Ymca, ritorno alla fede nelle ex palestre gay

Dici Y.M.C.A. e pensi Village People. It’s fun to stay at the y-m-c-a… they have everything for you man to enjoy, you can hang out with all the boys: è divertente stare alle Ymca… hanno tutto per farti divertire, puoi andare in giro con tutti i ragazzi. […]
E generazioni di omosessuali (e non) si sono sgolate su quelle strofe che riconoscevano alla Young Men’s Christian Association uno dei suoi grandi meriti: aver permesso ai gay di incontrarsi, non esattamente per bere il tè, in tempi in cui l’omosessualità era fuori legge. È partito tutto a Londra nel 1844 con un piccolissimo gruppo di preghiera fondato dal sarto George Williams e da alcuni cristiano-evangelici. Ed è a quelle radici religiose che l’Associazione dei giovani uomini vuole ritornare dopo 162 anni vissuti senza risparmio: dopo aver fatto nascere i primi campeggi estivi per ragazzini, inventato due sport (pallacanestro e pallavolo, nel 1891 e nel 1895), fondato svariate università, realizzato programmi per i prigionieri e i rifugiati, vinto un premio Nobel per la Pace (nel 1946) e costruito palestre frequentate anche da Tony Blair e Nicole Kidman.
Servire gli altri è stata la molla con cui l’Ymca si è diffusa in 125 Paesi, con oltre 20 milioni di membri soltanto negli Stati Uniti. E se adesso le sedi locali sono quasi esclusivamente dei centri sportivi, è proprio lì, tra i tapis roulant e le pedane per lo step, che si sta giocando la grande restaurazione. «La gente comincia a riscoprire il senso della salvezza, intuisce che non si possono separare mente corpo e spirito», ha spiegato al Los Angeles Times Leonard Sweet, docente di religione alla Drew University del New Jersey. È così che il 13% degli oltre 2.600 rami della Ymca in America hanno ripreso a promuovere il cristianesimo. Alcune sedi in Georgia espongono immagini di Gesù e copie dei Dieci Comandamenti. In Nord Carolina sui siti Internet compaiono i versi della Bibbia. In Tennessee si suona «christian rock» nelle sale per gli esercizi. In Alabama, in Florida e a Washington sono stati assunti cappellani a tempo pieno per assistere i soci su matrimonio, visite ospedaliere, studi biblici, senso della vita. Nel centro sportivo di Green Hills, in Tennessee, è stata ricavata una piccola cappella accanto alla stanza dell’aerobica. Qui Scott Real — un passato da personal trainer e un presente da ministro cristiano — segue il suo gruppo di bulimici, alcolisti, divorziati e tossicodipendenti. «Arrivano da noi portandosi dietro una grande sofferenza, cercano molto più che esercizi per il corpo».
Non piace a tutti la svolta religiosa della «Y». «Immaginate un sikh mentre cammina sulla sua pedanamobile e per tutto il tempo ascolta solo ed esclusivamente musica cristiana. La Ymca non è più un circolo cristiano. E questo è un bene. Non riesco a capire quei colleghi che vorrebbero trasformarci nella chiesa metodista che c’è dietro l’angolo », ha borbottato Larry Rosen, presidente della Ymca di Los Angeles. Ma c’è chi la pensa diversamente. «Magari non è politicamente corretto dire che Gesù è la via e la luce. Però la Ymca deve fondarsi su Cristo a ogni costo, il nome fa parte della sua storia, non possiamo perderlo». […]

Fonte: Corriere.it 

4 commenti

Stefano

A me sembra che un ritorno al passato fatto in questo modo ed in questa epoca sia praticamente un suicidio per quest’associazione. In un’epoca di pluralismo come questa si trasformerebbe in una forma di discriminazione esattamente come ha accennato lo stesso articolo.

davide

“Però la Ymca deve fondarsi su Cristo a ogni costo, il nome fa parte della sua storia, non possiamo perderlo”. ciò non comporta quindi un lavaggio del cervello di coloro che credono in cose diverse dal cristianesimo e che vivono già in condizioni difficili?Daltronde è proprio la gente che vive in condizioni più disagiate quella più adatta a subire lavaggi del cervello. Mi ricorda quello che diceva nietzsche riguardo al trionfo della morale degli schiavi cristiana su quella aristocratica pagana

Ernesto

Succede solo nel mitico Sud degli Stati Uniti. Nulla di strano. Lì sono tutti sempre pazzi.

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