Canada, è scandalo per un film sui gay

Cosa succederebbe se Totti, Del Piero o Inzaghi accettassero di apparire sullo schermo in veste di gay? O l’ipotesi è troppo lontana dalla realtà? In Canada è accaduto qualcosa di molto simile, e lo scandalo è pronto a scoppiare. Niente palloni però, solo pattini da ghiaccio e bastoni. Perché nello stato nord americano lo sport nazionale è l’hockey, e una delle squadre della major league – la Maple Leaf – ha dato il permesso di usare le sue maglie ufficiali per un film che racconta la vita di un suo giocatore. Indiscutibilmente gay. La storia, tratta dal best-seller “Breakfast with Scot” di Michael Downing, racconta l’odissea di una coppia omosessuale che si trova a dover fare i conti con un ragazzino undicenne. I due, un giocatore professionista e l’avvocato della sua squadra, vengono nominati a sorpresa tutori di Scot – questo il nome del piccolo – che sembra possedere la loro stessa inclinazione sessuale. Un problema. Nella fase dello sviluppo l’identità sessuale dei ragazzini è in fieri, e i due si chiedono se questa convivenza a tre non rischi di forzare le scelte del figlio adottivo. Nonostante il tema molto serio, sia il libro che il film lo affrontano in chiave comica.
Meno divertiti sono invece i commenti fioccati dopo la notizia dell’inizio delle riprese. Mark Tewksbury, medaglia d’oro nei 100 metri dorso alle olimpiadi del ’92, e membro della fondazione degli atleti omosessuali, s’è detto compiaciuto ma scettico: “L’idea è interessante, ma non credo che accadrà mai nel mondo reale, scoppierebbe un putiferio. Nel Canada vero poi sarebbe inverosimile: siamo ancora troppo lontani dalla possibilità di fare un outing pubblico, specialmente in sport machisti come l’hockey”. […]
La storia recente di questo sport su ghiaccio annovera nei suoi annali l’outing di due giocatori professionisti che però lo fecero a carriera finita. “Altrimenti sarebbe stato un suicidio”, continua Cavanaugh. “Lo sport è uno degli ultimi bastioni della tradizione. Con delle regole non scritte che somigliano molto a quelle di un circolo esclusivo. E l’hockey non fa eccezione”. Che Scot e i suoi due papà riescano a cambiare le cose?

Fonte: repubblica.it 

7 commenti

Kaworu

beh non vedo il problema… c’è gente forse che crede che non esistano calciatori gay o ballerine di danza classica lesbiche (per citare due sport che tendenzialmente sono considerati il top della mascolinità e della femminilità)?

Stefano

Strano che in un paese aperto come il Canada ci siano ancora delle forme di pensiero tanto arcaiche, pensavo che se la cavassero meglio.

Sergio

Non guardare Toronto, Ottawa o Vancouver. Mia cognata, svedese, diceva che i suoi genitori vedevano di mal’occhio il suo matrimonio con mio fratello, e io ho chiesto sorpreso: “Ma la Svezia…?”. E lei mi rispose: “I vecchi svedesi sono come i vecchi italiani”. Quindi l’omofobia esiste anche in Canada o in Svezia, magari lì conta di più l’opinione del pubblico più evoluto oppure si cerca di far capire che il pregiudizio è sbagliato, ma ciò non toglie che il pregiudizio vi sia ugualmente…

Gio

Probabilmente l’unico modo per far sparire l’omofobia è attendere che muoiano tutti quelli abbastanza vecchi da essere vissuti in una cultura omofoba..

Kaworu

non ho capito cosa vorresti dimostrare con quel link, massimiliano…

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