A Brescia si riaccendono gli animi sulla questione integrazione, causa di tanti problemi in una città con il 13% di residenti immigrati. Oggi, La Repubblica riporta la vicenda dell’insegnante Anna Faroni della scuola media G. Pascoli, messa sotto accusa per un questionario sull’Islam proposto agli alunni musulmani che è stato definito “tendenzioso” e “infarcito di pregiudizi razzisti e islamofobici” dai genitori degli alunni in causa. Già quest’estate Brescia aveva fatto parlare di sé per gli episodi di violenza verificatisi in agosto: 5 omicidi in pochi giorni, tra cui quello di Hina, la ragazza pakistana strangolata dal padre perché troppo vicina al costume italiano.
“Inchiesta sull’Islam” – Classe per classe, due alunni chiedono: “Chi è musulmano?”. A questi consegnano un questionario preparato dalla professoressa Anna Faroni. La Repubblica riporta le domande:
“Per te un buon musulmano è: – chi crede in Allah e nel suo profeta Maometto senza obblighi precisi – solo chi rispetta le 5 regole (credere in Allah, fare elemosina, pregare. visitare la Mecca, digiunare) – chi disprezza le altre religioni
Per te integralista significa: – usare la violenza per convincere chi ha un’opinione contraria – imporre con forza la cultura musulmana
Per te qual è il sinonimo d’Italia: – paese dove si vive in libertà – paese dove si guadagnano tanti soldi – paese che mi ha deluso”
Non appena il foglio capita sotto mano ad alcuni genitori musulmani, scatta il putiferio. Al provveditorato arriva una lettera durissima, in cui si parla di “stigmatizzazione dei nostri ragazzi”, “tendenziosità delle domande”, “opzioni infarcite di pregiudizi razziali e islamofobici”, “atteggiamento indegno per una scuola pubblica”. A lasciare basiti, soprattutto la seconda domanda. […]
Carino il test, fa venire tante belle idee per un equivalente dedicato ai cattolici. Un po’ più difficile confezionarne uno su misura per gli atei.
HEHE, non male come idea 🙂