I conti sbagliati della lobby dell’eutanasia

Più voci associative e politiche stanno incalzando, opportune et inopportune, il complesso e delicato dibattito culturale ed etico in corso nel nostro Paese sull’eutanasia e sulla distanasia, ovvero quali interventi medici e infermieristici siano doverosi o illeciti nei confronti di chi è affetto da una malattia inguaribile, versa da tempo in uno stato di ridotta o assente vigilanza cognitiva, oppure è ormai giunto nella fase clinica terminale di una prognosi infausta. Lo scopo di questo “assedio mass-mediatico”, stretto attorno ai medici, ai pazienti ed alle loro famiglie, ai parlamentari ed anche a tutti noi, è evidente: abbreviare i tempi del legislatore e favorire l’approvazione di un testo normativo orientato in una certa direzione, prima che maturi nei cittadini una consapevolezza della questione in gioco tale da indurli, eventualmente, a scegliere di andare nella direzione opposta o di optare per una ragionevole composizione delle istanze conflittuali. Ragione, realismo antropologico-clinico e amore alla vita fino all’ultimo istante, se prevalessero – come ci auguriamo – sul pietismo, sul calcolo economico-sanitario e sul potere tecnico, porterebbero a una legge che contempli sia l’esclusione del ricorso a terapie clinicamente futili e contrarie alla volontà del paziente che la doverosità delle cure essenziali e proporzionate per il mantenimento dell’analgesia e il supporto delle funzioni fisiologiche primarie (respirazione, circolazione, ricambio metabolico, etc.) fino a che cessi la loro integrazione e coordinazione e subentri la morte. Su questa strada si sta costruendo un crescente consenso, non senza la necessaria fatica del ragionamento, del confronto tra posizioni culturali ancora tra loro distanti, e dell’ascolto dell’esperienza degli operatori sanitari che curano quotidianamente questi malati e di coloro che li accudiscono con dedizione incondizionata nelle proprie famiglie. Una democrazia matura si alimenta del contributo di chi lavora per affermare il vero ed il bene ovunque essi si manifestino. Chi pensa e presenta l’eutanasia come la panacea di tutti i mali inguaribili e tormentosi che possono colpire l’uomo per pochi o lunghi anni, quello che i pazienti, in queste condizioni, chiederebbero con insistenza, o l’unica risorsa adeguata che si possa offrire a essi, deve fare i conti con la realtà, dove «ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, che non nella tua filosofia», dice Shakespeare nell’Amleto. Tra queste «cose del cielo e della terra» vi è anche il fatto che il male non è l’ultima parola sulla nostra vita, il dolore non è insopportabile se qualcuno presta le cure adeguate, e la medicina non è solo terapia aggressiva della patologia ma anche – e anzitutto – il volto umano di una presenza che accompagna e conforta. Senza tutto questo non si spiegherebbe perché in Belgio, dove l’eutanasia è stata legalizzata nel 2002 e da un anno nelle farmacie è a disposizione dei medici il kit farmacologico per eseguirla, solo l’1,5% dei malati oncologici in fase terminale ha scelto di porre fine anzitempo ai propri giorni. Gli altri, che pur versavano in uno stato clinico simile, hanno avuto una “buona ragione” per continuare a vivere. Una ragione che i pazienti possono trovare se non sono lasciati soli, nella loro sofferenza, a lottare con la malattia inguaribile. Se tutti incontrassero la mano desiderata, la nostra amorevole presenza, non verrebbe loro meno la buona ragione del vivere.

Fonte: Avvenire.it

15 commenti

Paul

Bene, è proprio quello che chiediamo: che quell’1,5% che ha fatto ricorso all’eutanasia abbia avuto la possibilità di farlo, chi non la desidera, semplicemente non ne fa ricorso, difficile?? Evidentemente si…..

Marco G.

A leggere gli articoli di Avvenire, viene voglia di spararsi anche a chi è sano come un pesce…

PaoloZ

“la medicina … è … anche – e anzitutto – il volto umano di una presenza che accompagna e conforta”

BALLE! dateci farmaci efficaci e cure mediche funzionanti, per favore! e SE PROPRIO NON FUNZIONANO, allora ok per il conforto… ma la medicina deve ANZITUTTO GUARIRE I MALATI.

Dannazione, i cattolici non vogliono che si studino nuove cure con le staminali embrionali (quelle da buttare via comunque), e neppure vogliono lasciar morire in pace la gente… ma andateci voi a farvi confortare, che ne avete tanto bisogno…

Adesso pretendono anche di definire cosa è la medicina? MA SE PERFINO GLI OCCHIALI APPENA INVENTATI ERANO CONSIDERATI OPERA DEL DEMONIO!

che schifo!

Marco G.

…e comunque tutti possono sbagliare, non solo quando i tratta di conti, ma anche di titoli… ad esempio Belpietro. Comunque da chi si oppone all’eutanasia, non ci si può aspettare che sia favorevole al seppuku

Kaworu

beh ma cosa ci vuole? se uno vuole l’eutanasia, deve essere libero di ricorrere ad essa, se non la vuole non la richiede.

non mi pare che ci voglia una laurea in medicina per capire questo semplicissimo concetto…

Umberto

Avvenire non perde l’occasione di ammannirci la solita razione di castronerie, se ruini e co. vogliono morire fra atroci sofferenze chi glielo impedisce? io siccome faccio parte di quell’uno e cinque per cento che a detta di loro vogliono farla finita, voglio avere il diritto di farlo, non essendo credente in nessun dio e considerando la mia vita una cosa personale, chiedo di uscire da essa nel momento in cui essa non sarà più tale.

