Morto il grande economista Milton Friedman

«I governi non imparano mai. Solo le persone imparano». Se c’è una frase che condensa meglio di altre il pensiero liberale e liberista dell’economista Milton Friedman, morto ieri all’età di 94 anni, è proprio questa. Insieme c’è tutta l’ironia dello studioso, che diffida delle ricette magiche propinate dall’interventismo pubblico e ha invece una fiducia cieca nelle scelte dell’individuo. «Molta gente vorrebbe che il governo proteggesse il consumatore. Un problema molto più urgente è che il consumatore deve proteggersi dal governo» aggiungeva. La notizia della sua scomparsa è stata fornita da un portavoce del Cato Institute, il «think tank» di Washington con cui l’economista aveva collaborato nel corso degli ultimi anni. Friedman aveva ricoperto la cattedra di professore emerito di economia presso l’Università di Chicago dal 1946 al 1976. Il suo pensiero ed i suoi studi hanno influenzato molte teorie economiche. Fondatore della «scuola monetarista», ha ricevuto il Premio Nobel per l’economia nel 1976. Nel secolo scorso le sue idee sono state la risposta al pensiero keynesiano. Tanto Keynes credeva nelle virtù taumaturgiche dello Stato nell’economia, così Friedman si faceva interprete del bisogno di libertà del mercato e, in esso, dei comportamenti dei suoi protagonisti: la famiglia e l’impresa. «Alla base della maggior parte delle discussioni contro il mercato libero vi è una mancanza di credenza nella libertà stessa», ripeteva. […]

L’articolo completo è raggiungibile sul sito di Avvenire 

6 commenti

Emilio Gargiulo

Uno in meno.

(Ma non si poteva riportare la notizia prendendola da un altra fonte, diversa da Avvenire?)

Maurizio

C’entra con l’UAAR che Milton Friedman è un teorico della libertà dell’individuo dallo Stato, sia in economia che nelle questioni etiche.

cartman666

A mio avviso e’ stato un grande economista, pero’ il fatto che leggere di lui un articolo positivo da parte di avvenire mi fa rabbrividire abbastanza.

Don Zauker

Nell’articolo si dice che collaborava col “Cato institute”: si tratta di un think tank destrorso diretto da un prete.
Uno che teorizza la non ingerenza dello stato nelle questioni etiche dovrebbe frequentare ambienti più rispettabili.

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