Il ministro turco della Cultura, Koc, uno che di solito parla chiaro, lo definisce «un episodio intollerabile e orribile». Ma più che il raid di una quarantina di squadristi islamici di estrema destra, che ieri hanno occupato a Istanbul la celebre chiesa-museo di Santa Sofia per protestare contro la visita del Papa e lanciargli slogan insultanti e minacciosi, preoccupa il significato più profondo della clamorosa manifestazione. Non soltanto perché è stato violato un luogo-simbolo: l’antichissima chiesa cristiana, trasformata in moschea nel 1453, alla caduta di Costantinopoli, e diventata poi un museo negli anni 30 per volere di Kemal Ataturk; non soltanto perché irride al capo della Chiesa cattolica, che sarà ospite del presidente della repubblica Sezer dal 28 novembre al 1˚ dicembre; non soltanto perché è un velenoso segnale contro il temuto dialogo tra il Vaticano e il patriarca ecumenico degli ortodossi Bartolomeo I; ma perché segnala la volontà degli estremisti di saldare, nella protesta, i nazionalisti della destra più dura e i fanatici dell’Islam. I dimostranti, tutti arrestati, ed è probabile che non torneranno in libertà prima della conclusione del viaggio di Benedetto XVI, appartengono infatti ad un gruppo minoritario, il Bbp, che vuol dire «partito della grande unione», nato 25 anni fa da una costola del movimento dei lupi grigi. Ora, che i seguaci del Bbp siano rimasti fedeli all’ideologia, spesso violenta e sempre intollerante, della casa madre è fuor di dubbio, però occorre ricordare che lo scisma si consumò su un problema non irrilevante, anzi fondamentale: i lupi grigi, dai quali proveniva Mehmet Alì Agca, l’uomo che sparò a Giovanni Paolo II, difendevano e difendono il primato dell’identità dell’etnia turca; gli scismatici pensano invece che sia la religione musulmana il vero cemento dell’identità del Paese. Fanatici dell’Islam e nazionalisti, in passato, non si sono mai amati, perché questi ultimi si ritengono gli eredi più duri e puri del laicismo voluto dal padre della patria Ataturk, mentre i primi vorrebbero cancellare tutto ciò che il fondatore della repubblica aveva costruito. Non soltanto perché è stato violato un luogo-simbolo: l’antichissima chiesa cristiana, trasformata in moschea nel 1453, alla caduta di Costantinopoli, e diventata poi un museo negli anni 30 per volere di Kemal Ataturk; non soltanto perché irride al capo della Chiesa cattolica, che sarà ospite del presidente della repubblica Sezer dal 28 novembre al 1˚ dicembre; non soltanto perché è un velenoso segnale contro il temuto dialogo tra il Vaticano e il patriarca ecumenico degli ortodossi Bartolomeo I; ma perché segnala la volontà degli estremisti di saldare, nella protesta, i nazionalisti della destra più dura e i fanatici dell’Islam. I dimostranti, tutti arrestati, ed è probabile che non torneranno in libertà prima della conclusione del viaggio di Benedetto XVI, appartengono infatti ad un gruppo minoritario, il Bbp, che vuol dire «partito della grande unione», nato 25 anni fa da una costola del movimento dei lupi grigi. Ora, che i seguaci del Bbp siano rimasti fedeli all’ideologia, spesso violenta e sempre intollerante, della casa madre è fuor di dubbio, però occorre ricordare che lo scisma si consumò su un problema non irrilevante, anzi fondamentale: i lupi grigi, dai quali proveniva Mehmet Alì Agca, l’uomo che sparò a Giovanni Paolo II, difendevano e difendono il primato dell’identità dell’etnia turca; gli scismatici pensano invece che sia la religione musulmana il vero cemento dell’identità del Paese. Fanatici dell’Islam e nazionalisti, in passato, non si sono mai amati, perché questi ultimi si ritengono gli eredi più duri e puri del laicismo voluto dal padre della patria Ataturk, mentre i primi vorrebbero cancellare tutto ciò che il fondatore della repubblica aveva costruito.
La saldatura più pericolosa
4 commenti
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Invece di parlare di questa saldatura, che era prevedibile… perchè non riflettono sulle motivazioni che portano il papa ad andarci in Turchia, proprio adesso?
Io credo che quello che voglia ottenere il papa sia tutt’altro che un dialogo con l’Islam. Credo che voglia proprio ottenere una reazione violenta.
E comincio anche a sospettare che voglia vanificare i tentativi della Turchia di entrare in Europa, proprio a causa degli eccessi che accadranno.
Perchè, nonostante tutti questi avvertimenti, i portavoci del Vaticano si ostinano a dire che sono “avvenimenti periodici”, e non c’è nulla da preoccuparsi?
E’ come se si avesse un infezione alla gamba, e invece di lasciarla guarire si cominciasse a torturare la pelle quando ancora è tutto rosso e gonfio. Cosa si puo’ ottenere? Una guarigione + veloce?
hai ragione Lethe, questa visita in turchia mi ricorda un po’ la passeggiata che Sharon fece nella spianata della moschee e che diede avvio alla seconda intifada!
a kris e lethe
in aggiunta alle cose che voi avete sottolineato aggiungo che una delle motivazioni del viaggio è quella che lui chiama “libertà religiosa”. chiaramente è di dominio pubblico che questa è una crociata non violenta affinchè anche la turchia torni ad essere cristiana dopo secoli di dominio islamico. altrimenti come si concilierebbe questo viaggio con il suo continuo richiamo alle presunte radici cristiane dell’europa?
# Kris scrive: hai ragione Lethe, questa visita in turchia mi ricorda un po’ la passeggiata che Sharon fece nella spianata della moschee e che diede avvio alla seconda intifada!
Appunto, un tentativo di esasperare lo scontro tra culture diverse per portare acqua al proprio mulino e combattere la secolarizzazione occidentale.