Lazarus Long

Concordo con Paul, non si vuole obbligare nessuno a farla finita! L’unica cosa che chiediamo è che sai data la possibilità a chi non ha più la possibilità di uccidersi da solo, che sia aiutato in questo nel modo più indolore possibile. Obblichi e divieti li lasciamo ad altri, a noi basta la possibilità

netzer

Scusate, non mi piace offendere ma certe volte le parole me le tolgono di bocca.
Chi è il cerebroleso che ha scritto questo articolo?? Ogni tanto ci vuole. Sei un idiota!!!!
LA bassa percentuale di persone che decidono volontariamente di porre fine alla propria vita dimostra solo che legalizzare l’eutanasia non significa dare il via libera a eccidi di massa, legalizzare l’eutanasia non vuol dire dare licenza di aprire fabbriche della morte.
Questo demente di giornalista ha preso un dato che dà ragione a chi sostiene di liberalizzare l’eutanasia con l’intento di rigirarlo contro l’eutansia: siccome sono pochi vuol dire che la gente non vuole morire e quindi non si deve legalizzare la morte…
autore di quest’articolo: SEI UNO SCEMO!!

archibald.tuttle

>”il dolore non è insopportabile se qualcuno presta le cure adeguate”
>”la medicina è anche – e anzitutto – il volto umano di una presenza che accompagna e conforta.”
>”Una ragione che i pazienti possono trovare se non sono lasciati soli, nella loro sofferenza, a lottare con la malattia inguaribile.”
>”Se tutti incontrassero la mano desiderata, la nostra amorevole presenza, non verrebbe loro meno la buona ragione del vivere”

un’altra valanga di insulti gratuiti alla moglie di welby. non riescono a trattenersi.

Vassilissa

@ netzer: ma lo sai quanto sono bravi a rigirare le frittate, qualsiasi cosa succede è la dimostrazione che hanno ragione ….
E che vo’ fa’

davide

ad archibald.tuttle
pota è l’unica cosa che son capaci di fare

Stefano

I giornalisti che scrivono su avenire credo che avrebbero bisogno del trattamento sanitario obbligatorio per il fatto che non essendo in grado di distinguere il bene dal male ed essendo succubi di volontà esterne (vertici ecclesiastici), possono essere pericolosi per la società.

Fabris

La solita imposizione clericale, come in tante altre occasioni (ricordate il divorzio all’inizio degli anni ’70?).
Anche allora i soliti argomenti contorti.

Il divorzio era (e per loro è tutt’oggi) un male, contro le leggi di Dio (poi di quale Dio?), cosicché se il marito prende a calci la moglie, magari anche i figli, sperpera il denaro, le fa le corna, è/diventa un delinquente e ancora peggio, c… tua, te lo tieni.

Anche allora c’era chi onestamente argomentava che alla fine chi voleva divorziare era libero di farlo, senza costrizione per nessuno.
Niente.

C’è voluto il referendum.
Volevano imporre a tutti di non divorziare, anche a chi della religione (cattolica) non gliene importava niente.

Con la contraccezione lo stesso, con l’eutanasia lo stesso.

E` dal Medioevo che andiamo avanti così!
In astronomia (moto dei corpi celesti), in geologia (età della Terra), in paleontologia (evoluzione delle specie animali), in medicina (dissezione dei cadaveri a scopo di ricerca, oggi cellule staminali) …
E` semplicemente assurdo.

Giuseppe C.

Il nobile autore di Avvenire e’ riuscito a offendere: i pazienti in condizioni critiche e i loro familiari, il personale sanitario e chiunque abbia del sale in zucca.
L’Italia e’ ancora indietro nel “semplice” trattamento del dolore!

La solita favola per deficienti raccontata da criminali…
«il volto umano di una presenza che accompagna e conforta»
Si’, una mano che ti benedice mentre arraffa denaro pubblico (nella sanita’ e nella scuola).

http://www.uaar.it/news/2006/10/28/truffa-ue-inquisito-prete-manager-oasi-troina/

>>>Interessante articolo della sede palermitana di Repubblica (27 ottobre 2006)

http://www.palermo.repubblica.it/articoli/index.jsp?s=rep_pa&l=articoli-dettaglio&id=1418938

Falsi progetti per 60 milioni, indagato anche don Ferlauto

Una delle più grandi truffe mai perpetrate in Sicilia ai danni dello Stato e dell´Unione europea: è quella che emerge dalle carte della Procura di Mistretta, che ha concluso una lunga inchiesta sugli «strani» finanziamenti giunti nel cuore dell´Isola grazie alla legge 488 e ad Agenda 2000. Individuando 41 falsi progetti di investimento per circa 60 milioni di euro.[…]

Fra gli imputati c´è anche un sacerdote, don Luigi Ferlauto, figura molto nota di prete-manager: Ferlauto è il fondatore dell´Oasi di Troina, una struttura di assistenza ai disabili che comprende un albergo da 250 posti e una tv satellitare. Sulla holding della solidarietà i magistrati hanno inciampato due volte, nella loro indagine.[…]

Sul n.44 di Diario (17.11.06) p.26
“Sanita’ eccellente? Proprio come le sue amicizie”

[…]nel 2005 solamente il settore sanitario dell’Oasi di Troina si e’ aggiudicato 50 milioni di euro di fondi regionali.[…]
Il governo Cuffaro ha classificato l’Oasi di Troina fra i 5 ospedali di fascia A di tutta la Sicilia. Ma anche Berlusconi ha dato una mano a don Ferlauto: il 22 marzo dell’anno scorso con uno degli ultimi atti del ministero della Salute (guidato ad interim dallo stesso Berlusconi)[…]

UN APPELLO AGLI AMICI dell’UAAR:
Esiste una specie di mappa ragionata della San(t)ita’ privata, religiosa (of course!), convenzionata?

Commenti chiusi.