Zeffirelli: «Da piccolo molestato da un frate»

[…] Senza un padre ufficiale, presto anche senza la madre (morta che lui ha solo sei anni) il piccolo Franco cresce però circondato dall’amore di altre «mamme», la dolce balia Ersilia, la spiritosa zia Lide. Emiss Mary, attempata signorina british che gli insegna l’inglese e la passione per Shakespeare. Un personaggio che poi trasferirà in un film, Un tè con Mussolini. Ma nella Firenze perbenista e ipocrita di quegli anni quel ragazzino già «diverso» scopre un’altra «diversità». All’oratorio, un frate lo sbaciucchia e lo molesta, come nella Mala educación di Almodovar: «Si rilassò, dopo aver soddisfatto il suo desiderio inconfessato con il semplice contatto del mio corpo… Poi però corse al suo inginocchiatoio piangendo calde lacrime di pentimento». Il primo orgasmo ha una data, «il giorno della morte di Pirandello, nel 1936». Il primo amore è un compagno di liceo. Gli altri ragazzi vedono, capiscono e sbeffeggiano. «Sono stato sempre discreto sulla mia sessualità. Solo una decina d’anni fa, a San Francisco, ammisi di aver avuto esperienze con uomini». Omosessuale sì, ma non gay. «Una parola che odio, offensiva e oscena ». Biondo, bello e di gentile aspetto, Zeffirelli piace, e molto. Persino a un uomo corteggiato e inaccessibile come Visconti. Alla Pergola di Firenze, dove sta allestendo una pièce, Luchino nota quel giovane aspirante scenografo dagli occhi azzurri e l’aria intraprendente. Dispotico e autoritario, il regista cerca un’attrice anziana capace di essere in scena realisticamente pazza. Franco, memore di una signora incontrata in una casa di riposo, gli trova una pazza vera. Luchino va in estasi. E’ l’inizio di una collaborazione e di un amore. Tormentato, spezzato, mai spento. «Per me Luchino era il modello di tutto quel che conta davvero», racconta Zeffirelli. «Luchino è una serpe», lo avverte Anna Magnani. Lui naturalmente non le crede. Visconti lo vezzeggia, lo corteggia, vivono insieme. Ma quando in casa c’è un furto, Franco finisce al commissariato con i domestici, senza che il conte batta ciglio. Uno schiaffo che gli brucia ancora. D’altra parte il legame con Visconti gli spalanca tutte le porte. La prima volta che va a Parigi arriva con tre lettere in tasca: per Cocteau, Marais e Coco Chanel. La grande Mademoiselle prende a cuore il suo pupillo e, prima che lui lasci la capitale, gli regala 12 disegni, 12 ballerine firmate Matisse. «Le presi per riproduzioni, invece erano tutti originali. Mi hanno salvato nei periodi di magra ».[…]

L’articolo completo è raggiungibile sul sito del Corriere 

3 commenti

Massimiliano

Anch’io sono stato oggetto di piaceri sessuali da parte di un sacerdote.
Tempo fa ho scritto un commento a proposito.
Forse i lettori dell’UAAR ricordano.

RazionalMENTE.net

Pensavo, se non vogliono che vada in onda “Il padre delle spose” con Lino Banfi, forse lo si potrebbe sostituire con “La mala educacion”.

Zeffirelli comunque e cattolicissimo e immagino sia d’accordo con tutte le ingiurie che il Papa quotidianamente rivolge ai gay.

D’altra parte tutti quei cattolici che divorziano, si risposano (vedi Casini), abortiscono, ecc. non dicono di non essere cattolici, dicono di essere dei cattolici peccatori.

D’altra parte, chi è senza peccato scagli la prima pietra!

Solo che Gesù disse all’adultera di non peccare più, mentre Casini continua imperterrito a convivere more uxorio con una donna che per la Chiesa non è sua moglie. Ma a pentirsi c’è sempre tempo, o no?

Kaworu

spesso e volentieri manco dicono di essere cattolici peccatori, anzi… tutto quello che fanno loro va bene, però se qualcun altro si azzarda a comportarsi così, allora guai -.-

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