È un’immagine del tutto idilliaca dell’islam e dei musulmani quella che si proporrà agli studenti delle scuole medie superiori di Milano e Lombardia, racchiusa in un Dvd che sarà presentato nei prossimi giorni. Dove i problemi che insorgono con la popolazione italiana non sarebbero affatto reali ma frutto della manipolazione e criminalizzazione attuata dai mass media. Accreditando la categoria dell’homo islamicus che, al di là di una specificità che fa riferimento alla moschea per tutti e al velo per le donne, non dovrebbe assolutamente preoccuparci. «Conosciamo l’islam — Giovani, musulmani, italiani» è il titolo del Dvd realizzato in mille esemplari dall’Università Cattolica di Milano, l’Ufficio scolastico regionale della Lombardia, il Centro servizi amministrativi di Milano e il Centro documentazione mondialità di Milano.
Il filmato di 26 minuti ha come principali protagonisti alcuni esponenti dell’Associazione Giovani Musulmani d’Italia, collegata all’Ucoii (Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia), a sua volta espressione ideologica dei Fratelli Musulmani nel nostro Paese. Si comincia con Sarah Orabi, 19 anni, nata in Italia, che ha recentemente legittimato la lapidazione di un’adultera da parte di Al Qaeda in Iraq nel corso di una puntata di Porta a Porta su Raiuno: «Sono una studentessa normale, magari alcune differenze le riscontro quando cominciamo a parlare di questioni personali, di vita privata. Credo che sia normale che ognuno abbia un modo di vita diverso». Ma fino a che punto? Nel filmato non si fa cenno alla questione cruciale dell’integrazione che comporta la condivisione di regole, valori e un’identità collettiva. Dalle aule del liceo linguistico Virgilio ci si sposta nell’abitazione, sempre a Milano, di Abdallah Kabakebbji e Sumaya Albarq, figli di dirigenti dell’Ucoii. «Per una musulmana che vive in un Paese non a maggioranza islamica si pongono dei problemi visivi», dice lei mentre dà da mangiare a due splendide figliolette, «si vede subito che è una donna musulmana praticante perché porta il velo. Portare il velo non dovrebbe essere semplicemente una questione tradizionale, deve essere un atto di fede, di amore nei confronti di Dio, colei che ama Dio e vuole compiacergli, sceglie di portarlo».
[…] La tesi secondo cui la regola sarebbe che la donna musulmana indossa il velo, mentre chi non lo indossa trasgredirebbe a un precetto religioso, è sostenuta anche da uno degli esperti italiani interpellati nel filmato, il sociologo Stefano Allievi […] Ed è Sumaya a sollevare la tesi della responsabilità primaria dei mass media nella demonizzazione dell’islam […]
Una mistificazione che rischia di diventare controproducente. Perché suona come una sonora presa in giro. Possibile che siano destituiti da ogni fondamento i fatti e le paure che concernono il terrorismo islamico globalizzato, i sermoni dell’odio nelle moschee che incitano alla distruzione di Israele e inneggiano ai kamikaze, la discriminazione nei confronti di ebrei e cristiani, la violenza contro le donne, la lapidazione delle adultere, le pene corporali per i trasgressori della morale islamica, la condanna a morte degli omosessuali e dei convertiti, la poligamia e i matrimoni combinati, il rifiuto dei valori e dell’identità occidentale? Di tutto ciò non vi è traccia nel Dvd. Le autorità scolastiche competenti hanno deciso di essere rassicuranti: con l’islam e i musulmani non ci sono problemi, basta sostenerlo e crederci.
L’articolo di Magdi Allam è stato pubblicato sul sito del Corriere
«Conosciamo l’islam — Giovani, musulmani, italiani»
Io personalmente non voglio conoscere tutte le religioni (cazzate allo stato puro) ed in particolare non ho proprio voglia di conoscere la religione dove la donna viene trattata peggio di un animale e molte volte lapidata e gli omosessuali (vedi IRAN) vengono condannati a morte mediante impiccagione.
come direbbe l’ex presidente SCALFARO : “IO NON CI STO”
VA…..LO a tutte le religioni.
Che vergogna.E questo viene fatto vedere nelle scuole, questo è veramente vergognoso!
Timeo Danaos et dona ferentes.
D’altra parte, quando nelle scuole si proiettavano i filmini sul seminario, neppure lì ci sono mai state le istruzioni per difendersi dal cappellano che allungava le mani. Qui è la stessa cosa, propaganda spacciata per informazione, sotto lo sguardo da ciclope orbo della pubblica amministrazione. L’unica cosa che non si può negare è che i musulmani non sappiano integrarsi…
nn sono d’accordo con l’islam (in realtà sono ateo) ma sono d’accordo per due ragioni
1) la tolleranza è comunqueun bene universale
2) mi da noia che i cattolici si considerino meglio dei mussulmani…stessa risma
(anzi se mai i mussulmani sono meno falsi nei loro intenti)
Guido, ma Lei non è mai uscita dell’ Italia oppure conosce l’Islam soltanto attraverso quello che senta nei Bar Sport o che legge sul suo quotidiano locale ?
Questa visione dell’ Islam è una visione destinata a bambini della prima classe della scuola dell’ obbligo .
Quale Dio avrebbe creato i capelli, se Esso stesso li avrebbe considerati osceni ? Il velo non è un segno di pietà ma il segno visibile dello stato di essere inferiore della donna . Visto che per la religione cattolica, la donna è considerata anche come tale, è giusto che il velo venga diffeso anche da essa .