è una specie di totem immobile da venerare, riesce facile, per lui stesso, fare la parte di chi è invece preda di dubbi, di inquietudini e di desiderio di comprendere il punto di vista altrui. Viene da pensare dunque che il primo errore del relativista è di pensare che la verità sia “come” dice lui. Cioè poco interessante, una cosa morta, un fardello inutile a cui danno la loro devozione taluni nostalgici dei bei tempi andati. Non lo sfiora il dubbio (proprio a lui) che invece la verità sia più grande di quanto è già acquisito, più viva di quel che pensa, e più attiva e mobile del suo pensiero indagatore. Sia una radice, sì, ma appunto una radice che nutre l’organismo vivente. Non a caso, un antico filosofo cristiano volgendo la domanda di Pilato a Cristo che era silenzioso davanti a lui: quid est veritas? rispondeva che essa è “vir qui adest”, cioè un uomo presente. Un uomo vivo. La vera eresia rispetto all’idea di verità che gli uomini si sono sempre fatti e sempre si faranno è proprio la coincidenza tra il vero e la presenza eccezionale di un Uomo-Dio. Avrebbe ragione Giorello e tanti come lui a diffidare di una idea di verità che si presenti fissa come una legge, e immobile come un reperto fossile. Ma l’idea e l’esperienza di verità a cui il cristianesimo si riferisce sono ben altre. Il relativista può fingere di non saperlo. Può contrabbandare una idea di verità che gli faccia comodo per giustificare il suo relativismo. Ma il cristianesimo ha rivoluzionato l’idea di verità. È stato molto meno ortodosso di Giorello. Il quale giocando il suo ruolo di relativista in cerca di giustificazioni di fronte al pensiero dominante che lo ha elevato al ruolo di filosofo pubblico si trova a giocare una partita vecchia. Che più che a quella del filosofo somiglia a quella del cortigiano.

Fonte: Avvenire.it

22 commenti

il relativista

Chi ha paura del relativismo? Chi ha paura del Tempo? Ma questi giornalisti di Avvenire, a parte denigrare le opinioni altrui con argomenti di bassa lega (come il sentimento di paura del diverso-da-sè intriso di bigotteria), sanno andare nel merito delle opinioni di giorello?
Penso che su l fatto che la cultura relativista è pluralista e democratica e una cultura assolutistica fideistica è totalitaria, che esclude il diverso da sè senza discuterlo, penso sia innegabile. Giochiamo a carte scoperte, per favore non prendiamoci in giro con i sofismi, noi relativisti non siamo abituati ai giochi di parole!

Giuseppe Murante

“Non a caso, un antico filosofo cristiano volgendo la domanda di Pilato a Cristo che era silenzioso davanti a lui: quid est veritas? rispondeva che essa è “vir qui adest”, cioè un uomo presente. Un uomo vivo. LA VERA ERESIA RISPETTO ALL’IDEA DI VERITA’ CHE GLI UOMINI SI SONO SEMPRE FATTI *E SEMPRE SI FARANNO* E’ PROPRIO LA COINCIDENZA TRA IL VERO E LA PRESENZA ECCEZIONALE DI UN UOMO-DIO. Avrebbe ragione Giorello e tanti come lui a DIFFIDARE DI UN’IDEA DI VERITA che si presenti FISSA COME UNA LEGGE, e IMMOBILE COME UN REPERTO FOSSILE. Ma l’idea e l’esperienza di verità a cui il cristianesimo si riferisce sono ben altre.” (evidenziazioni mie)

“L’anacoluto è la figura retorica in cui non è rispettata, volutamente o per errore, la coerenza tra le varie parti della frase.” (..da Wikipedia).

Direi che il periodo citato potrebbe essere usato da Viki come esempio di questa figura retorica.

netzer

io questa visione della verità cristiana non sono riuscito a capirla! leggendo l’articolo mi veniva il mal di mare…
qualche buon’anima mi speiga cosa vuol dire verità cristiana per i preti dell’Avvenire?

Marco

>

Che loro hanno ragione, a prescindere. 🙂

>
In effetti potrebbero avere ragione: da che la verita’ era soggettiva, e’ diventata improvvisamente oggettiva.

