Un’ultima domanda forse pleonastica, ma obbligatoria in tempi di tante fedi ritrovate a sinistra. Lei è credente?
“No, non sono credente come Fassino e non sono nemmeno ‘alla ricerca’ come Bertinotti e Ingrao. Però…”.
Però?
“Non sono neanche ipocrita e non posso giurare di non cambiare idea sul letto di morte. Che ne so che effetto fa la fine. Spero soltanto che arrivi tra un bel po’ di tempo”.
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“sul letto di morte” non mi sembra una condizione per la quale valga a pieno la capacita’ di intendere e volere. E’ una situazione in cui non sarei la stessa persona che sono ora. Logicamente non potrei giurare su nessuna cosa che direi o non direi sul letto di morte.
Roberto Grendene
Bah, Diliberto ha paura di finire all’inferno! Questa propria non me la sarei mai immaginata!
comunque che esista o meno una realtà spirituale, sia essa costituita da una unica divinità o da una pluralità di forze spirituali numinose o demoni, non c’è dubbio che la religione cristiana e soprattutto quella cattolica sono una impostura totale! I cristiani neppure si immaginano quanto sono lontani dallo Spirito…
Diliberto, a giudicare dal divario tra le tue idee e quelle cattoliche, se Dio esiste dopo la morte farai da supposta a Belzebù, tanto andrai in basso!
E’ comunque troppo comodo ragionare così: bisogna scegliere una linea d’azione e pensiero da vivi, non da cadaveri, quando da vivere non c’è più nulla.
“E’ comunque troppo comodo ragionare così: bisogna scegliere una linea d’azione e pensiero da vivi, non da cadaveri, quando da vivere non c’è più nulla.”
A me il suo pare un ragionamento razionalmente consapevole che di fronte al terrore ancestrale della morte non si puo’ garantire una coerenza ideologica. Si scatenano istinto e paura, ci si aggrappa a tutto. Che ne so io, parlando in tutta onesta’, di che cosa potrebbe scattare nella mia mente di fronte alla prospettiva di finire, di scomparire; potrei all’improvviso mettermi a pregare Dio, Sailor moon o gli gnomi da giardino e sarebbe tutto umano e degno di comprensione.
Oh, si sta parlando di morire eh, mica di forare una gomma!
Quello che trovo scandaloso e’ che poi qualcuno si aggrappi a queste umanissime dichiarazioni per dimostrare che in fondo anche gli atei credono, sigh.
@ germano
Più che altro non si può lanciare il sasso e poi nascondere la mano 🙂
Ma forse Oliviero voleva significare che la religione cristiana e soprattutto quella cattolica è così orrenda che solo nel momento della morte uno può essere sfiorato dall’idea di convertirsi, mentre, finché uno è vivo e può godersi la vita il cattolicesimo non ha ragion d’essere. Infatti, la religione cattolica prospera solo dove regnano la malattia, la miseria e la morte non dove le persone si possono divertire e hanno la possibilità di esplicare le proprie potenzialità umane.
Io ho già pianificato tutto. In punto di morte bacerò il crocifisso come il farmacista di “Per grazia ricevuta” abbracciando la scommessa di Pascal. In punto di morte conviene, non prima.
CARA MARJA: forse noi non siamo consapevoli di quanto siamo lontani dallo Spirito, tanto quanto gli atei non sono consapevoli di essere lontani dalla carne
lo Spirito è libertà, conoscenza,gioia,progresso, riscatto, la carne è prigione, miseria, sofferenza,animalità, abbruttimento, servitù, alienazione, la misura della felicità è il grado in cui si è riusciti ad emancipare dalla dittatura della carne
e quella che la chiesa cattolica vuole imporre all’uomo è proprio la dittatura della carne, del biologismo più ferreo