La difesa di un’intera comunità contro la parola di un ragazzino rom di 13 anni. Le fiaccolate contro i rapporti di Polizia. È questa la strana reazione delle parrocchie dei due sacerdoti arrestati nell’ultimo blitz anti-pedofilia. A Prato come a Roma, le comunità si chiudono a difesa dei loro religiosi. Don Domenico Repice, 39 anni, romano, collaboratore della parrocchia di San Giustino nel quartiere Alessandrino, è ai domiciliari con l’accusa di avere pagato un 13enne per fare sesso in auto. Con l’aggravante di averlo cacciato a calci per non dargli tutti i soldi, minacciando: “Sono un poliziotto”. Oltre alle parole del ragazzino, contro di lui c’è solo la segnalazione, in una sera diversa, della sua auto nella strada della prostituzione minorile. Lui, a chi lo chiama, ripete: “Sono innocente, mi credi, vero?”. […] Non capita tutti i giorni un parroco nigeriano accusato di abusi sui minori: padre Denis è accusato di avere passato una notte in una pensioncina con lo stesso ragazzino che ha chiamato in causa don Mimmo. Contro di lui c’è la registrazione in albergo e il riconoscimento del tredicenne. L’ultima volta che il suo lungo nome (Georgedenis Onyebuchi Asomugha, per tutti Denis) era finito sui giornali, era stato un anno fa. Il quotidiano dei vescovi, ‘Avvenire’, aveva dedicato un ritratto a questo sacerdote nero piovuto dalla Nigeria. “La chiesa di Galcetello è rinata con lui”, dicono in coro le massaie in fila al supermercato che affianca la chiesa. “Ci sono 80 miei coetanei pronti a dirti cosa ha fatto per noi”, ti sfida la ragazza del gruppo giovani affranta sulla panchina. […] Ogni mattina don Denis si sveglia e scorge dalla finestra lo striscione colorato con su scritto: ‘Noi ci siamo’. Hanno organizzato una fiaccolata con il vescovo e intonano canti sacri sotto la sua dimora coatta. Se gli fai notare che sono coetanei del ragazzino rumeno che si è venduto per pochi euro, ti guardano con gli occhi stupiti: “Siamo stati in auto con lui, anche di sera. O a giocare al calcetto o sotto lo stesso tetto in gita. Un mese prima di quella sera di aprile di cui parla l’acccusa, Denis era a Roma con noi. Semplicemente, non possiamo crederci”. Solo una signora di mezza età azzarda una maldicenza: “Spendeva molti soldi in biancheria intima”. […]
Fedeli fino all’omertà
9 commenti
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che schifo…
Ecco perche’ la chiesa e’ contraria ai matrimoni tra omosessuali… Perde gia’ i preti eterosessuali, che sposano donne, se si potessero sposare anche gli omosessuali perderebbe pure gli altri…
e noi che speriamo di fare leva sull’ici o sull’8×1000, questi lasciano passare di tutto pur di non dover rinunciare alla loro superstizione. Anche se un giorno uscisse il papa a dire che son tutte balle farebbero finita di non capire!
Che schifoooooooo!!! Queste notizie squallide, sempre uguali e purtroppo vere… mi sento lo stomaco bruciare per le ingiustizie. So che non è bello ma a volte mi viene proprio voglia di scappare in qualche grotta, starmene li, e tirare pietre a chi sia avvicina!!
@ statolaico:
Come ti capisco… anch’io spesso provo queste sensazioni. Molto spesso.
Ma esiste ancora il senso della giustizia? O la religione è così potente da averlo sradicato?
C’è il senso della giustizia cristiana. Se ti danno uno schiaffo, porgi l’altra guancia. Prova a dare uno schiaffo a Ratzinger. Prova anche solo a fare un po’ di satira su Ratzinger 🙂
a razionalmente
questa tenderei a chiamarla più che giustizia cristiana dittatura cristiana
Infatti. Se gli dai uno schiaffo lui te ne da 2, anzi… ti dà una raffica di ceffoni infinita secondo la successione di Fibonacci.