Paolo

La Verità della Fede nelle Scritture per la quale il Miracolo dell’OttoPerMille costituisce il Mistero dei Credenti che hanno Fede nella Verità che….

ooooops, mi sono perso….

scusate….

Daniele Gallesio

“Per sostenere il suo ragionamento, infatti, il filosofo è costretto da principio a barare”

I preti invece no… 🙂

“Ma il cristianesimo ha rivoluzionato l’idea di verità. È stato molto meno ortodosso di Giorello.”

Infatti la verità fondante del cristianesimo è 1=3 😐
Molto poco ortodossa… 😐
Per questo io preferisco Giorello. 🙂

E rimango affezionato a 1=1!=3=3 sarà meno affascinante, più banale…
…ma almeno
ha un senso.

Ma del resto… aspettarsi sensatezza da chi usa come slogan “Credo perché è assurdo”… sarebbe insensato!

Daniele Gallesio

Scusate!
Devo essermi dimenticato di chiudere un tag di grassetto nel post precedente… 🙁

Non volevo scrivere in grassetto mezzo intervento, ma solo alcune parole.

Daniele Gallesio

ehm…
ancora grassetto???

Stavolta non lo avevo proprio aperto il tag 😐

Provo a chiuderlo ora
Proviamo…

Daniele Gallesio

provo un’ultima volta, scusandomi per il terzo “commento fantasma”.

netzer

Paolo, mi sto convincendo che tu non sia proprio quello che vuoi farci credere. Sei un po’ troppo diretto e provocatorio per essere cattolico. Perfino quel pretucolo di bianco vestito che pontifica da Roma non le spara grosse come te….

Carlo

Si, il “relativista” e’ una persona seria, al contrario degli articolisti di avvenire.

Paolo

netzer: io non sono QUEL paolo! il mio commento è satirico, cercavo di ironizzare sui giri di parole senza senso… il riferimento all’8×1000 è abbastanza esplicito… io cmq ho l’iniziale maiuscola, quell’altro minuscola. Cambierò nome per evitare confusioni, vabbè…

RazionalMENTE.net

A questi ignoranti di Avvenire risponderei che “Verità” è un concetto che appartiene al credente, mentre il relativista, o meglio il razionalista, non crede che esista una “Verità”. Per il razionalista esiste una realtà che è fatta di tante verità inerenti ciascuna un certo ambito di speculazione scientifica o filosofica. Ma gli assolutisti di Avvenire sono troppo stolti per capire un concetto così semplice ed elementare. Loro adottano una sorta di “campo unificato” della conoscenza che si basa su una verità dogmatica che si rivela falsità in ogni applicazione specifica. Sono dei trogloditi che cercano di usare una chiave inglese per aprire lattine, accendere un televisore, cuocere il cibo.

netzer

Paolo (quello dei nostri): per favore, cambia nome perchè così sembra proprio che ogni tanto l’altro faccia discorsi normali…

Daniele Gallesio

Ma, parafrasando Aldo Busi, per me “chiave inglese” possono anche sbattersela in testa, purché sia la loro testa…

…il guaio è che il più delle volte la sbattono sui nostri Borghezio… pardon, Maroni!

Daniele Gallesio

P.S.

Quelli di Avvenire, invece, non riescono nemmeno “quasi” simpatici!

Gio

Un giornale intollerante che attacca il principale nemico degli intolleranti.
Più che ovvio.

Marco G.

L’ultima volta che ho controllato, il contrario di relativismo in italiano era ancora… assolutismo!

gianni

secondo Bertrand Russel a barare sono i teologi e i filosofi cristiani che cercano una verità che sanno già di aver trovato

Mauro

l’apoteosi dell’essere razionale è essere attaccati da Avvenire (o anche da Il Giornale)
perchè Giorello si e io no?
SONO INVIDIOSO DI GIORELLO ! 🙂

Umberto

Mi chiedo che pelo nello stomaco può avere uno che scrive su avvenire per attaccare uno come Gioriello.

raphael

Non ne ha, nel senso che più si va avanti nella radicalizzazione del messaggio cristiano voluto da paparaz e più le persone si annullano ossia sono incapaci di esprimere un pensiero proprio di rottura che sia uno
Il soggetto semplicemente si trasforma nella figura del papa e ripete la lezione della domenica
Mi ricorda il flim matrix

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