Fede e ragione parlano in greco

Partiamo da un fatto storico: all’inizio dell’evangelizzazione fuori dai confini geografici e culturali della religione ebraica è accaduto un incontro fra la fede cristiana e la parte migliore del pensiero greco. È stato un incontro che per la nascita e lo sviluppo del cristianesimo ha avuto un significato decisivo. È uno di quegli eventi storici nei quali si rivela un’esigenza strutturale dello spirito: un evento appunto denso di significato. Non è ora il caso di descrivere questo incontro in tutto ciò che lo costituisce e nelle sue alterne vicende. Né il Papa lo fa nella sua conferenza di Ratisbona. Ma la domanda di fondo è la seguente: l’incontro Gerusalemme-Atene che cosa significa in sostanza? Per essere meglio guidati a cogliere la risposta che il Papa dà a questa domanda, richiamo anche l’attenzione su una circostanza in cui è avvenuto l’incontro. I missionari cristiani, ad iniziare da Paolo, quando annunciavano il Vangelo agli Ebrei entravano nei loro luoghi di culto, le Sinagoghe: era un dialogo sul piano squisitamente della fede religiosa. Quando invece si rivolgono ai pagani, il loro interlocutore non è “il sacerdote”: è il “filosofo”; e normalmente i luoghi di annunci sono le “agorá”. Al greco cioè essi presentano la loro fede come vera, e quindi meritevole di essere accolta da chi ha la passione della ricerca della verità mediante l’unico mezzo di cui la natura ha dotato l’uomo, la ragione. Se volessimo esprimere brevemente e sommariamente il contenuto della coscienza che il missionario cristiano aveva di se stesso, lo potremmo fare colle seguenti parole: «ciò che annuncio è vero e quindi lo posso e lo devo dire ad ogni persona». […]

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7 commenti

Marja

Diciamo,piuttosto,che il missionario cristiano si è appropriato degli strumenti concettuali e argomentativi della tradizione filosofica greca per dare una parvenza di razionalità ai contenuti assolutamente irrazionali della sua verità di fede. La ragione può parlare qualsiasi lingua, la fede invece è bene che resti nel silenzio dell’interiorità del singolo uomo.

Christian

Di fronte a questo ragionamento (che si è affermato negli ultimi tempi nella Chiesa), da credente (protestante) mi chiedo una cosa:
Ma Gesù non ha incontrato il mondo Greco, la filosofia classica ecc ecc, questo incontro l’hanno invece fatto alcuni dei suoi discepoli ed i loro successori.
E la Chiesa Cattolica oggi dice di trarre origine da quell’incontro e da ciò che ne è derivato.
Ma Gesù era già morto quando è successo quell’incontro.
Con queste affermazioni i Cattolici dicono che la loro religione trae solo parzialmente origine dall’insegnamento di Gesù, divenendo quasi più importante la tradizione Greca che non l’insegnamento di Gesù.
A tale tradizione greca si è poi aggiunta la tradizione romana, medievale, rinascimentale ecc.
Insomma Gesù conta, ma solo all’inizio, poi la tradizione diventa più importante.
I Cattolici, secondo questa nuova impostazione della Chiesa, credono nella tradizione, ed in quanto compatibile con essa in Gesù.
E poi Ratzinger critica noi Protestanti per l’incoerenza.
Noi che ci andiamo a leggere il Vangelo per capire cosa questo signore di 2000 anni fa voleva dire, depurando quanto ci è giunto da ogni aggiunta (più o meno voluta) fatta dagli evengelisti.
Noi siamo incoerenti perchè cerchiamo di capire il messaggio originale.
I Cattolici invece sono coerenti nell’adorare la tradizione.
Non ho parole

davide

«ciò che annuncio è vero e quindi lo posso e lo devo dire ad ogni persona» e s potrebbe aggiugere:”chi non la pensa come me è nell’errore e se mi critica e non accoglie quello che dico brucerà tra le fiamme dell’inferno”

gianni

per capire meglio il dialogo tra i cristiani e i filosofi ellenisti è utile leggere quanto fece il vescovo Cirillo alla filosofa e matematica Ipazia

Carlo

“È uno di quegli eventi storici nei quali si rivela un’esigenza strutturale dello spirito…” Stavolta prima di fumarsi il cannone che si fuma prima di scrivere ogni articolo, l’articolista di avvenire deve aver usato come cartina la Fenomenologia dello Spirito. Ma non gli hanno detto che Hegel e’ un filosofo pericoloso e anticristiano, secondo quanto scritto in merito da Giovanni Paolo II?? Forse e’ per questo che lo fuma, invece di leggerlo…

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