Atei arrabbiati? Un dibattito tra Sam Harris e Dennis Prager

Un dibattito sull’ateismo odierno è stato condotto via e-mail tra Sam Harris (autore di “La fine della fede” e “Letter to a Christian Nation”) e Dennis Prager (un noto apologeta – negli USA – delle radici giudaico-cristiane).

Testo completo del dibattito (in inglese) sul sito di Sam Harris

2 commenti

archibald.tuttle

ok, mi son letto tutta la pappardella. la parte piu impressionante e’ sicuramente questa, in cui il disgraziato che risponde ad harris riassume i contenuti di 25 (venticinque) saggi che ha scritto nel 2005:

“Suffice it to that Judeo-Christian values alone gave humanity the notion of the sacredness of human life (1); linear history (2) and therefore the idea of moral and scientific progress (3); universal standards of good and evil (4); the abolition of slavery (5); the scientific method (6); the development of democracy (7); equality of the sexes (8); the greatest experiment in non-ethnicity-based society (America) (9); the greatest music ever composed (10); and the greatest art ever drawn (11).”

follia pura. senza pensarci piu di tanto basterebbe citare:
1-chi per primo si oppose alla pena di morte
2-gli storici greci e romani
3-il regresso scientifico nel medioevo
4-la discordia costante e gli scismi nel cristianesimo
5-molti dei padri fondatori erano assai poco cristiani
6-galileo!
7-atene!!
8-il femminismo!!!
9-gran parte dell’immigrazione e’ stata ed e’ dovuta a caratteri economici.
10-de gustibus, c’e chi preferisce la “musica di satana” (rock and roll), per non parlare delle altre culture.
11-leonardo e il caravaggio non erano esattamente dei cristiani doc, per non parlare delle altre culture.

voglio dire, per sostenere che tutte quelle robe sono merito delle radici giudaico-cristiane (coi cristiani che i giudei li hanno ghettizzati per millenni…) bisogna falsificare una enorme quantita di nozioni comunissime, o ignorarle bellamente. come puo fare cio? la risposta sta tutta qua:

“contemporary higher education increases factual knowledge but decreases wisdom. With some exceptions, I believe that the more time one spends at a university the more foolish he or she becomes.”

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